13 Luglio 2025
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13 Luglio 2025

Max Pezzali, Grand Prix ad Imola è la corsa più folle dell’estate (e forse degli ultimi trent’anni)

Un concerto irripetibile, una scaletta da brividi e un autodromo trasformato in tempio pop. Il nostro racconto.

Max Pezzali sul palco dell’Autodromo di Imola durante Max Forever – Grand Prix 2025
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Max Forever – Grand Prix: già dal titolo si capisce che non si tratta di un concerto qualsiasi. Non è solo un evento musicale, è una dichiarazione d’amore al pop italiano degli anni ’90-2000, un’operazione nostalgia fatta con ironia, cuore e – perché no – benzina.

Stavolta Max non ha solo “scaldato i motori”: li ha proprio accesi. Il racconto del concerto e anche quello che ci ha raccontato un paio di ore prima.

Location? Insolita.

Imola, Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Dove normalmente sfrecciano Red Bull e Ducati, sabato sera si è scatenata una maratona emotiva da 85.000 voci. Un tempio della velocità trasformato in arena pop nazionale. Nessuna curva, solo canzoni. Nessun pit stop, solo cori.

Pit lane della memoria

Già dall’ingresso si capisce che sarà un viaggio. Il pubblico attraversa un museo a cielo aperto, fatto di memorabilia e scenografie dai tour precedenti – Circo Max, Stadi 2024, Questo Forum non è un albergo. Una “pit lane della memoria” che ti prende per mano e ti accompagna dentro un rito collettivo: il karaoke della nostra adolescenza.

Sul palco, Max entra con casco da corsa. Guido Meda in telecronaca lancia la corsa, Con un deca fa da bandiera a scacchi. È tutto pensato come un Gran Premio sonoro: ogni brano è un sorpasso, ogni personaggio delle sue canzoni si sfida in una corsa che non ha bisogno di cronometro. Ha solo bisogno di memoria.

Imola, luogo sacro

Imola è un posto carico di emozioni, non solo per chi ama i motori. Qui è morto Senna: ogni nota suonata in questo autodromo ha un peso diverso.”

Lo dice con rispetto, nel backstage allestito come una sala giochi anni ’90: simulatori, joystick, piste in miniatura. Un Luna Park per adulti malinconici.

Durante il concerto fa un omaggio proprio a Senna proiettando le sue immagini mentre canta Gli anni. Momento molto toccante e commovente per chi ha vissuto quegli anni…inoltre sono risuonate anche le parole e le note della canzone di Dalla Ayrton che Max ha cantato con evidente emozione.

Max e il suo repertorio

Ci sono pezzi che non facevo da ere geologiche. Alcuni li avevo lasciati indietro, altri non venivano bene dal vivo. Ma oggi ho un team tecnico che li fa rinascere.”

E infatti accade: brani “minori” riemergono con una nuova forza.

Cumuli trova un posto nel live di tutto rispetto ed è stata accolta con grande plauso dal pubblico.

Non è nostalgia, è memoria collettiva

Alcune canzoni non sono solo mie, sono diventate patrimonio comune. È come se l’adolescenza fosse un sentimento trasversale, che passa da una generazione all’altra.”

E questo lo vedi nel pubblico. Anagraficamente trasversale: c’è chi ha vissuto gli 883 in tempo reale, chi li ha scoperti in macchina con i genitori, chi è arrivato con la serie Sky Hanno ucciso l’uomo ragno.

La serie e il tour si sono aiutati a vicenda. Le amiche di mia madre non venivano ai concerti, ma ora mi seguono – dice sorridendo -. È la prova che questa cosa ha creato massa critica.”

Nel backstage, tra videogiochi e modellini, Max ha ben chiaro che il suo immaginario oggi non è solo musicale: è culturale.

L’amicizia come chiave

Riccardo Zanotti non è solo un collega, è un amico di lunga data. Con lui ci scambiamo meme e canzoni: è anche questo che rende speciale suonare insieme.”

Bottiglie vuote in scaletta è un salto nel tempo contemporaneo.

Il pubblico non è una transumanza

Chi viene a un mio concerto… poi torna. È gente che si diverte e vuole sapere cosa succederà la prossima volta.

È il modo con cui Max definisce la sua comunità – perché di fanbase ormai non si può più parlare. Queste persone tornano perché si sentono a casa. E perché, sotto sotto, vogliono ancora sapere come andrà a finire quella storia cominciata con una gita a Rimini.

Max Forever: oltre la cronaca

Non ho mai avuto un buon rapporto con il ‘per sempre’. Ma in questo progetto, Max Forever, ci vedo qualcosa che può andare oltre la cronaca.

Questo concerto, questo tour, questo racconto non sono solo un’operazione revival. Sono la conferma che un certo pop italiano, quando è onesto e ben scritto, sopravvive a tutto. Anche al tempo.

