X Factor 2025: dai bootcamp alle last call, gli x pass e i protagonisti
Per noi, il racconto dei Bootcamp parte da Delia Buglisi, che con La canzone dei vecchi amanti di Battiato ha dato la misura di cosa intendiamo per “identità”: rispetto del brano, rischio calibrato, parola che respira. Brividi veri, senza bisogno di effetti. Dall’altra parte del quadrante, Pier C con Die With A Smile (Lady Gaga & Bruno Mars) ha scelto la via del less is more: voce davanti, pianoforte a servizio, dinamiche pulite. È il tipo di performance che ti immagini già ai Live — e capisci perché sia scattato l’X Pass.
Nel campo delle “certezze” si muove Mayu Lucisano: su Mercy governa curva melodica e respiro con una consapevolezza rara; l’X Pass di Paola Iezzi non è una scommessa, è la presa d’atto di una proposta pronta. Roberta Scandurra con drivers license (Olivia Rodrigo) ci ha convinti per la verità: niente manierismi, solo un racconto messo a fuoco. E quando arriva Vincenzo Viscardi con Crazy (Gnarls Barkley) l’asticella dell’impatto sale: materia da asciugare, sì, ma personalità che non passa inosservata.
Tra le voci femminili che “stanno sul pezzo” senza strafare, Amanda Bottini con All I Want (Kodaline) usa la pienezza della voce per raccontarsi, non per coprire: scelta giusta, emozione sorvegliata. Il capitolo inediti è affidato a Diego Colombo: Zota non cerca l’effetto, ma la frase che resta addosso. Scrittura semplice (che non vuol dire facile) ed emozione pulita che arriva diretta.
Sul registro dell’eleganza minimale, Layana Oriot accarezza The Greatest di Billie Eilish: poche mosse, tutte al posto giusto. Daria Tegolo sposta invece l’asse con un mash-up tra Amore Disperato e Save Your Tears (Nada/The Weeknd): idea che divide e per questo interessante, perché indica una direzione e non un semplice esercizio.
C’è poi chi lavora di “mondo”: Alfredo Fiore (Hal Quartier) con Changes costruisce un ambiente sonoro riconoscibile al primo ascolto; EroCaddeo su Sei acqua (Venerus) cuce micro-dettagli e intensità controllata; Mazzoli rilegge Per un’ora d’amore (Matia Bazar) fuori dagli schemi — prova divisiva, ma necessario spostamento di prospettiva.
Capitolo band: Abat Jour sorprendono con Ninna nanna (Ghali), trovando un angolo personale senza perdere l’originale. Infine Millealice (Alice) mette a fuoco About Damn Time (Lizzo): energia incanalata e timing giusto — rispetto alle Audizioni, qui l’idea di chi è artisticamente diventa più chiara.
Questi sono i volti e le voci che per noi hanno scritto davvero i Bootcamp: a modo loro hanno mostrato identità, non solo bravura. Ora la parola passa alle Last Call, dove sedie e switch toglieranno ogni alibi: dentro o fuori.
Scopri le regole delle Last Call











