20 Febbraio 2020
di Interviste, Recensioni
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20 Febbraio 2020

Intervista a Edwyn Roberts: “Sono concentrato sul mio percorso autorale ma mi sento anche pronto per Sanremo…”

Edwyn è co-autore di "Fai rumore", brano vincitore del 70esimo Festival di Sanremo. Con lui parliamo del suo percorso d'autore, di quello da cantautore e del sogno ancora nel cassetto...

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Intervista a Edwyn Roberts.

Era un po’ di tempo che noi di All Music Italia non si dava spazio ad una bella intervista con i giovani autori della musica italiana, cosa che invece è sempre stata una nostra buona abitudine.

Io stesso non me ne occupavo da mesi, dai tempi in cui ho intervistato Roberto Casalino in occasione dell’uscita del suo ultimo album.

Così quando mi è stata proposta quest’intervista a Edwyn Roberts ho accettato di buon grado, contento proprio di potere ritornare a proporre all’intervistato, e spero cosa trasmettibile anche a chi mi e ci legge, un clima caldo, una chiacchierata intima dove permettergli di raccontarsi come ad un amico di vecchia data; l’amico in quel caso siete voi lettori e chi compone, chi scrive, può solo essere felice di lasciarsi conoscere senza filtri, senza perbenismi da comunicato stampa, ma come se si fosse seduti su un tappeto al centro di un soggiorno, senza scarpe, tra pareti amiche.

L’occasione d’incontrare Edwyn Roberts arriva da questa affermazione enorme avuta alla settantesima edizione del Festival Della Canzone Italiana Di Sanremo, dove ha trionfato co-firmando assieme a Diodato, che l’ha pure interpretata, la canzone vincitrice Fai Rumore. Da li partiamo…

Allora Edwyn, una vittoria a Sanremo sottolineata, tra l’altro, dal primo posto in classifica nella settimana successiva. Sappiamo come la può vivere un artista esposto in prima linea, ma chi sta dietro invece come la vive?

Sai che faccio ancora fatica a realizzare? E’ una cosa strana per me.

Non ti sei ancora svegliato?

No, ma la cosa strana è un’altra e cioè che con questa canzone è come se subito avessi capito che il vento girava favorevole, non saprei spiegare.

Ti prego provaci!

E’ stato tutto davvero bello e strano allo stesso tempo, sin da quando io e Antonio l’abbiamo scritta.

Io stavo semplicemente suonicchiando, sai come può essere in un pomeriggio tra amici e d’improvviso lui, a braccio, ha iniziato a cantarci sopra ed è venuta fuori così Fai Rumore. Un vero e proprio buona la prima e ce ne siamo resi conto subito!

Poi chiunque l’ascoltava, anche alle prove, tra gli addetti ai lavori, diceva che il podio sarebbe stato quanto meno sicuro ed io, sai, scongiuravo perché in queste situazioni spesso si entra Papa e si esce cardinali.

Eri a Sanremo per poter festeggiare con lui?

Si, ero dietro e ovviamente quando è sceso c’è stato un abbraccio lunghissimo, condito di lacrime. Credo che sia una cosa capibile.

Spesso il nostro direttore Longo, proprio in occasione del Festival, si è speso in prima persona perché gli autori dei brani che prendono premi fossero invitati a salire sul palco. Ti sarebbe piaciuto sinceramente?

Inutile dirti che chiaramente mi avrebbe fatto piacere; credo che chiunque faccia il nostro lavoro non possa non essere contento di un riconoscimento pubblico, per altro su quel palco così importante…

Però? Sento che c’è un però…

Si ( ride ndr ), però sono così concentrato su questo mio percorso autorale, sulle tante cose belle che mi sono successe e che stanno succedendo, che probabilmente oggi come oggi, non è quella la cosa importante.

Diciamo che per il momento va bene così. La velleità di stare in prima linea riesco ancora a tenerla a bada. Comunque quella del direttore è una bella proposta.

Parlavi prima dell’inusuale composizione di Fai Rumore: avete subito pensato che fosse il pezzo giusto per Sanremo?

No, non è nata con quell’intento. Sapevamo, come dicevo, che era venuta fuori una cosa di valore ma non so personalmente a che punto fosse lui con le altre canzoni dell’album, se pensasse già al Festival.

Chiaramente mi ha fatto piacere che lui che compone solitamente da solo, scegliesse l’unico pezzo scritto non da solo.

Ti va di fare qualche passo indietro?

Certo.

Sei venuto fuori da Amici di Maria De Filippi nel 2013, in quella che fu una delle edizioni, in termini d’ascolto, tra le più di successo. Poi come tanti ma a differenza di alcuni ragazzi venuti fuori dal talent non sei rimasto in quell’orbita e la popolarità è scemata.

