Il Festival di Sanremo negli anni ’90:
1990: Il Palafiori e il ritorno dell’orchestra
L’edizione del 1990 segnò una vera svolta nella storia della manifestazione. Dopo dieci anni fece il suo ritorno l’orchestra, elemento simbolo del Festival, e venne reintrodotta la formula degli artisti stranieri abbinati ai cantanti italiani, una tradizione che aveva riscosso successo negli anni sessanta. Questi artisti si esibivano fuori gara.
Uno dei momenti più memorabili del Festival fu l’interpretazione di Ray Charles, abbinato a Toto Cutugno, che fu accolta con cinque minuti di applausi dal pubblico.
A causa delle necessarie modifiche per il restauro e l’ampliamento del Teatro Ariston l’edizione si svolse in una nuova location. La manifestazione fu trasferita nella megastruttura chiamata Palafiori, un capannone trasformato in teatro capace di ospitare fino a cinquemila persone, compresa l’orchestra.
I Pooh, vincitori di quell’edizione, avrebbero dovuto rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest di quell’anno, a Zagabria. Tuttavia, il gruppo rinunciò, lasciando l’onore al secondo classificato, Toto Cutugno. Con la canzone Insieme: 1992, scritta appositamente per l’evento, Cutugno conquistò il primo posto, portando l’Italia alla sua seconda vittoria all’Eurovision.
1991: arriva la demoscopica
Anche nel 1991 il Festival confermò la formula degli interpreti internazionali affiancati agli artisti in gara.
Non mancarono gli imprevisti: Rod Stewart, ospite internazionale di grande richiamo, avanzò la richiesta di eseguire un solo brano, in contrasto con i due previsti dall’organizzazione. La produzione respinse la sua richiesta, portando l’artista a lasciare il Festival, in un episodio che dimostrò come nemmeno le grandi star possano sottrarsi alle regole del prestigioso palco dell’Ariston.
La vera novità di questa edizione fu l’introduzione della giuria demoscopica come sistema di votazione. La selezione del campione e la raccolta dei dati furono curate dalla società Doxa.
1992: Il ritorno di Pippo Baudo
L’edizione del 1992 segnò l’inizio di una nuova era per il Festival di Sanremo con il ritorno di Pippo Baudo alla conduzione, una scelta avvenuta all’ultimo momento dopo il rifiuto di Renzo Arbore. Baudo, che sarebbe rimasto al timone della kermesse per cinque edizioni consecutive (dal 1992 al 1996), portò una ventata di stabilità e professionalità, divenendo un simbolo insostituibile del Festival. Dal 1994 al 1996, inoltre, avrebbe assunto anche il ruolo di direttore artistico, consolidando ulteriormente il suo legame con l’evento.
Un’importante novità introdotta in questa edizione fu il ritorno delle eliminazioni tra i Campioni, assenti dal 1973. Sera dopo sera, il pubblico assistette alla progressiva scrematura degli artisti in gara, una formula che riscosse grande successo tra i telespettatori, aumentando la tensione e l’interesse per ogni serata del Festival. Tuttavia, questa innovazione non fu ben accolta dai discografici, che criticarono il sistema per l’impatto potenzialmente negativo sulle carriere degli artisti eliminati precocemente.
Clicca in basso su continua per l’inizio della nuova età dell’oro del Festival con Super Pippo.











