9 Marzo 2023
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9 Marzo 2023

Michele Bravi, nuovo giudice di Amici, scrive una lettera aperta ai ragazzi in gara

La carriera del cantautore e attore è partita anch'essa da un talent show, X Factor

Amici Michele Bravi
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Amici 22 Michele Bravi sarà uno dei nuovi giudici del serale di Amici di Maria De Filippi insieme a Cristiano Malgioglio e al ballerino lanciato dal programma, Giuseppe Giofrè. Il cantautore ha fatto una cosa anomala, prima dell’inizio del programma prevista per sabato 18 marzo 2023, ha voluto scrivere sui social una lettera aperte ai ragazzi in gara nel programma.

La sensibilità del ragazzo del resto è nota al punto che lui stesso per primo scherza spesso ai suoi concerti sul fatto di essere una persona malinconica ed estremamente sensibile. Michele è uno che, discograficamente e umanamente, ha superato tante prove nella vita.

Vincitore di X Factor dopo il successo iniziale fu “messo alla porta” dopo solo due dischi, di cui il secondo con brani quasi più imposti che scelti, con parole dure (“Sei finito…“). Bravi è stato capace poi di risollevarsi e reinventarsi partendo prima da YouTube e dalla piattaforme social. Ha inciso un album in inglese e nel 2017, complice anche Maria De Filippi, ha partecipato al Festival di Sanremo ottenendo un ottimo quarto posto con Il diario degli errori e pubblicando l’album certificato con il disco d’oro, Anime di carte.

Proprio quando la carriera del ragazzo era in costante salita è arrivato un terribile incidente stradale in cui una donna ha perso la vita che ha visto coinvolto l’artista. Da quel momento il buio che, solo dopo diverso tempo, lo ha visto tornare alla musica con un album stupendo e pieno di terribili verità, La geografia del buio (qui la nostra recensione) e il ritorno in tv, ancora una volta grazie a Maria De Filippi, ad Amici Speciali.

E dopo aver preso parte tra i selezionati ai casting del talent show di Canale 5 quest’estate, ora Michele torna nel ruolo di giudice. Questo ruolo, così impegnativo, lo ha portato a scrivere ai ragazzi una lunga lettera.

Amici la lettera aperta di Michele Bravi

Cari ragazzi di Amici,
io sarò una delle tre persone sedute sulla poltrona rossa a guardarvi nel vostro primo grande spettacolo.

È finalmente arrivato il momento in cui dovete restituire la sicurezza che vi hanno regalato tutte le persone che hanno speso anche solo un secondo delle loro giornate per capire cosa avevate da raccontare. Il pubblico sarà, per voi che state diventando professionisti, una delle più grandi storie d’amore della vostra vita.

Se durante le puntate pomeridiane anche gli spettatori erano illuminati dai riflettori, col serale la luce sarà solo per voi. Non dimenticate mai di illuminare chi vi ascolta e guarda, non abbiate mai paura di dare spudoratamente agli altri tutto quello che è ammassato dentro di voi. E anche quando vi sembrerà di non avere nulla, non abbiate paura di darlo tutto quel nulla.

Tutti hanno qualcosa da dire, noi abbiamo la fortuna sacra di avere anche qualcuno che ci ascolti. Non possiamo che esserne grati.

Sono stato chiamato a giudicare e proverò a farlo con una premessa. Non ho mai pensato che esistessero brutte canzoni e belle canzoni, brutte esibizioni e belle esibizioni. Penso che esistano canzoni che posso capire e canzoni che non posso capire, esibizioni che riesco a decifrare e altre che parlano una lingua che non conosco. Spero di potervi comprendere e decifrare sempre. Se non dovesse accadere, non pensate mai che il mio possa essere un giudizio negativo, sarà soltanto la richiesta di uno spettatore che cerca di dirvi ingenuamente: “Spiegalo anche a me, fai entrare anche me”.

Conosco la vostra euforia perché come voi sono nato con questa assurda presunzione di avere delle cose da dire, di raccontare una storia nella speranza che la mia esperienza individuale potesse diventare uno sfogo universale, aperto a tutti. Ed è una presunzione meravigliosa.

Le parole di Pasolini sulla scrittura mi hanno sempre ispirato, ve le regalo nella speranza che vi indichino la strada. Lui diceva che perché un libro possa essere d’aiuto a chi legge deve essere stato prima di tutto d’aiuto a chi l’ha scritto. E credo che questo valga per ogni forma d’arte.

Buono spettacolo.
M