21 Settembre 2018
di Interviste, Recensioni
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21 Settembre 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Diei Nuovi Singoli In Uscita il 21 settembre: Loredana Berté, Andrea Bocelli, Salmo e…

Ecco "Da oggi in radio" la rubrica con le recensioni dei nuovi singoli in uscita... Salmo, Loredana Bertè, Kutso, Andrea Bocelli e...

nuovi singoli
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Tantissime novità questa settimana ed il nostro critico Fabio Fiume come sempre ha ascoltato tutti i nuovi singoli in uscita oggi per stilare la sua attesissima rubrica Da Oggi In Radio. Siete pronti a leggere cosa ne pensa?

Si ricorda che i voti espressi al fine delle minirecensioni non mettono in relazione artisti diversi tra loro. Essi sono solo espressione delle potenzialità che quel brano può avere per la carriera di chi lo propone. Sono inoltre il parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia.
Loredana Bertè – Babilonia

Inciso accattivante e cantabile nel mezzo di un pezzo altamente credibile, che unisce modernità e storia della nostra leonessa del rock. Le chitarre dell’intro rendono il pezzo subito riconoscibile e facilmente ancorabile alla memoria.
Sette

Loredana Bertè – Maledetto Luna-Park

Ha trovato una nuova vita artistica Loredana, ed ormai abbiamo perso il conto delle volte che l’abbiam vista resuscitare. Con questo singolo è al passo coi tempi, in forma vocalmente, magari meno storica, nel senso che il pezzo non passerà alla storia come un suo classico, ma è forte e decisamente funzionale che nemmeno ragazze con un terzo dei suoi anni riescono a fare.
Sei 1/2

Luca Serio Bertolini – Gestione fallimentare

Mi ha fatto pensare al primo Luca Carboni, ma senza quella forza evocativa. C’è tanta confusione raccontata qui, pensieri e parole che vanno vomitate, ma il tutto avrebbe meritato una base magari più potente e non questa elettronica rarefatta.
Quattro

Andrea & Matteo Bocelli – Fall on me

Rapporto tra genitore e figlio che Andrea decide di cantare con il proprio figlio, che dimostra che le doti paterne sono state tramandate. Bocelli torna al pop, quello di peso chiaramente, che ti immagini proposto da artisti di voce come Michael Bolton, Celine Dion, Barbra Streisand e gente del genere. Pur se abbastanza prevedibile, nel loro mondo funziona perché ha quell’opulenza, maestosità richieste per piacere e strappare applausi quando eseguite, che so, ai grammy’s.
Sei

Brigida – Da quando tu non ci sei più

E diciamocelo pure! Quando ti lasciano e a te non è passata non è che al tuo partner tu auguri proprio il meglio: dalla multa di un vigile, all’acqua fredda sotto la doccia, o che l’altra scopra i messaggi tuoi. Brigida lo canta su ritmo arrembante ed accattivante, alla Irene Grandi di Sposati! Subito!! con chitarre e cori dai sapori rock 50’s. Ed arriva precisa.
Sette

Vasco Brondi – Mistica

Le Luci Della Centrale Elettrica va da tutta un’altra parte con questo brano che è un racconto di una ragazza mondana, senza radici ed a cui basta poco per sentirsi a posto. Alla fine cerca una spiritualità, un senso, cerca se stessa. E’ comunque un brano che difficilmente potrà dare a Brondi un nuovo pubblico, diverso da quello che già lo segue. E non è detto che sia un male.
Sei

Federica Carta – Amarsi è una cosa normale

Ritmica incalzante ed inciso corale, cantabile nell’accezione più pop del termine. E Federica alla fine è proprio un’immagine del pop attuale senza avere la pretesa di sembrare altro. Anche qui è la vena malinconica della sua voce che rende riconoscibile un brano che altrimenti avrebbe potuto cantare chiunque, ma lo canta lei.
Sei +

Daniele Chiarella – Abissi

Sembra un brano scritto in una cameretta e fatto poi ascoltare ai compagni di classe dopo aver marinato tutti assieme. E loro ti guardano ascoltano e però si chiedono pure perchè! Perché magari il pezzo aveva bisogno di un arrangiamento? Così, sinceramente, ma dove va?
Quattro

