Il Festival di Sanremo 2025 si infiamma in conferenza stampa.
Carlo Conti entra in contrasto con la sala stampa a causa del televoto e del diverso peso che ha il 34% del pubblico rispetto al 33% di stampa e radio, specialmente legato alla serata finale.
La guerra aperta che, lo diciamo subito, è stata sedata dallo stesso Conti con delle scuse per il fraintendimento quasi subito, inizia con una domanda fatta dal giornalista Parrella di Fanpage.
Il riferimento è alla richiesta pubblica di un noto influencer, Pengwin, di votare in massa per Rocco Hunt e, a questo, la risposta è stata che eventuali manomissioni o attività illecite verranno prontamente visionate dagli organi competenti.
A questo, però, Parrella ha aggiunto anche:
“Vi chiedo appunto se e come intendete riapprocciare la questione anche in relazione a un tema che è emerso in questi giorni cioè il nuovo sistema di voto che rende evidentemente più permeabile Il sistema e meno efficaci le giurie Sala stampa e radio tv web. Una cosa del genere potrebbe concretamente influenzare quella che è la gara”.
Carlo Conti risponde:
“Matematicamente come fa a valere meno sala stampa Radio e web se insieme fanno il 66 contro il 34%?. Mi sembra il 66 sia un pochino più di 34”
Controrisposta:
“E’ legato diciamo alla modalità di voto dell’ultima serata cioè la possibilità che in giuria abbiamo di dare votazioni cantanti da uno a cinque rispetto al televoto che invece consente di votare una singola un singolo artista, quindi ovviamente ha un incidenza differente”
Di nuovo Carlo Conti:
“Io posso dare i miei voti uno ad A B e C, perché devo dare un singolo artista anzi siete più voi che potete dare 5 a 1 e gli altri quattro dare uno”.
Ancora Parrella:
“Beh certo dovremmo organizzarci che non sarebbe bellissimo”
Ed ecco la stoccata di Conti:
“Mi pare che lo scorso anno sia stato fatto”
Da qui è stato l’inferno sia all’Ariston che nella sala Lucio Dalla, con la sala stampa che ha rumoreggiato molto fino ad arrivare al chiarimento dopo la domanda di Andrea Spinelli di QN:
“Su questioni così delicate, diciamo, per la sala stampa, forse occorrerebbe delle risposte un po’ meno istintive e più ponderate, perché ovviamente alludere al fatto che ci siano state delle cose organizzate significa soffiare su una polemica che si trascina da qualche tempo e che confligge con quella che è l’intenzione di questa sala stampa, che è reale.
E poi, ripeto, magari liquidare le cose con – non dico delle battute – però con delle riflessioni un po’ troppo istintive è un problema. Perché prima ho sentito dire alla collega Barnabi: “Non faccio il giudice, faccio il direttore artistico”.
Però magari penso alla trasmissione, che ha 15 milioni di spettatori, e anche a questioni di opportunità che valgano in quelle circostanze. Quindi forse bisognerebbe andare oltre la risposta così a pronta presa.
Per quanto riguarda invece questa sala stampa, è un dato di fatto – come già ci siamo detti ieri – che il voto della serata finale è depotenziato. Quindi quel 33-33-34 non pesa esattamente in quel modo.
Chiedo quindi se sia il caso di mantenere le giurie così come sono in questo momento, perché noi abbiamo il nostro premio e quindi il nostro ruolo all’interno del meccanismo di votazione ci viene richiesto dalla Rai. Noi lo facciamo se questo ruolo ha una sua pienezza, perché se viene depotenziato, allora diventa perfettamente inutile”.
La risposta di Conti è arrivata subito ed è stata chiarita la sua posizione:
“Mi scuso molto se sono stato frainteso, ho ho grande rispetto di tutti voi e del vostro lavoro quindi non volevo assolutamente fare riferimenti o fare battutine o non rispondere alle vostre domande. Credo di essere stato sempre estremamente disponibile e corretto nelle nelle mie risposte.
Per quanto riguarda invece l’altra cosa dello scorso anno non volevo assolutamente dire che è stato fatto combine o chissà che cosa, assolutamente. Io da spettatore, da lettore lo scorso anno lontano dal festival avevo visto questo polverone questa questa esagerazione anzi che trovo appunto esagerata che non mi mandava bene, che mi aveva dato da spettatore incuriosito e mi aveva anche un po’ infastidito, sapendo la serietà del vostro lavoro sapendo la serietà del lavoro della sala stampa sapendo della serietà del lavoro delle radio e la bontà del televoto, quindi era semplicemente riferito a questo.
Ripeto mi pare strano visto che voi avete il 33 la radio hanno il 33, quindi insieme il 66, è un grossissimo campione che dà molto peso al vostro lavoro, e poi c’è il televoto che prende l’altro 34…mi pare, ritorno a dire, che 33 + 33 quindi il lavoro di professionisti serissimi che lavorano nel mondo della musica quotidianamente come la radio come voi giornalisti sia un peso importante sulla votazione finale perché porta al 66%. Vi ringrazio ancora comunque della pazienza Mi scuso di nuovo se sono stato frainteso e vi auguro buon lavoro e buona votazione”
La querelle è continuata con i mugugni della sala stampa dell’Ariston ma arriviamo alla parte finale, perché per ben tre volte è stato specificato che alla fine sarebbe intervenuto lo specialista sui metodi di voto, Noto, per chiarire tutto una volta per tutte e, una volta che Conti ha salutato anche i giornalisti si sono alzati (ripetiamo, dopo la specifica fatta tre volte su loro precisa richiesta, tra l’altro) per andare via.
Proprio per questo, lo stesso Noto ha detto:
“Se vi interessa davvero io spiego altrimenti procediamo con altro”
A quel punto, quando una parte della sala stampa che, ribadiamo, ha chiesto a gran voce spiegazioni sui termini di voto è andata via, Noto ha parlato a chi è rimasto spiegando questo:
“Nella somma con le serate precedenti, il voto della sala stampa vale il doppio rispetto al televoto. Questo significa che, in un certo contesto, il peso del voto della sala stampa è maggiore rispetto a quello del televoto.
Ecco perché è importante leggere tutta la definizione della classifica, non solo l’ultima parte. Abbiamo creato dei bilanciamenti proprio per questo: ogni artista arriva con un peso maggiore rispetto al voto generato dal solo televoto.
I giornalisti, giustamente, votano con un punteggio da uno a cinque. Ma non partite dal presupposto sbagliato: avete detto che il televoto esprime un voto secco, ma è falso. Ogni utenza può votare fino a tre volte.
Negli anni passati, non tutti concentravano i voti su un solo artista, quindi anche il televoto distribuisce i consensi, proprio come fate voi con un’altra formula. È un voto telefonico, con delle regole precise.
Alla fine, non penso affatto che il voto della sala stampa sia minore. Anzi, credo che sia almeno equivalente, se non addirittura maggiore. Non lo dico io, ma lo dicono i numeri, ed è per questo che ci tenevo a illustrare l’infografica”.
Sicuramente si tornerà presto sull’argomento.