24 Aprile 2021
di Direttore Editoriale
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24 Aprile 2021

Milva… se ne va l’ultima delle dive che incontrai in un giorno di primavera

La sua eleganza e il suo talento mi avevano affascinato fin da piccolo, mai avrei pensato che un giorno mi sarei seduto nel suo salotto

Milva
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Come ormai avrete già appreso oggi Milva ci ha lasciati. Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo mese di luglio.

Una notizia che personalmente mi ha trovato sconvolto, stupefatto e ha fatto calare su di me un velo enorme di tristezza. Non ero preparato ad una notizia del genere. Forse qualcuno dirà che non si è mai preparati. È vero!

L’ultimo nostro articolo su di lei risale a qualche settimana fa quando, aiutata dalla sua fida assistente, Edith Meier, pubblicò una foto mentre veniva vaccinata esortando tutti a fare lo stesso appena possibile.

Personalmente sono rimasto affascinato fin da piccolo dall’immagine, dalla voce e dal carisma di Milva. Allora non la comprendevo forse, troppo sofisticata per la mia giovane età, eppure percepivo esattamente il fatto che fosse un diva. Sì proprio così, una diva, forse l’ultima delle dive italiane.

Perché in lei tutto riportava a questo tipo di mondo: la bellezza, la cura per il dettaglio, l’immagine, i movimenti, i modo un po’ austeri, la cultura, musicale e non, che non si vergognava a sfoggiare. Era magnetica. E lo era senza quell’alone di mistero di chi sparisce di colpo dalle scene come nel caso di Mina, lo era per attitudine naturale.

Cresciuto e diventato direttore di questo sito non c’era molto da scrivere su di lei perché Milva si era ritirata dalla scene nel 2010. Aveva fatto la scelta più coraggiosa, difficile e dolorosa del mondo per un’artista: quando la malattia aveva iniziato a farsi sentire aveva scelto di sparire piuttosto che essere ricordata in una maniera distorta. Questo per molti poteva sembrare un gesto da nulla, ma non lo è.

Un’artista impara a vivere sotto le luci dei riflettori, ricevendo quel calore che sta nell’applauso del pubblico… un’artista è tutt’uno con la sua arte e con il suo donarla. Non è come andare in pensione perché quello dell’artista non è un lavoro, è il modo stesso d’essere della persona.

La storia di Milva su All Music Italia

L’occasione di parlare della Pantera di Goro sul nostro sito arrivò quando, sentendo Malgioglio intervistato a La Vita in diretta, venne da lui lanciata la proposta di assegnarle il premio alla carriera a Sanremo. Lì scattò in me il bisogno di sostenere quell’idea, di renderla realtà grazie all’aiuto democratico di chi sa smuovere le coscienze quando vuole… il web.

Sanremo 2018: Cristiano Maglioglio lancia l’idea del Premio alla carriera a MILVA. Ecco perchè appoggiamo quest’idea e lanciamo l’Hashtag

Il fatto che anche noi appoggiassimo questa idea, che la spingessimo fortemente, non fu presa bene da Cristiano né da La Vita in diretta che infatti ci ignorarono completamente in tutti i servizi successivi anziché fare fronte comune per questo riconoscimento meritato.

Poco male, a noi non interessava l’attenzione della tv ma quella della gente. Facemmo partire una petizione su Change.org che superò le 5.000 firme e riuscii a coinvolgere in prima persona decine di artisti che si esposero dando il loro appoggio a questa proposta.

Lei stessa, Milva, mi chiamò senza pre avviso per ringraziarmi di questa iniziativa. Ricordo che quando risposi e senti la sua voce dire: “Pronto Massimiliano, sono Milva…” iniziai a tremare.

L’hahstag #PremioCarrieraMilva impazza su Twitter appoggiato da LAURA PAUSINI, SYRIA, ERMAL META e…

Tra loro la più generosa è stata Laura Pausini che, forte di una popolarità unica in Italia, diede con un solo Tweet grande spinta ed eco mediatico alla petizione. E così Claudio Baglioni, che fino a quel momento aveva un altro nome in mente per quel premio, dovette cedere e accontentare il popolo nel web… forse ci mise anche troppo a farsi convincere a mio avviso. Poco male, nel 2018, sul palco del Festival di Sanremo la salì la figlia di Milva, la critica d’arte Martina Corgnati, a ritirare il premio e a leggere una lettera scritta dalla madre.

