18 Febbraio 2016
di Direttore Editoriale
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18 Febbraio 2016

Anche la FIMI scende in campo per gli artisti emergenti: “Non esistono spazi musicali nelle radio per loro”

Anche FIMI scende in campo per chiedere al Ministro Franceschini una legge che tuteli la musica emergente italiana, sposando lo scopo della nostra petizione

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La notizia è arrivata la scorsa settimana in contemporanea con l’inizio del Festival di Sanremo: finalmente anche la FIMI scende in campo per occuparsi della difficilissima situazione riguardo ai passaggi radiofonici degli artisti emergenti italiani, e lo ha fatto attraverso un comunicato AdnKronos del presidente Enzo Mazza.

L’appello nasce proprio alla luce dell’ennesima dimostrazione del fatto che i giovani non trovano spazi nelle radio italiane… nemmeno quelli del Festival di Sanremo. I dati, come vi avevamo annunciato qualche settimana fa in questo articolo, sono davvero sconfortanti al punto da spingerci a parlare di “Guerra tra poveri“.

Noi, come altre realtà del panorama musicale italiano tra cui il MEI, da svariati mesi siamo in prima fila nel chiedere che venga varata una legge che tuteli il nostro patrimonio musicale (presente, passato e futuro) come avviene in Francia dove le radio hanno l’obbligo di passare il 40% di musica nazionale di cui il 20% di musica di artisti emergenti. Il nostro appello portato avanti attraverso una petizione su Change.org che trovate qui ha superato in pochi mesi la cifra record di oltre 6.300 firme; artisti emergente, addetti ai lavori e fruitori di musica hanno scelto di appoggiare la nostra richiesta rivolta principalmente ai grandi network radiofonici italiani e, da alcune settimane estesa anche al ministro per i Beni e le Attività culturali Franceschini. Si perché in una paese come il nostro dove in nessun campo esistono leggi sul conflitto di interesse e in cui alcune radio sono editori, produttori e case discografiche della loro stessa musica, il problema non può risolversi solo imponendo delle quote fisse.

Di seguito trovate le parole di Enzo Mazza:

Da qualche tempo ormai la Rai permette che i brani delle Nuove Proposte possano essere trasmessi in radio già prima del festival. Peccato che non li trasmetta nessuno! Il Ministro Franceschini introduca delle quote obbligatorie di trasmissione sulle radio per opere italiane prime e seconde”. Per contrastare la totale assenza dei nuovi talenti, non solo sanremesi, nella rotazione radiofonica…. ma gli spazi radiofonici per gli emergenti non esistono in questo momento“.

Secondo Mazza la cartina di tornasole di quanto afferma è il caso di Dear Jack e The Kolors:

L’importanza della radio nel promuovere nuovi talenti è paradossalmente confermata proprio dal fatto che negli ultimi due anni gli unici artisti con opere prime ad entrare in top ten annuale Fimi/Gfk sono stati i Dear Jack e The Kolors, artisti di Rtl che hanno goduto di una massiccia copertura radiofonica. Questa è la prova che oltre agli incentivi fiscali è venuta l’ora di imporre misure di tutela per gli emergenti.
Pensiamo che il ministro Dario Franceschini, che tanto sta facendo per la cultura, debba mettere in cantiere anche ‘quote radiofoniche’ obbligatorie per le opere prime e seconde così come avviene per il cinema.

Nel recente provvedimento sul cinema addirittura sono previste sanzioni per i broadcaster che non programmano film italiani. Il nostro però non è un invito ad avere quote generiche di musica italiana, la musica italiana è oltre il 60 % del mercato, ma piuttosto la richiesta di un vero sostegno per i giovani perché oggi mancano completamente gli spazi per i nuovi talenti, siano essi prodotti da major o indipendenti e tale situazione non è più tollerabile.
Recentemente è stato adottato anche un provvedimento per dedicare il 10 % della quota della copia privata ai giovani autori”. Ma se artisti e autori non hanno spazio nella promozione radiofonica anche questa misura sarà inutile. Il Governo Renzi dovrebbe introdurre l’obbligo di riservare il 20 % della programmazione radiofonica alle opere prime e seconde di artisti italiani, questo aiuterebbe moltissimo lo sviluppo della musica nel nostro Paese“.

Che dire, ovviamente All Music Italia appoggia in pieno le parole del presidente Mazza e invita chi non lo avesse fatto a continuare a firmare e diffondere la nostra petizione che trovate qui.

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