Le pagelle agli inediti di amici 24
Diego Lazzari – IL CIELO è VIOLA
C’è da dire che, nel seguire i trend, Diego Lazzari è imbattibile. In un momento storico in cui l’afrobeat sta iniziando a esplodere, ecco che lui, sgamatissimo, propone un brano proprio su questa scia.
Se il trend fosse la pizzica, probabilmente Diego Lazzari farebbe la pizzica. Poco importa se il testo è una sagra delle banalità: vanno riconosciuti gli applausi per la capacità di stare dietro alle mode.
Ora però, torniamo seri…
Il brano è brutto, per nulla originale, e privo di qualunque lampo di lucida artisticità. Richiama melodie già sentite e riproposte in lungo e in largo, anche in Italia, nell’ultimo anno. Il testo, purtroppo, non aiuta: la parte più interessante è “faccio il bravo, giuro, anche se non mi credi. Ti passo a prendere, ti risolvo i problemi”.
Questo singolo non funziona. Si augura a Diego Lazzari che, fuori dalla scuola, possa trovare una dimensione nuova e fresca, capace di conquistare davvero il cuore della gente.
Giudizio: Bocciato
Ilan – Sangue Blu
Compitino, nulla più. Molto meglio di tanti altri inediti di questo lotto, intendiamoci, ma niente di memorabile.
Il testo è abbastanza ripetitivo ma non da entrarti in testa, quello è un altro esercizio di stile che non appartiene a questa Sangue Blu, però è supportato da una base up tempo interessante.
Anche per lui il lavoro da fare è tanto, soprattutto sulla scrittura, perché leggere “ora ho un nodo in gola e giro a vuoto su una ruota che va da sola e non vedi che ora il silenzio stona e la verità non ha mai una faccia sola” equivale, grammaticalmente, ad avere una rima baciata che vuole trasformarsi in rima alternata con una sottospecie di chiasmo ma lo fa in malo, malissimo modo.
Si fa ascoltare ma non così a lungo da rimanere impressa.
Giudizio: Orecchiabile
Ilan – Mezzocielo
Il ritornello di questa canzone è molto forte, davvero molto forte. Ilan ha qualcosa di interessante che non è ancora stato tirato fuori e in questo brano si percepisce.
Proprio per questo dobbiamo considerare Mezzocielo come acerbo. Sulla scrittura si può e si deve lavorare molto, sulla parte melodica si deve riuscire a trovare un mondo sonoro che si stacchi da Alfa. Insomma, quella famosa ‘identità artistica’ che citiamo spesso qui ancora non c’è, però si vede che qualcosa c’è.
Giudizio: orecchiabile (di incoraggiamento)
Luk3 – Parigi in motorino
Una canzone simpatica e piacevole all’ascolto, con quella voglia di synth fine anni ’80 che continua a essere usato – e stra-usato – dalle nuove generazioni di producer.
Il testo è semplice, proprio come l’artista Luk3, che fa esattamente quello che deve fare: inserirsi senza fatica in una playlist qualsiasi e risultare gradevole. Tuttavia, il brano non lascia nulla di più, e forse è proprio questo il problema.
Piccola (grande) nota: per quanti anni ancora dovremo sentire cantare in corsivoe?
Giudizio: orecchiabile
Luk3 – Valentine
La struttura melodica è già stata sentita e risentita milioni di volte negli ultimi due/tre anni, il testo è debolissimo di per sé e, nel totale, sembra più una di quelle canzoni che aggiunge materiale per la viralità social ma a livello artistico non aggiunge nulla alla crescita di Luk3 che può sicuramente fare di più.
In un mondo dove le canzoni sono diventate tutte la copia di loro stesse, approfondire e rendere unici i testi diventa necessario. “Levati ste Louboutin e poi sali sul letto, stanza 263 entri sempre dal retro. Fai piano che altrimenti ci sentono in reception, sei tu la mia Valentine” è virale senza dubbio ma non artistico. Vogliamo diventare Influencer o vogliamo fare musica che resta?
Nel complesso non fai lo skip in streaming se la metti in una playlist con brani random, però difficilmente la ricordi dopo dieci minuti dall’ascolto.
Giudizio: Orecchiabile
Jacopo Sol – Complici
Chi vi scrive queste righe sa bene che non si dovrebbero mai mettere a confronto due artisti, specialmente se inseriti in un contesto come quello di Amici in cui c’è anche una gara, ma è inevitabile farlo in questo caso.
Jacopo SOL in Complici, all’ascolto (e non nelle intenzioni, ci mancherebbe), sembra un wannabe Senza_Cri in Tutto L’Odio. Spiego meglio.
Se in Tutto L’Odio percepiamo la frustrazione e la rabbia per una relazione finita, e lo percepiamo bene, in Complici non arriva lo stesso tipo di delusione seppur i temi delle due canzoni non siano poi così distanti.
C’è, forse, un aspetto che le distingue e che, di conseguenza, modifica anche i due tipi di emozioni ed è la speranza di un ritorno. Che sia proprio questa voglia di tornare ad amare quella persona che non ci fa captare bene la delusione di Jacopo e che fa fermare la ‘rabbia’ fino a un certo punto?
Possibile ma resta il fatto che non c’è la stessa fluidità emotiva né nel testo né nel modo di interpretare queste parole. In poche parole, non arriva.
Giudizio: Bocciata
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