16 Marzo 2015
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16 Marzo 2015

INTERVISTA a SYRIA: “in attesa di festeggiare i miei 20 anni di carriera, con BELLISSIME omaggio a teatro la musica al femminile” (VERSIONE INTEGRALE)

Intervista a Syria: con lo spettacolo "Belllissime" celebra il meglio della musica italiana femminile, preparando i festeggiamenti per i 20 anni di carriera

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Vi proponiamo oggi un’intervista a Syria, entrando in contatto con il suo mondo fatto di passione e ricerca, prendendo spunto dall’occasione di presentare ai nostri lettori lo spettacolo teatrale Bellissime, che ha da poco debuttato con grande successo a Enna. Un evento che vede Syria protagonista assoluta, in scena con il musicista Tony Canto, intenta a presentare la storia della musica italiana attraverso l’interpretazione di brani delle eccellenze al femminile della nostra scena musicale, legate in un lungo percorso che parte dagli anni ’50 di Nilla Pizzi al contemporaneo di Malika Ayane aggregato dai testi curati da Luca De Gennaro. Un viaggio nel quale Syria si mette a totale disposizione del racconto e dell’interpretazione, forte di una maturità e di una sensibilità ancora più forti. Un’intervista a 360° che spazia tra presente, passato e futuro, in un intreccio di collaborazioni ed esperienze che porteranno l’artista romana a festeggiare il prossimo anno il suo ventennale di carriera.

Bentornata su All Music Italia, ti incontriamo per parlare del tuo spettacolo teatrale Bellissime, un vero e proprio viaggio tra le eccellenze musicali al femminile del nostro paese, ti va di raccontarmi come è nato questo progetto?

Certo, tutto è nato sotto un ulivo in Puglia,…te la racconto così, aspettavo mio figlio Romeo, era sera ed ero in compagnia di cari amici con i quali trascorro spesso le vacanze,…sarà stata la gravidanza ma quello è stato un periodo di grande fermento, voglia di creare qualcosa di diverso, ero molto ispirata, anche se di base nella mia vita non mi sono fatta mancare niente, in quella fase quest’esigenza era ancora più forte. Con Luca De Gennaro, l’autore dei testi dello spettacolo ci siamo raccontati un pò di vita, parlando anche della mia voglia di ritornare a teatro, con  qualcosa di legato alla musica essendo io cantante e non attrice, ma soprattutto per mettere a frutto il tempo trascorso a cercare di conoscere la storia della musica italiana e soprattutto attraverso il contributo delle donne…così mi sono chiesta, perché non mettermi a servizio della musica per raccontare storie e aneddoti che si nascondono dietro alle più belle canzoni? A me piace scavare e andare oltre le apparenze, mentre Luca che è un Wikipedia della situazione, possiede una grande cultura musicale. Da lì è nata la voglia di far miei i racconti che lui mi riportava, cercando di rendere tutto fruibile, come fossimo a scuola ma con grande intimità, in scena creata grazie alla chitarra di Tony Canto, che riesce a proporre momenti musicali straordinari.

Che atmosfera hai cercato di riportare?

Un’atmosfera intima, come si fosse a casa sul divano, semplice, diretta e senza fronzoli: io, una chitarra, dei testi e delle storie da raccontare per proporre un percorso molto lungo, che parte dagli anni ’50 e arriva fino a noi…purtroppo ci sarebbe anche troppo da dire, se potessi racconterei ancora di più e probabilmente lo farò, presentando uno spettacolo ogni volta diverso, una scaletta in continua evoluzione, altrimenti non potrei in così poco tempo riassumere così tanti anni di musica italiana raccontati dalle donne.

A partire dagli anni 50 proponi un tributo ai nomi di spicco di ogni decennio. In quale periodo credi si sia espressa al meglio la musica italiana al femminile?

E’ difficilissimo, ogni decennio ha il suo perché, io sono molto colpita dagli anni ’80, mi entusiasmano, ma anche sui ’60 ragazzi c’è molto da dire…ci sono donne in quegli anni che hanno portato delle canzoni apparentemente leggere ma di grande spessore.

Ad esempio?