MILVA: nove canzoni che da sole già basterebbero per un premio alla carriera

E Milva mi fece un grande regalo, un regalo enorme per chiunque faccia il mio lavoro. Mi citò ringraziandomi attraverso le parole della figlia sul palco dell’Ariston. Ricevetti decine di messaggi da addetti ai lavoro e amici in quel momento ma, chi mi conosce sa che non ero interessato, non avevo nemmeno fatto caso al mio nome, per me la gioia era unicamente quella di aver contribuito a dare il giusto riconoscimento ad un’artista italiana conosciuta in tutto il mondo

La musica italiana ha vinto: MILVA avrà il Premio alla Carriera

Raccontai a poche persone che, qualche settimana dopo, Milva mi invitò a casa sua tramite la sua assistente Edith perché voleva conoscermi e ringraziarmi di persona.

Ricordo quel giorno perfettamente, mi sentivo come un bambino inglese che si recava al cospetto della regina. Non badai all’etichetta e mi presentai con un paio di pantaloni sportivi dal cavallo bassissimo. Come Milva non ho mai amato le maschere.

La lettera di ringraziamento da parte di MILVA per il premio alla carriera ricevuto a Sanremo

E infatti ricordo ancora perfettamente la scena. Lei sul suo divano, io su quello di fronte, nel soggiorno di casa sua. Continuava a fissarmi i pantaloni ed io le dissi: “Non le piacciono vero?” e lei con la schiettezza che l’ha sempre contraddistinta rispose: “No, per niente“. Io le sorrisi e le dissi “Ha ragione, sono proprio brutti!“.

Videointervista a MARTINA CORGNATI figlia di Milva. Il #PremioCarrieraMilva è realtà

Parlammo del mio lavoro, era molto curiosa al riguardo, e poi ancora della musica di oggi, della Pausini. Mi offrì anche una birra che avevano brandizzato con la sua immagine chiamandola proprio “La rossa”; e poi volle scattare una foto con me lasciandomi tenere il “leoncino”, il premio alla carriera del Festival di Sanremo, in mano.

Quella foto da allora è appesa sul mio frigo insieme a quella della persona che più ha contato nella mia vita, mia nonna.

Non l’ho mai mostrata prima d’ora per rispetto. Milva non era più apparsa dal giorno del suo ritiro se non di spalle sui social, ho sempre pensato fosse giusto rispettare questa scelta.

Dopo quell’incontro ricordo che molti mi chiesero del suo stato di salute. Non ne ho mai parlato. So che io, in quella mezz’ora avevo parlato con una persona molto lucida, intelligente e di cultura. Curiosa e arguta. Tutto qui. Il resto appartiene alla sfera privata delle persone e, se si sceglie di non parlarne, la più grande forma di stima è rispettare questa decisione. Cosa che qualche collega coetanea de La rossa non ha avuto il tatto di fare.

Attraverso la sua assistente mi ha mandato da allora degli audio vocali per il mio compleanno e persino un video di lei mentre ascoltava Fatti sentire, l’ultimo album di Laura Pausini.

Voglio chiudere questo articolo mandando un forte abbraccio alla figlia di Milva, Martina, ringraziandola per tutto ma, essendo stato io in passato assistente personale di Gianluca Grignani per ben 7 anni, voglio mandare un abbraccio fortissimo anche all’assistente di Milva, Edith Meier.

Un abbraccio dovuto perché questa donna che ha lavorato per decenni con Milva accudendola anche dopo il ritiro trasudava da ogni gesto e parola un amore immenso per lei. Edith era una fan di Milva arrivata a lavorare con lei. Conosce tutto di lei a memoria, date, premi, canzoni, autori… tutto. Per me lei è il chiaro esempio di come dovrebbe essere il rapporto di chi lavora al fianco di un’artista… un grande amore incondizionato.

Concludo con questo regalo che Milva ci fece, una playlist delle sue canzoni scelte da lei. Quelle a cui lei era più legata.

 

Ritengo che proprio questa speciale combinazione di capacità, versatilità e passione sia stato il mio dono più prezioso e memorabile al pubblico e alla musica che ho interpretato e per quello voglio essere ricordata“.
Milva