ANDREA BOCELLI E JANNIK SINNER – POLVERE E GLORIA
Se esistesse il premio come Canzone più cringe dell’anno, Polvere e Gloria di Andrea Bocelli e Jannik Sinner vincerebbe senza neanche contendenti.
Una delle cose più brutte, insensate e prive di logica che appartengano al mondo della musica italiana, qualsiasi sia il genere di appartenenza. Il Pulcino Pio, Siamo una Squadra Fortissimi ma anche La Ficcanaso di Sabrina Musiani (la conoscete, fidatevi) hanno più senso di questa collaborazione.
Ora, lungi da me voler offendere in alcun modo nessuno di questi due fuoriclasse in musica e sport ma non si può fare a meno di non pensare che questo esperimento non abbia il minimo senso per nessuno dei due.
Un brano lirico che è un tifo costante verso Jannik da parte di Bocelli e dove lo stesso N1 al mondo non canta, bensì fa delle comparsate ogni tanto dicendo robe che sentiamo nelle sue conferenze stampa, del tipo “il talento non basta” oppure “devi essere te stesso“.
Ma la cosa assurda è che sono tutte frasi buttate all’improvviso, senza la minima contestualizzazione e con lo scopo di fare cosa? Non si sa.
Qualcuno faccia un remix, vi prego, e lo butti su TikTok perché come dicono quelli della Gen Z “questo audio ha un potenziale“. Facciamolo diventare il meme supremo, è l’unico modo per salvare il salvabile.
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TONY BOY FEAT LAZZA – STEP
E’ la terza volta che la mia penna incrocia l’arte di Tony Boy nel giro di un mese e mezzo, forse due al massimo, ed è la terza volta che la domanda è sempre la stessa: qualcuno può spiegarmi cosa dice sto ragazzo?
Nella mia vita ho studiato tre lingue straniere, più l’italiano come lingua madre più il siciliano che è la lingua dialettale ma giuro che la lingua di Tony Boy per me è paragonabile alla lingua Igbo, Swahili, Yoruba o Hausa. Con tutto il rispetto ma, non avendole studiate, non saprei neanche dire ‘ciao’.
Uguale per Tony Boy.
Detto questo, la canzone è brutta. Brutta forte e dispiace soprattutto per Lazza perché arriva da quel progetto meraviglioso Jam + Opera che è una piccola grande perla.
Non ho altro da aggiungere vostro onore, anche perché non capendo il testo non c’è davvero altro da poter aggiungere fin quando qualcuno non manda la traduzione. ChatGPT fa fatica, per noi esseri umani è impossibile, chiediamo al diretto interessato: samahani unaweza kututumia mashairi ya wimbo wako?
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MIMì – CHAKRA
E’ caduta nella trappola del copia e incolla anche lei, tra l’altro anche in malo modo perché ascolti Mimì e ti sembra di ascoltare una canzone di Gaia.
Una voce così bella e interessante come la sua, giovane ma già impattante grazie a un timbro riconoscibile, non può permettersi di cadere nel giogo dei numeri e nella gara alla hit estiva.
E’ di certo un esperimento e la sua gioventù la aiuta senza dubbio a sostenere il peso di eventuali fallimenti ma resta comunque un incidente di percorso che si poteva evitare. Il ‘rischio calcolato’ può andare bene ma nella musica è un gioco al massacro se si parla di estate.
Meglio proteggere certi talenti, proteggerli da qualsiasi forma di pericolo che potrebbe nascere anche all’improvviso, anche per una virgola.
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EMANUELE ALOIA – IN TUTTE LE COSE
Nota positiva di Emanuele Aloia: timbro e capacità di scrittura. Nota negativa, purtroppo: l’attenzione crolla dopo 30 secondi dall’inizio dell’ascolto.
E’ una sensazione strana ma a volte capita e, sia chiaro, non riguarda tutte le canzoni del bravissimo Emanuele. In questa sì ed è un peccato ma la sensazione nell’ascolto di questo nuovo singolo è di non essere di fronte a uno di quei brani accattivanti, un po’ com’era stata Si E’ Spenta Anche La Luna, meravigliosa canzone di qualche tempo fa.
Dopo un po’ dall’inizio si inizia a pensare ad altro, ci si distrae e se non si sta concentrati è difficile riuscire a cogliere tutte le sfumature di un testo che è molto interessante come tutto il resto del progetto che vi consigliamo di seguire.
Sì, è una bocciatura ma non una stroncatura. Da Aloia ci aspettiamo sempre il massimo perché può arrivare, perché c’è dentro di lui.
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KAWAKAMI – PURO CLICHé
Questa canzone è quasi disturbante per vari motivi, dal testo al mix e master fino ad arrivare al cantato nel ritornello con un cambio di registro in falsetto un po’ troppo forzato e poco naturale all’apparenza.
Partiamo dalla base, cioè dalla prod R&B molto accattivante che, però, perde efficacia subito nel momento in cui Kawakami inizia a cantare in questo modo soft porn che sembra molto distante da quella che potrebbe essere la sua vera cifra artistica.
La sensazione, per farvi immaginare ciò che il primo (e non solo) ascolto dona è di ascoltare una cantautrice che prova a rappare in modo sexy. Mmm, un po’ too much.
Il ritornello è un gigantesco no, una delle cose peggiori di questa settimana a dirla tutta con questo “wooooo” che sale quasi fino a raggiungere la nota dei delfini a momenti.
In tutto ciò, i volumi sono gestiti non al meglio perché in molte parti il volume della traccia vocale è nettamente più alto rispetto alla base, sembra non esserci amalgama.
Insomma, in questo caso non ci siamo ma confidiamo nel talento di questa ragazza per il futuro.
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