Proprio sperimentando con Tony Canto nuove versione di pezzi dell’epoca, ci siamo resi conto che molti pezzi nascondono dietro un’apparente semplicità ben altro…con una nuova veste musicale si riaccende anche il peso delle parole,  ti faccio l’esempio di Cuore di Rita Pavone per molti una canzone…”simpatica”:rivisitata con un pathos maggiore diventa una dichiarazione d’amore incredibile, non che non lo fosse nella versione originale, ma studiando e scrutando i pezzi è incredibile come mettendo mano a melodie semplici ci si accorga quanto le donne abbiano dato alla nostra musica. Io rimango affascinata da tante cose…se ho scelto canzoni forse poco note al grande pubblico è perché è un dovere dare spazio a pezzi speciali anche se all’epoca ebbero un successo minore.

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Nello spettacolo non hai voluto celebrarti in nessun modo inserendo tuoi brani in scaletta se non per un eccezione, Momenti, uno splendido testo inedito di Sergio Endrigo musicato da Cesare Malfatti che hai inciso nel 2008 nel disco Un’altra me. Quanto sei legata a questo brano?

Tantissimissimissmo, perché questo brano è arrivato in una fase della mia vita molto particolare e perché fa parte di un album al quale tengo molto, Un’altra me, realizzato proprio con Cesare Malfatti. Sono molto legata a Momenti perché, come racconto in scena, Sergio Endrigo lo conoscevo da quando ero piccola e avrei voluto da sempre approfondirne la conoscenza una volta cresciuta, ma purtroppo non c’era più. Una notte lo sognai,  mi accarezzava il viso e mi diceva cose molto belle: “Tieni duro, vai avanti perchè nella vita avrai tante cose da fare…” un sogno bello paterno, bello e molto dolce, al punto che mi ha dato il coraggio di contattare la figlia, dicendole “Claudia, dopo molto tempo da quando tuo papà giocava a carte con mio padre, mi ritrovo ora a voler approfondire tutto quello che è stato Sergio Endrigo…“, le raccontai il sogno, non ci sentivamo da molto tempo e lei mi rispose. “Cecilia, sai che cosa strana l’altro giorno ho trovato in un cassetto dei testi inediti di mio papà, avrei piacere che ne scegliessi uno , perchè credo sia un segno…“. Io scelsi Momenti, un testo molto forte, attuale e tutto ciò mi ha toccato molto.

Confermo, riascoltandola ci si rende conto di essere davanti ad un pezzo che, forse proprio per il valore della mano che lo ha scritto, resta di un’attualità pazzesca…

Un pezzo molto importante, sempre attuale, devi pensare che è un pezzo scritto moltissimi anni fa…

Non sai in che anno è stato scritto?

Potrebbe essere degli anni ’70, anche se vorrei approfondire meglio la cosa con Claudia, non c’erano riferimenti ma credo sia nato in quegli anni.

Un sogno di quelli che cambiano la vita quello che ha portato alla nascita di Momenti

Quel sogno mi ha lasciato un segno, poi aver ricevuto il testo dalla figlia è stata una cosa altrettanto forte che mi ha resa felice, una canzone scritta da Sergio Endrigo è una grande cosa. La considero una delle canzoni di punta del mio repertorio. Siccome si parla di autori in questo spettacolo,  l’ho inserita per rendere il giusto omaggio a Sergio Endrigo, non certo per celebrare me.

Anche il racconto di come è nata questa canzone, oltre all’immagine che hai scelto per raccontarmi della nascita dello spettacolo, sono molto belli. Sintomo di una grande capacità comunicativa, e che la dice lunga sulla cura che metti nella realizzazione dei tuoi progetti. Non per fare complimenti, ma è veramente una cosa che si percepisce parlandoti…

Mi fa piacere, perché è proprio così, la vita mi ha sempre portato prima a vivere momenti particolari, per poi arrivare a trasferire qualche idea nel mio lavoro. io non ho mai fatto nulla di studiato a tavolino, ogni cosa è stata da quanto vissuto, dagli amici, dagli incontri, dai sogni, a volte anche solo da un film o da una lettura, credo sia una cosa comune a tanti, però non scrivendo le mie canzoni, compenso alla mancanza di questa grande possibilità in questo modo.

