2 Novembre 2018
di Interviste, Recensioni
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2 Novembre 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 2 novembre: Fedez, Emma, Bussoletti, Andrea Febo e…

Da Oggi in radio, la rubrica del venerdì in cui il nostro critico musicale da i voti ai nuovi singoli in uscita. Ecco quelli del 2 novembre

nuovi singoli
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E’ un Venerdi particolare questo, nel mezzo di giornate di festa, ma credete che sia un motivo sufficiente per fermare il nostro critico Fabio Fiume dal pubblicare le pagelle dei nuovi singoli in uscita? Certo che no! Ed allora eccovi la nuova Da Oggi In radio, puntuale e precisa. Chi avrà passato il turno stando alle orecchie del nostro Fabio?

Si ricorda che si tratta del parere del solo critico musicale e non di tutta la redazione di All Music Italia. Inoltre i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna gli artisti tra loro. Essi sono esclusivamente dati alla canzone in base alla carriera di chi la propone.

Mirko Akram – Il mondo delle streghe

Mentre respiri qualcuno ha già scelto per te, canta questa canzone che ha una sua vena polemica verso la società, in salsa pop rock, tutta ritmica, che pone il monito sul credere che attorno ci sia un mondo di fate, ma invece sono solo streghe. E’ interpretata con giusto trasporto, ponendo però l’accento su ciò che si dice che deve restare protagonista e non sulla propria voce. Giusta chiave.
Sei ½

Blugrana – Ora sei… cosa sei?

Un po’ di mestiere in questo up tempo rock, pure nell’impostazione vocale che è molto 80, un po’ epica, come si era soliti fare in quegli anni. Il testo poi è un po’ troppo rigirato sul concetto del cosa sei, cosa sono, cosa siamo… che alla fine nemmeno si capisce cosa si voglia dire, restando alla fine non solo con la domanda del titolo ma con le domande della canzone tutta!
Quattro

Buio Pesto – Giovane vecchia Italia

Dovranno spiegarmi perché riprendere un pezzo di Billie Joel, nemmeno così eccezionale, per metterci sopra una serie di nomi altisonanti prodotti dal nostro paese… così, uno dietro l’altro. E poi, per non farci mancare nulla, una serie di fatti infami successi , un’altra di trasmissioni televisive e fatti sportivi. Bah, ne avevamo bisogno? Se fossi in Billie Joel cercherei uno spigolo per sbatterci la tempia e smettere di soffrire!
Due

Bussoletti – Piango da uomo

Leggero easy pop, con base decisamente 80’s ed anche l’intenzione musicale dell’interpretazione. Il testo è in alcuni passaggi quasi surreale, ed in altre geniale come quando dice non voglio perderti… come è successo con le audiocassette oppure con l’Amiga e i suoi floppy. Penso che la persona amata che si sente dire questo possa avere due reazioni tipo: o ti randella di mazzate o si fa una grassa risata e ti perdona!
Sette

Emiliana Cantone – Voglio ancora a te

Ballata romantica che se fosse stata tutta in italiano avrebbe potuto far parte tranquillamente del repertorio di Alessandra Amoroso. La voce di Emiliana è molto calda ed espressiva ed in pezzi come questo riesce ad esporsi al meglio grazie ai crescendi spesso rafforzati con raddoppi vocali incisivi. Anche il decidere di lasciare alcune liriche in napoletano rende più personale la proposta, che tuttavia però non è che lasci chissà quali spazi a sorprese, muovendosi sii bene, ma in confini prevedibili.
Sei ½

Marco Carta – Una foto di te e di me

C’è tanta atmosfera in questo brano nuovo di Carta che ha per lui un importantissimo significato e magari lo avrà anche per chi vive situazioni simili in cui è importante trovare appigli per potersi sfogare. La forma canzone è abbastanza classica e non ha grandi momenti evidenziabili fuori da strutture pop solite. E’ però ben realizzata e Marco tiene testa al testo, scusate il gioco di parole, mettendoci pancia e cuore.
Sei ½

Paolo Conte – Lavavetri

Il mondo radio non appartiene di certo a Conte ed alle sue composizioni che sono racconto non solo in parole, ma anche in musica. Basti ascoltare l’arrangiamento musicale di questo brano in cui si sceglie una linea essenziale di piano che è però poi qui e lì squarciata da altri strumenti sicuramente più inconsueti, meno abusati. Da ascoltare in contesti specifici per apprezzarne ogni sfumatura, non certo per le solite vie come radio, tv, streaming e quant’altro.
Senza Voto.. in senso positivo.

