2 Febbraio 2025
di Direttore Editoriale
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2 Febbraio 2025

Sanremo 2025, sempre gli stessi autori in gara? Dai tempi di Pallavicini alla Abbate, nulla di nuovo o scandaloso

Sanremo 2025 e la polemica sugli autori ma è davvero un fenomeno recente?

Federica Abbate e gli autori dominanti a Sanremo 2025
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Una delle polemiche sul Festival di Sanremo 2025, che ha tenuto banco nelle scorse settimane prima che Fedez, con le sue vicissitudini sentimentali, oscurasse qualsiasi annuncio di Carlo Conti o approfondimento sulla kermesse, riguarda Federica Abbate, Jacopo Ettorre e la questione dei pochi autori che firmano troppe canzoni. Ma siamo sicuri che in passato non accadesse lo stesso?

A lanciare la polemica su un tema che, in realtà, è dibattuto da anni, è stata Striscia La Notizia, con il supporto del giornalista Michele Monina. In seguito, anche il Codacons ha detto la sua, chiedendo chiarimenti alle case discografiche.

Molti utenti in rete hanno parlato di una sorta di “casta”, un circuito chiuso che lega canzoni, cantanti e case discografiche, con Universal Music Publishing come editore di punta della musica italiana.

Sanremo 2025, pochi autori e sempre gli stessi?

Questa situazione affonda le sue radici nel passato, ma per quanto riguarda Sanremo 2025, la discussione nasce dal fatto che Federica Abbate ha un numero record di brani co-firmati in gara: ben 7, scesi ora a 6 dopo il ritiro di Emis Killa. A lei fanno seguito Davide Simonetta, Nicola Lazzarin e Jacopo Ettorre, coinvolti come autori in quattro canzoni.

Davide Petrella, l’autore più certificato degli ultimi anni, Blanco e Michelangelo hanno firmato tre brani ciascuno. Secondo i dati apparsi in rete nelle scorse settimane, 11 autori firmano il 66,6% delle canzoni in gara al Festival di Sanremo 2025, con Universal Music Publishing che domina la scena grazie a nomi come Abbate, Petrella, Lazzarin, Ettorre, Stefano Tognini (Zef), oltre agli artisti Clara, Olly e Jvli.

Da qui nasce una riflessione legittima: la musica italiana sta andando incontro a un generale appiattimento e uniformità? In parte sì e alcuni autori di stanno sovraesponendo troppo andando a risultare meno efficaci.

Per fare un esempio concreto, ci sono brani che potrebbero benissimo essere di Annalisa, Emma, Clara, Sarah Toscano o Elodie, senza che nessuno percepisca una vera differenza.

Al netto di queste osservazioni, prima di puntare il dito bisogna però tenere conto anche di due fattori. Primo: il Festival di Sanremo è uno specchio della musica e del mercato musicale italiano e, da tempo, non detta più legge, ma si adegua a essi. Secondo: l’evidenza dei fatti dimostra che il lavoro di Klaus Bonoldi, Lucrezia Savino e di tutto il team di Universal Music Publishing nel settore dello scouting autorale è di livello altissimo e prosegue da oltre un decennio.

I principali autori di hit italiane – basti citare Davide Petrella, Dario Faini, Roberto Casalino, Federica Abbate, Alessandro La Cava, Fortunato Zampaglione – sono stati scoperti o valorizzati proprio da Universal Music Publishing. Il resto sono illazioni che possono avere anche un qualche fondamento, ma a cui rispondono i risultati concreti.

Detto questo, noi di All Music Italia, metodici e forse anche un po’ compulsivi (lavorativamente parlando), ci siamo posti una domanda che abbiamo deciso di approfondire: il fenomeno degli autori che firmano più brani in gara a Sanremo è una tendenza degli ultimi anni o è sempre esistita nella storia della kermesse?

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