Ultimo e il rapporto con stampa e giornalisti… un’epopea, purtroppo, senza fine.
Sabato 5 luglio Ultimo arriva a Milano per la data allo Stadio San Siro del suo tour 2025 negli stadi (qui l’articolo sul concerto ad opera di Alvise Salerno). Arriva dopo l’ennesimo successo, con un sold out e una folla ad acclamarlo eppure, ahimè, come se fossimo ancora nel 2019 coglie di nuovo l’occasione per una frecciatina alla stampa.
Facciamo un veloce salto indietro nel tempo…
ultimo, Sanremo 2019 e quella frase mai digerita
Non tornerò troppo a parlare di quel Sanremo del 2019 in cui Ultimo, con I tuoi particolari, veniva battuto da Mahmood con Soldi e, colpa anche della giovane età, in sala stampa sbroccava contro i giornalisti. Aveva le sue ragioni. Fu solo infelice nel dire “voi avete solo questa settimana dell’anno per sentirvi importanti“.
La sua rabbia poteva avere un senso, fu la sala stampa a ribaltare il verdetto del televoto e a far vincere Mahmood. Le parole erano totalmente fuori luogo e il perché lo scrissi già allora: la sala stampa è composta da 300 persone, molte di esse nemmeno si occupano di musica durante l’anno.
Offensivo è sentirsi etichettati come persone che cercano di essere importanti. In molti appaiamo il meno possibile, e facciamo questo lavoro con serietà per passione e cercando di viverci.
Tra l’altro su Sanremo, per dire, da anni propongo l’istituzione di un’Academy formata solo da persone che scrivono di musica durante tutto l’anno von voto palese, ma questa è un’altra storia.
ultimo contro la stampa: gli attacchi dal palco
Al netto di questo, ne tour precedente a questo Ultimo, sulle note di non so quale canzone, attaccò di nuovo dal palco la stampa. Questa volta penso, ma non ricordo, sono onesto, fosse il fatto che aveva deciso di ricucire i rapporti facendo incontri con chi si occupa di informazione musicale, a due a due, fui invitato anche io, ma ciò nonostante Alba finì per la sala stampa fuori dal podio a Sanremo 2023.
In ogni caso, dal palco fece apparire gli articoli dei giornali contro di lui e ci mandò tutti beatamente a quel paese col dito medio. Fa nulla che in quel “tutti” ci sia anche chi prova a fare il proprio lavoro con coscienza. Ridotto comunque a membro di una categoria. Io in ogni caso ne scrissi, quindi, ma senza condannarlo, cercando sempre di stare nel mezzo e capire anche le sue ragioni.
ultimo tour stadi 2025: quel quadratino bianco a San Siro
Arriviamo al 2025. Dal 2019 di anni ne sono passati sei, dal 2023 altri due ma a quanto pare siamo fermi lì. O meglio noi… perché Nicolò nel frattempo macina stadi su stadi, fa famiglia, foto nella sua villa, sullo yacht… In tutto questo tempo noi abbiamo sempre continuato a fare il nostro lavoro, quello che facciamo dal 2017 quando Daniela Turchetti, allora ufficio stampa di Ultimo, ci presentò con tanto amore e dedizione questo talentuoso sconosciuto: scrivere di lui, della sua musica e dei suoi traguardi.
Eppure passa il tempo, la musica sta nella merda più totale, gli emergenti affogano e i siti che scrivono di musica ormai sono come panda… ma Ultimo ancora ce l’ha con l’entità chiamata stampa.
Nella sera del 5 luglio 2025, durante il live a San Siro, un certo punto indica la zona delle poltrone bianche sugli spalti, proprio di fronte al palco, quella riservata alla stampa, e dice, prima di dedicare proprio a questa situazione il brano Sul finale: “Sarà il mio sesto San Siro, giratevi e guardate quel quadratino bianco. È sempre vuoto, un giorno vi spiegherò perché“.
@mi_ri_99 Sì ma ora mi ha lasciato con il dubbio #milano#sansiro#sansiroultimo#ultimopeterpan#concerto#viral#viralvideo#neiperte ♬ suono originale – Miri99
ultimo e san siro: accuse fuori bersaglio
Ora, perché la tribuna stampa fosse semi vuota forse andrebbe chiesto anche a Ultimo e al suo team di lavoro.
Personalmente — scusate, ma ho anche una vita — fino a stamattina non ricordavo nemmeno che ci fosse il concerto di Ultimo a San Siro. Mi hanno scritto nei giorni scorsi, il suo come altri uffici stampa, per Gabry Ponte, Alessandra Amoroso, Max Pezzali, Lazza, Ligabue, Marco Mengoni… ma per il suo, nessuno. E io è molto raro che chieda biglietti per i concerti.
Me ne sono ricordato nel tardo pomeriggio e ho scritto all’ufficio stampa per sapere se fosse possibile andare. La disponibilità c’era, ma per me ormai si era fatto troppo tardi.
Successivamente, ho chiesto di poter andare lunedì a vederlo, e l’Ufficio Stampa Goigest non ha avuto problemi a concedermi il biglietto (e anche un +1).
Per onestà, inizialmente mi è stato risposto che ci sarebbe stato Alvise Salerno che, come sapete, è un nostro collaboratore noto su TikTok. Alvise è stato però invitato personalmente dall’assistente di Ultimo, Felice Ragona, in forma privata e con un +1, non come inviato di All Music Italia.
Quindi, ufficialmente, All Music Italia non è stato invitato al concerto di Ultimo e il posto bianco a cui lui faceva riferimento, almeno quello legato a noi, non era bianco per complotti o boicottaggi, ma per un semplice malinteso. Praticamente Goigest, con cui collaboriamo sempre molto bene, ha pensato che — essendoci Alvise, nostro collaboratore freelance — sarebbe stato lui a garantire la copertura del live per il sito (come poi effettivamente gli ho chiesto di fare, in corner).
Però, lo dico con sincerità: il lavoro di chi scrive e racconta di musica non prevede di essere ovunque e raccontare tutto. È un lavoro che spesso non conosce soste né riposo, 24 ore su 24. Alla luce di questo continuo etichettare un’intera categoria, mi riservo il diritto di non esserci per giusta causa. Peccato, perché a me quel ragazzo sta simpatico e, al netto del gusto personale, diverse sue canzoni mi piacciono. Però…
Però vorrei che Ultimo la smettesse con questi attacchi e con questo vittimismo oppure, se proprio è una ferita aperta, che facesse i nomi. Perché qui c’è gente che si fa il culo, che i dischi li ascolta, li compra anche, che prova a parlare di tutti, dal piccolo al grande.
Non trovo onestamente alcuna utilità nello scatenare — consapevolmente, perché sa che è l’effetto che ottiene — il proprio fandom contro un’intera categoria. Tant’è che ieri, pubblicando sui social un video di una delle due esibizioni, abbiamo scritto “oltre 60.000 persone”. Uno dei commenti? “Veramente erano 70.000 persone, chissà come mai non volete dire la verità”. Peccato che quel dato ci fosse stato fornito proprio dalla Ultimo Records, l’etichetta del cantautore. Il tono, però, fa ben capire quanto ormai l’astio nei confronti di chi scrive sia diventato pregiudizio, senza distinzioni.
Se davvero si pretende rispetto per la musica, forse dovremmo cominciare ad averne anche per chi, ogni giorno, la racconta. Anche quando non fa notizia. Anche quando è scomodo. Anche quando è Ultimo. Anche quando siamo “ultimi” noi.