6 Ottobre 2023
di Interviste, Recensioni
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6 Ottobre 2023

Pagelle singoli del 6 ottobre: Angelina Mango, Mirkoeilcane ed Ex-Otago, chi ha lanciato il brano Top della settimana?

Le recensioni alle nuove uscite della settimana del nostro critico musicale

Pagelle Nuovi Singoli 5 ottobre 2023 2
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Camilla Magli – Cuore in gola

Mi ha fatto pensare alle Paola & Chiara dei primi anni 2000… che poi non sono così tanto diverse da quelle tornate in questi mesi. Brano funzionale, molto radiofonico e con la possibilità di rinforzare un certo tipo di presenza dance italiana piuttosto clubbing nelle playlist dei network, dopo che Elodie ha aperto le porte qualche settimana fa. Avrei solamente pompato un po’ di più i bassi. Alcune atmosfere richiamano anche un mondo che so’ alla Pascal Letobulon.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Rose Villain – Io, me e altri guai

Tainted Love” riecheggia nel sound base di questo nuovo singolo di una delle rivelazioni di quest’ultimo anno. Al suo interno l’artista racconta il suo mondo caotico e consapevolmente quasi sconsiglia di aprire le porte dentro le quali farebbe entrare con se stessa anche tutti gli altri guai. Pezzo non della vita ma che sicuramente mantiene dritta la sua capacità di risultare piacevolmente mainstream ma anche non scontata.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Attilio Fontana & Rosita Celentano – Benedetti e clandestini

Brano particolare perché trova un modo scanzonato e quasi “stornellizzato” di parlare invece di un tema importante, cioè il ritorno ad un mondo più pulito, più a misura d’uomo si, ma anche a misura di terra, non ignorarla più per il nostro unico beneficio. Funziona proprio anche nella teatralità dell’esecuzione, nel senso che te lo aspetteresti anche proprio rappresentato da un video creato su di un palco, con scenografie cangianti alle spalle. Magari le possibilità radio sono invece inferiori. Mentre di Rosalinda ho memoria e persino un 45 giri, non ricordavo invece che Rosita cantasse!
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Max Gazzè – Che c’è di male

Dopo aver sperimentato molto, qualche volta in maniera riuscita, qualche altra meno, Gazzè torna ad essere Max, con un brano suonatissimo, scorrevole, che riunisce leggerezza felicemente pop con una richiesta d’ascolto, di un’attenzione per seguirne l’evoluzione del testo. Questo brano avrebbe potuto tranquillamente far parte de’ La Favola D’Adamo Ed Eva, senza stonare nella track list, nonostante siano passati ben 25 anni da allora. Si badi però che la cosa non è detta con un accezione negativa, anzi. Del resto parla il voto, no?
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Ex Otago & Fabri Fibra – Mondo panico

Aperta dal nitrito di un cavallo questa canzone riaccorpa nuovamente le voci di Carucci, leader vocale della band e Fibra, che già avevano collaborato per il brano “Stelle“, ad occhio e croce non più di due anni fa. Il brano funziona nella sua carica ritmica, ben cavalcata dalle due voci che cantano del panico, delle ansie da cui siamo tutti avvolti, ognuno a modo proprio. Anche in questo pezzo emergono innesti di fiati che regalano al brano un’evocazione che supporta magistralmente gli echi con cui viene farcita la voce di Maurizio. Buona, molto buona.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Angelina Mango – Che t’o dico a fà

Il mondo artistico di colei che già più volte (anche nella videointervista che le ho realizzato) ho giudicato come decisamente talentuosa, è qualcosa che non è ignorabile. Coniuga una musicalità pazzesca con una capacità di risultare sempre fresca ma anche ricercata senza abbandonare però possibilità più mainstream e di arrivare a tutti. In questa nuova pubblicazione varca anche il muro della napoletanità, cosa che non le è propria di nascita, e lo fa prendendo anche quell’ironia, quella solarità tipica di chi invece quel linguaggio ce lo ha come appartenenza. Sempre di buon livello.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Mirkoeilcane – Non Mi Ricordo Più

Sempre originalissimo il cantautore romano che trova con questo pezzo del suo ritorno il giusto connubio fra una potenzialità indie ed una linea melodica riconoscibile con vari ganci all’interno della canzone che si lasciano ricordare.

Bello l’innesto di frasi che regala al pezzo anche una larghezza temporale che dall’attualità lo trasportano verso sapori orchestrali che sanno di anni 50 e 60. Oltre al titolo che capeggia ogni strofa, anche la frase dell’inciso “quando ho capito che eri il mio peggior nemico e ti chiamavo amore” è un altro di quei ganci di cui prima, perché penso che è un sentimento che, quando una storia è al capolinea, e ci si fa male, tutti hanno un po’ provato.
Otto
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

 

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