Cor Veleno, Giuliano Sangiorgi & Roy Paci – Niente in cambio

Una collaborazione tra i rapper ed uno dei mostri del pop italiano che ha completato il brano dopo averlo ascoltato. Si tratta di un racconto ipnotico, che comunica scenografie specifiche già mentre lo ascolti. Paci interviene con un attimo assolo, rafforzando il senso nostalgico del pezzo.
Sette ½

Lucio Dalla – Starter

Non è piaggeria ma vero e proprio piacere per orecchie, mente e cuore, risentire la calda voce di Lucio, che nel suo cassetto aveva ancora questa perlina non pubblicata, fatta di essenzialità elettronica ed una capacità di raccontarci sopra una storia che vivi assieme a lui, che ti sembra di camminarci in quei racconti, vederci addirittura i fumi dai tombini di una sera d’inverno umida e piovosa, con poca gente per strada avvolta in sciarpe e paltò, speranzosa di trovare un bar aperto.
Sette ½

David M – Love pop

Rispetta tutti gli stilemi dell’italo disco dei primissimi anni 80 a cui s’ispira palesemente, persino nell’inglese con accento fortemente italiano. C’è poi una spruzzata nella tonalità di Immanuel Casto, anche lui spesso vicino a questi suoni. Verso la fine del brano poi arriva anche un po’ di condimento 90, in alcuni filtrini e nel rullo di batteria. Però nella sua prevedibilità, funziona.
Sei +

Max Dedo – Inverno maledetto

C’è più di un richiamo dal passato nella linea melodica di questo brano che pure sfuggono ad una somiglianza palese. Si tratta di sensazioni che emrgono ancor più forti per via della scelta vintage dell’arrangiamento. Comunque potrebbe funzionare proprio grazie a quella capacità ficcante che possono avere i brani che richiamano suoni familiari.
Sei +

Luca De Vivo – Aier n’ata vota

Io, te e l’altro, anzi te, lui ed io che sono l’altro. Ma gliel’hai detto che cosa ho fatto per averti? Insomma siamo alla fiera del baratto e dell’usato, e se si pensa che in alcuni passaggi ci sono delle tastierine alla Sanremo 1983 allora quell’usato diventa pure consumato.
Tre

Emma – Mondiale

E’ tutt’altro che mondiale questo nuovo singolo di Emma, che ha un testo con buoni spunti ma anche qualche caduta di stile non proprio gradevole. L’interpretazione torna spinta, un po’ in controtendenza rispetto alle ultime scelte. Tuttavia il brano non è così immediato tale da giustificare il non aver scelto altri singoli dal suo, forse non fortunatissimo come i precedenti, ma comunque notevole disco.
Cinque

Fabien Ph – Prendi tutto

Rap proposto su chitarre e ritmiche funk, con innesti di fiati che ricordano periodi di un pop/jazz che aveva le sue espressioni maggiori tra la fine degli 80 e l’inizio dei 90 per bocche di band come Swing Out Sister ed Incognito. Non scomoderei quei momenti così belli per la musica, perché qui le analogie si limitano a questo. Per il resto c’è un testo figlio dei suoi tempi, con lo slang odioso a mio avviso del fratè… Basti pensare che da napoletano dovrei esserci abituato ed invece attaccherei alla ruota delle torture chi per strada senza conoscerti ti chiama fratè, frà, o zii, capo, cumpagnie mie etc etc. La voce sembra comunque distaccata dalla base.
Cinque

Andrea Febo – Tokyo

Tutti abbiamo un angolo, un posto in cui riponiamo ricordi, ma anche briciole che non abbiamo alzato dal pavimento. La concezione di composizione pop è propria in Febo, che sa come scrivere, pescando anche intelligentemente qui e lì, senza però sembrare smaccatamente ispirato. Qui ad esempio sono immaginabili oh oh oh di sottofondo alla Coldplay, ma non ci sono e resta quindi una buona canzone che ha un testo ben scritto ed è piacevolmente aperta, pronta a farsi cantare.
Sette

