9 Luglio 2015

TIZIANO FERRO io me lo so spiegare

Donato Santoianni questa settimana è stato al concerto di Tiziano Ferro allo stadio San Siro... ed ora sa che anche noi abbiamo un artista internazionale

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È il nostro paese e davvero lo amo tanto.
Lo amo per diverse e molteplici cose, che a mio dire sono insostituibili! Eppure è innegabile quanto sia, spesso, affascinante e rivoluzionario quello che tistariva da fuori. Capita in qualsiasi ambito quindi anche nel mio, la Musica.

Fin da piccolo, con YouTube mi sono “imbucato” in tantissimi concerti stranieri. Ricordo l’emozione nel vedere Michael Bublè al Madison Square Garden, o la psichedelia dei Pink Floyd in Pulse a Venezia, persino gli Oasis a Wembley erano stati in grado di stupirmi, un intero stadio li per cantare insieme a dei loro concittadini.

Da ingenuo pensavo che tutto questo in Italia non esistesse, che non potessero esistere artisti in grado di fare uno spettacolo tale, misto di scenografia di belle canzoni cantate dall’inizio alla fine. Ma esisteva Vasco e in qualche modo ci è sempre riuscito.


Poi è iniziata l’era del Pop contemporaneo, l’epoca di Gaga e Katy Perry, una canta l’altra un pó meno ma entrambe riempiono, nel mondo, grandi palchi offrendo un prodotto live ricco di spettacolo che trascende il mero aspetto musicale. Ma tutto questo, come al solito, in Italia non ci sarà mai, diceva il pessimismo che è in me. Vasco non bastava più. Tutto questo in Italia pensiamo sempre sia roba per gente d’oltreoceano, tutto questo come al solito per noi è valido perché se fuori lo è, deve esserlo anche da noi. È una globalizzazione musicale che ci fa spesso dimenticare il vero senso di tutto il discorso che sto, probabilmente invano, tentando di fare. Arrivo al dunque.

Domenica 5 Luglio, San Siro. Circa 40 gradi con oltre 45 percepiti, un caldo infernale, uno stadio, decine di migliaia di persone e non esagero. Decine di migliaia, tra donne, uomini, mamme, figlie, papà, fidanzati.
Decine di migliaia tra adolescenti in crisi amorosa e donne in crisi di caldo.
A tenere il palco per due ore e mezza un artista, un vero artista!
Italiano, pop, squisitamente pop direi! Eccola la rivoluzione del quale voglio parlare, il vero senso del mio discorso! Per carità è innegabile di quanto sia spesso innovativa la musica e il modo con il quale ci viene proposta dall’estero, siamo tutti d’accordo. Ma quando in uno stadio, un artista italiano canta, balla, vola, e migliaia di persone fanno lo stesso bisognerebbe festeggiare. Bisognerebbe vantarsi. Bisognerebbe non invidiare nessuna nazione e nessun artista. Bisognerebbe festeggiare, noi artisti in primis, perché è anche una nostra vittoria. Canzoni cantate e scritte nella nostra lingua, ricche di messaggi positivi, emozione mista a spettacolo, scenografica e performance. Pubblico intergenerazionale.

Eppure no, siamo pronti a definirlo troppo pop, noioso perché “scontato”, erano tutte “ragazzine”, Tiziano ferro? Che banalità. Si Tiziano Ferro, potrà anche essere banale per chi si ostina a scrivere canzoni che capiscono solo loro e altre mille persone, invece per me è stata una vittoria, una festa, per la musica italiana, per le belle canzoni, per la dignità artistica che va data anche a chi fa pop, ma lo fa con grande classe e talento.
Per questo oggi, mi sento di dire che davanti a tutto questo, vanno messi da parte i gusti e ci si deve togliere il cappello, riconoscendo, finalmente, un artista di livello internazionale, anche se può non rappresentare il nostro gusto musicale. Tutti, compresi i cantautori ermetici, dovrebbero andarne fieri.
Io ne vado fiero.