Beh, la dimostrazione che essere cantautori non è l’unica strada per portare la propria anima nei progetti che si realizzano…

A volte si va per immagini, per esperienza, assemblaggio di persone, in vent’anni mi sono concessa quest’attitudine, che ora sfrutto molto di più che in passato, mi piace mettere insieme le cose, anche con testa e delicatezza, senza pretendere di fare tutto subito.

Se dovessi inserire un’appendice con il nome di una cantante che ti ha colpito tra i nomi nuovi della musica italiana chi sceglieresti e con quale canzone?

Io sono una fan sfegatata di Malika, la amo e ho una stima infinita di lei, è una donna e un’artista che mi piace, per me è la nuova Ornella Vanoni. Le invidio molto Come foglie, scritto per lei da Giuliano Sangiorgi, che infatti propongo in Bellissime, la mia posizione è quella di omaggio, nessuna emulazione, ma la voglia di sottolineare la bravura e la grandezza di queste artiste. Se proprio devo farti un nome di un’artista contemporanea vicina a me Malika è per me un esempio di grande ispirazione. Un’altro nome è Laura (Pausini ndr), che è alla base di tutto quello che vedo nella musica italiana, dai “miei giorni” in poi, ho la fortuna di essermi confrontata in più occasioni con lei e si è dimostrata una donna che sa darmi molta sicurezza, cose che in questo ambiente fanno piacere, già è una gran cosa che tra donne ci sia solidarietà.

Se dovessi chiederti invece la stessa cosa ma facendoti includere un nome meno celebre, una vera nuova promessa?

Non è facile, con le ultimissime cose anche per via dei talent sono confusa….beh se devo pensare ad una promessa del domani, ti dico che mi ha colpito molto Amara e ti dirò di più, mi auguro proprio di poterla conoscere meglio, potrebbe essere un nome che meriterebbe di essere menzionato, potrei farlo anche nello spettacolo dopo aver conosciuto qualcosa in più di lei, approfondire e poter dire “oggi mi va di raccontarvi di questa bravissima cantautrice...”.

Cosa ti ha colpito di lei?

Mi ha colpito molto la profondità, se Malika è la mia ultima scoperta diventata certezza, Amara è una scoperta proprio dell’altro giorno, l’ho vista a Sanremo dove ha lasciato un gran bel segno, è bravissima perché lì tra i giovani si tende a perdersi, a dimenticarsi di molte cose, lei ha lasciato un gran segno…

Se invece potessi inserire un solo nome straniero, quale porteresti e con quale canzone?

Ti faccio il nome di una cantautrice a mio parere pazzesca, Eva Cassidy, proprio l’altro giorno stavamo suonando Le notti di Maggio di Fiorella Mannoia e continuavo ad immaginarmi come l’avrebbe fatta lei. Nonostante fosse un’artista folk, che purtroppo non c’è più, ti consiglio di ascoltare tutta la sua produzione, scoprirai la classe e la dolcezza di un’artista veramente brava: ci sono canzoni che secondo me hanno tanto di italiano, ad esempio credo che quest’atmosfera si ritrovi molto in alcuni pezzi di Giorgia.

Il tuo è un ritorno a teatro. Cosa ti affascina di questa tipologia di spettacolo live?

Ho avuto alcune esperienze ma, non essendo un’attrice, non voglio far intendere un’attitudine da veterana, ciò nonostante da cantante ciò che amo del teatro è il pubblico, la possibilità di dare peso ad ogni singola parola detta, mi piacciono i silenzi,  gli applausi al momento giusto, anche il brusio, persino i colpi di tosse…è una realtà molto bella e diversa.

Tutte cose che hai ritrovato in Sicilia, dove hai appena debuttato?

Si, ho debuttato a Enna al Teatro Garibaldi, un teatro antico molto bello, e mi mancava tantissimo questa situazione mi accorgo quanta voglia ho di dare qualcosa di me che forse nei concerti normali non si percepisce. Una dimensione che mi piacerebbe portare avanti a oltranza e soprattutto quello che mi piace di questo spettacolo è che non ha scadenze, probabilmente potrebbe durare anni….è una sorta di format ed io ho voglia di portarlo avanti il più a lungo possibile.