Fedez – Prima di ogni cosa

Anche il rapper milanese dedica una canzone al figlio appena arrivato e sfodera per l’occasione un tentativo di canto, senza chiedere aiuto ad una vocalist, come ci aveva abituato. D’altronde si tratta di un argomento personale e di sentimenti delicati che solo lui può conoscere esattamente per come le prova. Diciamo che a differenza di tanti colleghi prima di lui, che hanno reso spesso al meglio in queste situazioni, il suo risultato è un filino acerbo; racconto un po’ affrettato e con troppe frasi ripetute, tra cui la certamente non emblematica è la prima volta anche per me, che vedo te!
Quattro ½

Luca Fiore – Envy

Residente in Inghilterra il giovane cantautore ha imparato a comporre con una concezione metrica molto più vicina al mondo anglosassone che quello italico. In tal senso anche la sua voce, un filino stonacchiata ed imperfetta, ben s’incastra nella modalità di scrittura. Tuttavia al brano manca un inciso forte, perdendosi i buone strofe, pur articolate ma senza un adeguato sbocco che le randa complete.
Cinque =

Carolina Marquez – Su di noi

Questo brano di Pupo, come gran parte della sua discografia, di quella di Al Bano & Romina, Toto Cutugno, Ricchi e Poveri, per un lungo tempo quasi derise, oggi vive un importante momento di nuova popolarità e rivalutazione, forse perché raccontano un momento felice italiano. Bene, però lasciamole là, per bocca di chi le ha rese immortali e non distruggiamole con questo arrangiamento cafardissimo che sarebbe stato vecchissimo persino durante i veglioni di metà anni 90, vestiti in maniera ignobile con le camicie sbottonate fino all’ombelico e catenoni al collo!
Due

Kill Nea – Senza respiro

Mischia un po’ di concetti pop, con anche accenti dance e persino sentori rap appena accennati nelle strofe, in un unico brano questo brano con un risultato che è un po’ confuso. Ti spinge a riascoltarlo per cercare di capire a che tipo di pubblico si rivolge ed alla fine ti rendi conto che strizza l’occhio un po’ a tutti, senza però avere la possibilità di colpire realmente nessuno.
Quattro

Pacifico – Molecole

Non è un caso che grandi artisti italiani cerchino brani firmati da Pacifico! Sarà per la capacità di catturare immagini in musica che ha la sua scrittura. Quando poi ad interpretare la sua penna ci si mette lui stesso, magari l’impatto diventa meno invasivo, ma ne guadagna in intimità. Qui, però c’è una pecca: non hai nemmeno il tempo di affezionarti a questa poesia musicale che è già finita!
Sei

Andrea Ricciuti – Quando mi abbandono

Musicalmente potrebbe anche essere interessante perché c’è una concezione musicale che gioca metricamente in maniera non scontata. Ma seppur di protesta, infastidisce un po’ la scurrilità voluta del testo che tra l’altro non trova nell’interpretazione di una voce un po’ piatta e che sembra soprattutto esterna alla base, la giusta dose di rabbia che avrebbe dovuto metterci.
Quattro

Piergiorgio Tedesco – Con le dovute eccezioni

L’incipit è Stabiliamo Un Contatto degli Stadio, almeno nelle prime due righe della strofe, poi più volte riprese. La canzone ha una sua energia ed anche un testo che ha punti realistici, come quando nell’inciso ci ricorda che è facile essere geni col senno di poi. Molto spazio inoltre dedicato alla parte musicale, cosa abbastanza inusuale ma mai deplorevole. Peccato quella piccola ingenuità, sennò…
Sei

Tre Allegri Ragazzi Morti – Caramella

Arrangiamenti rock ed un’indole di scrittura più pop qui trovano un esempio perfetto di coesione. Il brano è più interessante dal punto di vista dell’arrangiamento dove sembra ripescare dal periodo ’90 degli U2, rispetto ad un testo un po’ ripetitivo, ossessivo ed ossessionante.
Sei=

Fabrizio Voghera – Inconscio subliminale

La ballata è resa in maniera un po’ pesante, forse per questa fortissima carica attorale nel proporla e le cose non migliorano quando il brano evolve in up tempo. L’inciso ha poi virate verso una teatralità da musical, che le parole non così cantabili rendono ancora un filino più astruse.
Quattro