Ti sei sentito tradito dal non aver avuto le stesse possibilità di altri o hai pensato che fosse semplicemente la tua strada che andava altrove?

Tradito proprio no. E’ stata un’opportunità eccezionale che poi io non ho cavalcato perché semplicemente non volevo.

Non volevi fare l’artista?

Non in quel momento forse. Ho fatto Amici senza essere probabilmente strutturato, corazzato in maniera adeguata.

Non è stato facile e quando ne sono venuto fuori dovevo cercare prima io di capire a che punto fossi del mio processo umano ed in quel momento specifico quella strada non era la mia.

E’ stata più una presa di coscienza personale, un’attesa per un periodo più giusto per me.

E poi?

Poi è accaduto che la Curci, la casa editrice che mi rappresenta, ha subito creduto in me e mi ha atteso, protetto, mettendomi nelle condizioni di lavorare bene, di affinarmi.

Ed arriva il primo successo autorale, Senza Fare Sul Serio che diventa protagonista di un’estate, nel 2015, e vale all’artista Malika Ayane un triplo disco di platino…

Un successo inaspettato che devo anche a lei per aver scelto il mio brano e per averci creduto a tal punto da farne un singolo.

Come è stato il vostro contatto?

Certi circuiti, entrarci , non è cosa così semplice. Sono stato fortunato perché ho conosciuto Niccolò Agliardi che ha creduto moltissimo in me, come la Curci Edizioni di cui prima, e da lì le cose si sono messe in moto.

Se ci pensi non è che abbia atteso nemmeno molto visto che sono uscito da Amici nella primavera del 2013 e Malika ha registrato il mio pezzo per l’album in uscita nel 2015.

Parli sempre di fortuna, ringrazi di continuo. Sei uno che ha tanta riconoscenza?

Certo e ti dirò di più: sono molto riconoscente anche a voi di All Music Italia perché mi seguite da sempre, date spazio agli autori, li segnalate. Per me poi avete sempre avuto belle parole.

Altri invece parlano solo degli autori importanti e magari al mio nome avrebbero fatto seguire un: “Ma chi beep è Edwyn Roberts”? Voi no.

La lista di quelli per cui hai scritto diventa sempre più lunga e importante: Eros Ramazzotti, Arisa, Francesco Renga, Elodie, Giusy Ferreri, Marco Carta, Raige, Chiara, Paola Turci che col tuo pezzo ci ha fatto Sanremo l’anno scorso e poi Laura Pausini che la tua Simili l’ha portata in giro per il mondo e ne ha fatto titolo di un album intero…

Laura si! Ma la cosa bella è scoprire le persone al di là degli artisti. Laura, ad esempio, alla vittoria di Antonio ( Diodato ndr ) a Sanremo, mi ha mandato subito un messaggio carinissimo per complimentarsi con me. E’ stata una cosa molto dolce e che ti dice chi è la persona.

Dicevi che nel 2013 non ti sentivi pronto a metterci la faccia. Oggi lo saresti?

Per fare un talent assolutamente no. E’ colpa di quei meccanismi che non mi appartengono e che non riguardano la musica ma lo spettacolo televisivo, il vissuto. Per quelle pressioni credo di non essere pronto.

Se invece parli di fare un disco mio, magari un Festival di Sanremo, allora penso di si, anche se ribadisco, riesco a gioire anche di quello che ho. Non ho la smania di andare lì, davanti.

Faccio sempre questa domanda agli autori ma a te la raddoppio: per chi scriveresti tu se dovessi scegliere, per chi se ti suonasse il telefono e ti dicesse “hai una canzone per me? ” faresti salti di gioia?

Io ti rispondo col sogno della vita ovviamente: Mina. Pensa che è talmente un sogno che preferirei forse non succedesse mai, perché per me è talmente mito che talvolta è meglio che questi, i miti, restino tali. Così hai sempre un sogno.

Ed invece, ti avevo detto che la raddoppiavo, un artista giovane che magari non ha ancora ottenuto secondo te quanto poteva, a cui vorresti dare una canzone che magari sia per lui/lei la svolta?

Non so risponderti, perché potrei dirti chiunque, anche chi non è ancora venuto fuori. Forse mi stimolerebbe ancora di più. Sarebbe come crescere insieme.

Chiudo con la domanda che faccio sempre a tutti, artisti, autori, chiunque: cosa non ti ho chiesto durante questa chiacchierata che ti farebbe piacere si sapesse di te?

Nulla. E’ stata proprio una bella chiacchierata che mi ha messo a mio agio. Per cui grazie a te, grazie di tutto come sempre ad All Music Italia.

Si ringrazia Edwyn Roberts ed Edizioni Curci.