Un’avventura che ti vede tornare a teatro, dopo aver affiancato nelle precedenti esperienze Francesco Paolantoni e poi Paolo Rossi, come unica protagonista, seppur supportata dalla natura musicale e femminile del progetto. Hai sentito il peso di questo passaggio? 

L’ho sentito e lo sento, sono vent’anni che faccio parte del meraviglioso mondo della musica, un lungo periodo caratterizzato da molte esperienze diverse e propormi ora in questa veste è come mettermi a nudo. Ho delle responsabilità ma onestamente in ogni gesto, in ogni parola c’è una sicurezza che non avrei potuto mai permettermi qualche anno fa, ho una sicurezza maggiore proprio anche grazie alla consapevolezza di poter raccontare qualcosa di me, piccole cose che mi riguardano e che le persone che mi seguono da tempo sapranno ritrovare. E’ come se ci fosse il riassunto delle cose che ho messo insieme in questi anni.

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Cambiamo argomento, parliamo di un tema molto discusso, quello dei social, tu sei stata sempre all’avanguardia sotto questo aspetto sin dai tempi di MySpace li hai usati costantemente e hai vissuto in prima persona il loro arrivo. Volevo chiederti cosa credi possano portare di positivo e di negativo a livello comunicativo per un artista.

In fondo è tutto positivo, la differenza sta tutto in quanto e come vivi i social, ultimamente ho capito che può essere un’arma a doppio taglio, con persone che stanno li a provocarti, ma tolto ciò io sono da sempre un’ammiratrice di questi mezzi.La cosa che mi piace di più, è lo stile di Instagram: con uno scatto ti racconti ogni giorno, trasmetti il tuo umore, le tue emozioni, per assurdo attraverso una foto arriva un messaggio ben più diretto che con la parola, sicuramente di più che con comunicati come “Ciao a tutti.oggi esce il mio disco“. Io cerco sempre di lanciare un messaggio magari semplice, ma con un’immagine significativa,  come quando è uscito il mio ultimo disco la cosa più bella è stata poter pubblicare una foto del disco tra i giocattoli di mio figlio, fargli una foto con lui che lo teneva in mano tra i Lego e scrivere “Oggi anche mio figlio romeo ascolta Syria10” …

Il racconto delle tue esperienze attraverso le foto, oltre ad essere un efficace veicolo di messaggi al tuo pubblico, diventa anche la galleria della tua vita di fatto…

Bellissimo, un archivio meraviglioso, la trovo veramente una genialata…molto bello!

Hai menzionato Syria10, il 10° disco uscito, nel 2014. Il prossimo anno si celebrano i tuoi 20 anni di carriera, calcolati dall’uscita del tuo disco in occasione dell’esordio sanremese nel 1996. So che non sei un’artista che ama celebrarsi e infatti non hai mai pubblicato nè raccolte nè un tuo best of nonostante decine di tuoi singoli abbiano invaso le radio in questi anni. Almeno per questa occasione hai in mente qualcosa di celebrativo?

Ma si per i vent’anni facciamo che forse è si che dici? (ride ndr)…Non ho festeggiato il decennale, per i venti ci sta, ci sono anche un pò più di pezzi. Penso sicuramente valga la pena festeggiare, devo solo capire la formula giusta per farlo…sicuramente sarà qualcosa di speciale e che che coinvolgerà i fan…ci sarà sicuramente qualcosa di live…

Avendo capito la genesi e la gestazione dei tuoi progetti, immagino che qualche idea in testa ci sia già…

Si si, qualcosa c’è…sto aspettando delle risposte, sto valutando la fattibilità di alcune cose…appena mi arriveranno alcuni ok inizierò concretamente, ma sicuramente un Best of uscirà…non so in che formula, nè in che modo ma uscirà.

Facendo un parallelismo tra il tuo spettacolo al femminile e queste celebrazioni, ti chiedo tre nomi di donne della musica italiana che vorresti al tuo fianco in questo ventennale…anche se un paio mi sa che me li hai bruciati prima…

Beh si Malika e Laura senza dubbio, poi mi farebbe enorme piacere Marina Rei, vent’anni di amicizia che vanno di pari passo con la nostra carriera…poi ce ne sarebbero tante, in questi anni mi sono capitate tante cose belle coincise con tanti incontri altrettanto positivi, l’altro giorno ho sentito Carmen Consoli e mi ha fatto piacere ritrovarla,con Paola Turci c’è un’amicizia e una stima che dura da quand’ero ragazzina…figurati…ce ne sarebbero davvero tante…

In realtà gli auguri te li faremo già nel prossimo novembre, infatti il tuo reale debutto è avvenuto nel novembre 1995 quando hai vinto a furor di popolo le selezioni televisive di Sanremo Giovani con Sei bellissima… che ricordo hai di quel momento e di quella ragazzina?

