19 Giugno 2025
di Direttore Editoriale
Condividi su:
19 Giugno 2025

Fedez torna su un argomento spinoso: “Bisogna farsi domande sulla trasparenza delle piattaforme streaming”

Il rapper, già in tempi non sospetti, è l’unico ad essersi esposto pubblicamente su un tema su cui tutti si fanno domande.

Fedez affronta il tema della trasparenza e del potere degli editor sulle piattaforme streaming e di Spotify
Condividi su:

Fedez si è distinto nel corso degli anni come uno dei pochi artisti a sollevare interrogativi su un tema importantissimo per il mondo della musica e della discografia; le piattaforme di streaming, gli editor e il loro operato. Il rapper è tornato a farlo poco fa in risposta alle domande di un nostro collaboratore, Alvise Salerno, lanciando un vero e proprio appello tra le righe.

Riavvolgiamo il nastro sulle riflessioni in merito all’attuale panorama dello streaming, quando nel suo Pulp Podcast con ospite Marco Masini, Fedez si è esposto in modo chiaro e coraggioso sul potere delle piattaforme streaming e dei loro editor.

LE PAROLE DI FEDEZ SU EDITOR E PIATTAFORME DIGITALI

Riportiamo qui per intero le sue dichiarazioni, senza tagli:

Il bello della musica alla fine è che se hai una bella canzone… la musica è un contesto sporco per tanti motivi, subdolo e brutto per tanti motivi. Però, alla fine, se hai una bella canzone, vale quello.

Io nasco, come Salmo e Gemitaiz, in un periodo particolare, quello della fine della ‘prima repubblica’ della discografia. Nasco su YouTube in un breve periodo che fu veramente democratico, prima delle piattaforme streaming.

Ora c’è uno scenario peggiore rispetto a quello che è stata la prima repubblica della discografia. Ad oggi è innegabile, e questa cosa la so con certezza: le piattaforme di streaming possono modificare l’andamento di un brano in base alla promozione e alla visibilità che gli danno. La percentuale su cui loro possono influire è enorme, possono influire sull’andamento di un brano fino al 40‑50%. Questa cosa è molto grave.

In Italia abbiamo translato un metodo che viene utilizzato in America, dove il potere di fare questa cosa è distribuito nelle mani di più persone, i famosi editor che ti possono mettere nelle playlist dandoti visibilità. Ecco, in America gli editor sono tanti e quindi non stai concentrando tutto il potere in mano a una persona.

In Italia, essendo noi una provincia dell’impero della discografia, questo potere è stato dato in mano a poche persone. Dare questo potere così enorme in mano a poche persone, e non lo dico per le persone in sé perché a chiunque tu dia quel potere in mano diventa pericolosissimo ed è inevitabile che succedano delle cose che non vanno bene.

Spero che questa sia una fase di transizione, perché effettivamente oggi è più difficile emergere.

FEDEZ PARLAVA della piattaforme streaming GIÀ NEL 2021

Non è la prima volta che Fedez affronta il tema degli editor. Già nel 2021, nel podcast Muschio Selvaggio, in una puntata con Ariete, aveva detto:

Il CEO di Spotify ha detto – questi artisti devono smetterla di fare un disco ogni tre anni – Non è una bella cosa da dire.⁣
Quando accentri il potere su un’unica cosa, poi detta legge. Vedi Spotify, se vuoi fare devi rimetterti a loro. Qualcuno mi ha detto che era uscita una mega hit in America ed era prima ovunque tranne che su Spotify (in America Apple Music risulta più utilizzata di Spotify per l’ascolto di musica .N.d.R.).

Il problema delle piattaforme di streaming è che possono influenzare l’andamento di un brano a loro piacimento, inserendolo nelle playlist per una bella cifra. Il tema è che in America chi decide quanto pushare un brano è in mano a un team di 100 persone, e quindi hai una statistica più ampia che questa cosa possa coinvolgere più artisti possibili.

In Italia questo potere è dato in mano a una persona, che non ha colpe, ma se dai in mano il potere a una persona sola, gli stai dando un potere enorme e l’artista a un certo punto dovrà domandarsi ma se voglio emergere devo fare, non solo la musica che piace a me e che può piacere al mio pubblico, ma anche che può piacere a lui e questa cosa è da pazzi

Possiamo dire che Fedez di sicuro non è l’unico a porsi queste domande, ma è certamente l’unico artista sulla cresta dell’onda a farlo pubblicamente mettendoci la faccia.

Noi nel nostro piccolo più e più volte abbiamo cercato di aprire Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo posto domande pubbliche inerenti a Spotify, la piattaforma di musica in digitale più utilizzata nel nostro paese.

LE NOSTRE DOMANDE E RIFLESSIONI A SPOTIFY

Nel corso degli ultimi anni, su All Music Italia abbiamo spesso posto domande pubbliche a Spotify su questi temi.

Lo abbiamo fatto quando nelle canzoni scelte dalla piattaforma come trend per l’estate 2024, prima che l’estate partisse, non erano presenti artisti emergenti e solo 3 erano indipendenti (qui).

Lo abbiamo fatto quando Spotify Radar inseriva artista già avviati, da Blanco a Rhove (qui), e ancora più di recente in questo articolo.

Abbiamo anche osservato che la playlist Ragazzo triste, pur avendo quasi 300.000 follower, è da tempo ferma, promuovendo solo una manciata di artisti (qui).

E non siamo stati gli unici: anche il nostro avvocato e cantautore Fabio Falcone ha affrontato il tema dello strapotere degli editor in questo approfondimento.

LA RISPOSTA DI FEDEZ AD ALVISE SALERNO

Di recente, il nostro collaboratore Alvise Salerno ha invitato Fedez su TikTok a tornare sull’argomento. Nella puntata con Clara, Fedez ha infatti citato pubblicamente le sollecitazioni del nostro collaboratore e, a sua richiesta di un confronto, ha declinato commentando con parole molto chiare:

Ciao, il tema è solo uno: Bisogna farsi domande sulla trasparenza delle piattaforme streaming e quanto loro, di propria sponte possono modificare il mercato discografico.

E quando iniziano ad arrivare tante domande sul tema, dovrebbero arrivare anche delle risposte.

Risposte che ad ora non ci sono, punto. Io ho tutto l’interesse a capire meglio, virgola, perché ti assicuro anche solo porsi queste domande in pubblico compromette potenzialmente il trattamento delle piattaforme nei miei confronti.”

Arriveranno risposte da spotify?

È un dato di fatto, il sistema musicale italiano presenta una concentrazione significativa del potere decisionale, di visibilità ed economico.

Le parole di Fedez sono importanti e lo sono ancor di più visto che a pronunciarle non è un artista ancora sconosciuto e con “poco” da perdere, ma qualcuno che a queste piattaforme deve affidare la sua musica tutti i giorni correndo anche il rischio di essere penalizzato.

Dove sono i tantissimi artisti che, durante tutto l’anno, si lamentano delle piattaforme, degli editor e dello streaming, ma mai pubblicamente?

Un problema che ricorre: gli artisti raramente si spalleggiano, non si uniscono, non fanno fronte comune quando c’è da farlo sperando sempre che qualcun altro faccia le loro battaglie.