Il concerto regge perfettamente ed è ben congegnato per essere un lungo percorso negli anni.

Il futuro? Scritto, ma non inciso (ancora)

Scrivo sempre. Mi piace il processo creativo. Ma oggi non puoi più pubblicare una canzone così, a caso. Serve capire dove va il tempo e come armonizzarlo con quello che fai.

Tradotto: se esce un nuovo disco, sarà al momento giusto. E nel frattempo, qualche idea per il futuro ce l’ha.

Intanto una cosa è certa: nel 2026 si riparte con Max Forever – Gli Anni d’Oro – Stadi 2026.

Ultimo giro d’onore

Il concerto si chiude così com’era cominciato: con Con un deca. Come un cerchio che si chiude. Ma questa volta è una bandiera a scacchi che non segna una fine, ma una ripartenza.

La sensazione è quella di essere stati dentro una festa collettiva. Una comunità più che un pubblico. Quelle che chiamano “operazioni nostalgia”, ma che in realtà sono operazioni di riconoscimento reciproco.

Max Pezzali non è solo una discografia. È un rifugio. Un posto dove torni, anche solo per ricordarti chi sei stato – o chi volevi diventare.

La corsa contro il tempo (che in realtà vogliamo perdere)

E alla fine, cosa resta davvero? Resta questo. Una generazione – la nostra – che ha imparato a memoria testi prima ancora di capirli. Classe 1985, ricordo ancora il giorno in cui Hanno ucciso l’uomo ragno uscì. Io andavo alle elementari. Cantavo tutto senza sapere cosa stavo dicendo. Ora lo so. E lo sanno tutti quelli che erano qui con me.

Perché quello che è andato in scena a Imola non è solo un concerto. È stato un ritorno a casa. Un luogo in cui poter gridare a squarciagola senza vergogna, stringersi in un coro collettivo, riconoscersi. Io che canto a squarciagola con Paola Iezzi ma anche con un tizio sconosciuto nel pubblico e infine con i miei amici di lunga data Enrico e Fabiana che saluto con sottofondo Gli anni. Un rito. Un tempo sospeso.

Nella musica c’è tutta la nostra adolescenza, quella che non se n’è mai andata davvero.

Lo abbiamo capito: questa non è una gara per arrivare primi. È una corsa contro il tempo che, sotto sotto, vogliamo perdere. Per restare un po’ di più lì, tra quelle canzoni che ci hanno raccontato prima ancora che fossimo pronti a raccontarci da soli.

Una gara fra le canzoni? Forse. Ma alla fine non vince nessuna. Vince l’amore. Quello che ci portiamo dietro da trent’anni e che, nonostante tutto, continuiamo a cantare. Forte. Ancora più forte di prima.

MAX PEZZALI GRAND PRIX 2025 – SCALETTA

1.⁠ ⁠CON UN DECA
2.⁠ ⁠ROTTA PER CASA DI DIO
3.⁠ ⁠NON ME LA MENARE
4.⁠ ⁠JOLLY BLUE
5.⁠ ⁠CUMULI 
6.⁠ ⁠HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO
7.⁠ ⁠IL GRANDE INCUBO
8.⁠ ⁠SEMPRE NOI
9.⁠ ⁠SE TORNERAI
10.⁠ ⁠UNA CANZONE D’AMORE
11.⁠ ⁠SEI UN MITO
12.⁠ ⁠NELLA NOTTE
13.⁠ ⁠BELLA VERA
14.⁠ ⁠LA LUNGA ESTATE CALDISSIMA
15.⁠ ⁠LA REGINA DEL CELEBRITÀ
16.⁠ ⁠LA REGOLA DELL’AMICO
17.⁠ ⁠SENZA AVERTI QUI
18.⁠ ⁠TI SENTO VIVERE
19.⁠ ⁠COME DEVE ANDARE
20.⁠ ⁠AEROPLANO
21.⁠ ⁠FINALMENTE TU
22.⁠ ⁠NIENT’ALTRO CHE NOI
23.⁠ ⁠BOTTIGLIE VUOTE (FEAT RICCARDO ZANOTTI)
24.⁠ ⁠IO CI SARÒ
25.⁠ ⁠SEI FANTASTICA
26.⁠ ⁠CI SONO ANCH’IO
27.⁠ ⁠LA DURA LEGGE DEL GOL
28.⁠ ⁠GLI ANNI
29.⁠ ⁠COME MAI
30.⁠ ⁠NESSUN RIMPIANTO
31.⁠ ⁠NORD SUD OVEST EST
32.⁠ ⁠TIENI IL TEMPO
33.⁠ ⁠GRAZIE MILLE
34.⁠ ⁠CON UN DECA

Foto in copertina di Onofrio Petronella