Antony Di Francesco – Polvere da sparo

Qui la polvere da sparo non è quella che arma le pistole ma è lui in prima persona. Bisogno di nuovi rapper davvero non ce n’è; siamo proprio di fronte ad un’invasione ed a conseguente inflazione. Il rischio è che non c’è niente di nuovo, anche quando i pezzi in se potrebbero non risultare così cattivi. Cattivi no, inutili si.
Cinque

Erica – Come altalene

Bisogna concedersi un po’ di pace e tempo per ascoltare questo brano, che è pacato e raccontato con la serenità di chi osserva prima di parlare. E le altalene ( in genere sempre a due ) effettivamente si alternano, si scontrano di rado, come sono le nostre vite, che camminano di fianco, alternandosi nel su e giù degli eventi. Personale.
Sei ½

Gianni Fiorellino – L’unica femmena

Chi ascolta un brano del genere e non è napoletano pensa subito al primo Gigi D’Alessio, quello che in molti amano definire neomelodico, dandogli un’accezione negativa. Gianni è un polistrumentista troppo bravo, che scrive melodie impeccabili come questa per cantarci poi sopra frasi come: e che ce posso fa si a’ Chiesa dice no, gli amanti e’ vote vencen
Quattro ½

Gemitaiz & Achille Lauro – Keanu Reeves

Sempre le stesse tematiche: fumo, bere, corse, soldi, casini, effetti sulle voci. Si salva la base che è più che interessante perché diversifica più volte. Basta alle nuove generazioni… ora, ma poi?
Cinque ½

Istituto Italiano Di Cumbia – Cumbia del naviglio

La cumbia in chiave digitale è si una scommessa, una novità, anche se c’è da chiedersi che tipo di strada può fare. Non mancano le contaminazioni all’interno che rendono il brano “molto sud”, un po’ tutti i sud del mondo. Se c’è del fascino nella proposta è da ricercarsi più durante i live, che possono regalare atmosfera.
Cinque

Kutso – Uno + una

Sempre originali pure nella forma ballata che poteva costituire per loro, sempre così goliardicamente scanzonati, una vera difficoltà. Ed invece no, prova superata, pur restando personali, soprattutto grazie alla voce che ha un vibrato potente che arriva inaspettato e colpisce.
Sette ½

Elettra Lamborghini – Mala

La ricca ereditiera adesso si sposta su territori caraibici e sembra affrontarli al pari di quelli che da quei luoghi ci arrivano davvero. E’ pur vero che lei è cittadina del mondo e non fa certo musica perché di lei si dica: “Ehy che gran cantante”! Almeno però non svilisce di fronte ai competitor.
Sei

Daniele Lo Cicero – Salta!

Punta i piedi e tanti saluti e via allo spasso e te ne sbatti il ca… questa è la frase che incornicerei da questa inutile marcetta danzereccia che vorrebbe essere canzone di incoraggiamento a venire fuori da… come dice? Livellamento! Qui il livello è proprio basso.
Tre

Tony Maiello – Terremoto

Tra i brani migliori dell’album del ritorno, Spettacolo, questo singolo conta sulla forza del testo autobiografico. Maiello queste paure le ha affrontate, lo specchio che rifletteva sconfitte e delusioni lo ha guardato ed ha trovato le energie per venirne fuori. Non è stato facile, certo, ma le strade in salita rendono più bello il panorama che guardi dopo averle percorse.
Sette

Maldestro – Spine

Lui è napoletano ma questa canzone sembra strappata alla colonna sonora di una fiction ambientata in Sicilia, in quei paesi descritti in maniera stereotipata, con gli uomini al bar e le donne dietro le finestre tra rosari da recitare e scialli neri in testa. Geniale nell’arrangiamento che non ha riferimenti già sentiti. Nel frattempo anche stando fermi, il cuore si muove.
Sette

Marcella – Aria latina

Ennesima riproposizione del cult dell’artista siciliana, simbolo di una sensualità che in tante hanno cercato d’imitare senza mai riuscirci. E non ci riesce nemmeno lei, nonostante i caldi ritmi latini; sarà per il tono abbassato o per gli echi suggestivi che qui son spariti.. o semplicemente perché è cambiata l’aria. Troppo bella l’originale, per reggere il confronto.
Quattro

Valentina Parisse – Tutto cambia

Diventa molto più italica per questo brano Valentina che in genere si era sempre mossa con un senso molto più internazionale nel fare musica. Sembra un brano strappato alle selezioni di Sanremo… e non è detto con un senso positivo. Eppure qualche spunto positivo c’è ed uno di questo è il colore della voce che è davvero intenso.
Cinque ½