Una giovanissima e tremante ragazza, piena di insicurezze e di dubbi, con una voce molto intonata, tante speranze ma con un piede in una cosa molto più grande di lei. Mi sono fatta trasportare e gestire, credo di essermi comportata bene, perché poi sono successe cose speciali e via via iniziavo a capire che avrei dovuto rimboccarmi le maniche e lavorare duro…

Dalle canzoni di questo spettacolo ad esibizioni come quella del premio Gaber dove hai ottenuto riconoscimenti di stima dai critici per la tua re interpretazione di Se potessi, si evince la tua attitudine d’interprete rara. Da questo punto di vista credi che ci sarà prima o poi un seguito del tuo disco più voluto e ricercato, “Un altra me?”

Io spero vivamente di ritornare a lavorare con Cesare Malfatti, perchè Un’altra me è Cesare Malfatti, a livello di suoni, ci vedremo tra qualche giorno per dar vita ad una versione di Momenti particolare. Sarebbe per me un piacere rimettermi a pensare ad un altro disco così, anche se è impossibile pensare ad un’altra Un’altra me…sicuramente riportare quello spirito in un nuovo progetto mi piacerebbe molto, tempo al tempo, più avanti perché no.

Sei una sperimentatrice da sempre, capace di passare dal melodico al pop, dalla musica indie all’elettronica. Ho letto alcune tue interviste in cui dici che la tua coerenza sta nell’incoerenza e che ami da interprete metterti a disposizione di belle canzoni. In realtà è legittimo ma mi sembra leggermente riduttivo perché dietro ad ogni tuo discosi vede molto di più. C’è molta ricerca, del suono e dei testi, un ascolto continuo di musica di ogni tipo che spesso ami anche condividere sui tuoi social… spesso è capitato di sentirti parlare di artisti prima che questi venissero scoperti dal grande pubblico, si va dagli italiani come i Perturbazione agli stranieri come Sia, ora osannata da tutti ma di cui condividi sui social dal 2009. Mi collego a questo per sottolineare che hai un’attitudine innata da talent scout, avresti voglia di produrre qualche artista emergente?

Magari più avanti chi lo sa, diciamo che sono stata educata molto alla ricerca, per me è una cosa normale…

Non stai pensando di iniziare a puntare sul talento di altri artisti?

No quello no, ancora non mi sento preparata per una cosa del genere, dovrei ancora lavorarci molto, appena sento qualcosa di particolare mi verrebbe anche voglia di farlo, però per diventare una nuova Caterina Caselli mi sa che devo fare ancora un bel pò di strada…

In realtà è una cosa che già fai, finalizzata ai tuoi progetti, ma è comunque una ricerca di nuovo talento, non trovi?

Forse si, ma non ufficialmente, non nego che potrebbe essere possibile, ma non adesso, in futuro chissà, per adesso lo lascio fare a chi lo sa far meglio di me, cioè a mio marito… (Pierpaolo Peroni ndr), per poter pensare di riversare tutte le mie energie su qualcuno devo prima riuscire a rilassarmi, anche perché quando arriverò a farlo, lo vorrei fare veramente con tutte le carte in regola per dare il massimo e con il massimo rispetto, per ora mi limito a segnalare quello che mi colpisce e che credo meriti attenzione.

Ringraziamo Syria per la disponibilità e la gentilezza dimostrata in questa bella intervista, rimandandovi alle nostre pagine, oltre che ai suoi canali social (QUI Facebook, QUI Twitter), per essere aggiornati sulle prossime date previste per lo spettacolo Bellissime, che vi permetterà di ammirare a teatro il talento cristallino e moderno di Syria abbinato al meglio della musica italiana al femminile degli ultimi decenni.

Tutte le foto di questo articolo sono di Charley Fazio

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