Piotta – Solo per noi

La novità è che Piotta canta! Non rinuncia ovviamente alle parti rap, anche se qui sono molto stilose, più racconto di una storia che insieme di slang e modi di dire. Base in cui l’elettronica arriva con effetti ad impreziosire una melodia nata al piano, che resta linea guida.
Sei +

Pipistrani – Muoviti

Una canzone colorata, che arriva fuori tempo massimo, a bella stagione già finita e che sembra tante cose ma in realtà è molto povera, sia nella base che dal punto di vista vocale. Lascia decisamente poco.
Quattro =

RadioLondra – Come una volta

Insolita scelta per una band indie, questa di uscire con una ballata che ha pulsazioni elettroniche ed è quasi decantata, senza imporre nessun tipo d’impulso vocale, ma quasi seguendo una linea ordinata, spesso doppia e rinunciando a momenti di disordine che avrebbero giovato. Non male il testo.
Cinque +

Salmo – 90 min

Partenza quasi epica e poi via ad una base elettronica che pompa, per raccontare l’Italia, le sue finte speranze attaccate magari ad un mondiale e che servono a nascondere problemi che vedono tutti ma fanno finta di non vedere. Salmo è uno dei rapper più quotati e quando riesce a raccontare le cose in maniera così nitida capisci esattamente perché.
Sette ½

Alex Silipo – Non preoccuparti amore

Un passo indietro per Silipo che suona vecchio in questo brano e di almeno 30 anni, finendo nel mondo proposto da Ligabue nel 1990 a cui ha aggiunto delle chitarre che addirittura vanno dietro agli 80. Anacronistico.
Quattro

Emil Spada – Basterebbe un attimo

Strano modo di gigionare con la voce, di ammiccare in maniera un po’ vecchia. Il pezzo è scorrevole paradossalmente più nelle strofe che rendono quasi incomprensibile l’evoluzione più dura dell’inciso, che contrasta con la matrice più pop elettronica ascoltata fino al suo ingresso.
Cinque

Stona – Storia di un equilibrista

Le strofe hanno fortissime analogie con L’Uomo Sogna Di Volare dei Negrita, anche se poi, per sua fortuna corregge il tiro per un inciso che viaggia per altri lidi. Il brano è funzionale ma non capisco sinceramente la scelta di tenere la voce con uno strano effetto ovattato piazzato sopra. Cinque

Symo – Non mi hai amata

Non è un pezzo brutto, solo che è tutto un po’ già sentito. Sentori di r’n’b con incursioni di chitarre latine e qualche tendenza al rap. La voce è molto chiara e pulita, forse persino troppo, quasi infantile, senza contare i soventi raddoppi da sala.
Cinque

Tedua & Chris Nolan – Vertigini

Tedua viene dalla strada… come quasi tutti i rapper, i trapper e tutti quelli che fanno hip hop o declinazioni dello stesso. Beh ormai credo lo sappiano pure i muri. Di positivo in questo nuovo singolo c’è che alla fine Tedua si scorda di usare gli effetti sulla voce e ci si concede persino un’esplosione, che se non altro diversifica.
Sei =

Marian Trapassi – Futuro

Che sapore ha il futuro? Canta Marian. Chi può saperlo, rispondo io! Certo che è un po’ sempliciotto rispondere quello dei baci. Così come è abbastanza svilente buttarla in caciara menzionando gli artisti grandi che non ci sono più.. Peccato perché musicalmente il brano è molto interessante ed il gioco di chitarre e fiati merita attenzione. Magari con un testo migliore…
Cinque

wLog – Osmosi

E’ un arrangiamento essenziale ma intelligente perché rende curioso l’ascolto, quello che accompagna questa nuova canzone del cantautore milanese. Cerchi di capire dove va a parare ed alla fine capisci che è una vera e propria celebrazione del bacio. Però nessuno lo aveva mai raccontato così.
Sette

Rita Zingariello – Amsterdam

E’ questa una canzone di pura immaginazione, nel senso che è quello che stimola a fare ascoltandola; bisogna immaginare, lasciarsi andare. Molto personale sia la scrittura che l’interpretazione della nostra. Tuttavia il brano non ha un grande appeal radiofonico. E’ quel classico pezzo che può chiudere un disco, magari non portarselo sulle spalle come singolo. Comunque intelligente.
Sei