31 Marzo 2023
di Interviste, Recensioni
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31 Marzo 2023

Pagelle Nuovi Singoli in Uscita Venerdi 31 marzo: il pezzo della settimana è di Svegliaginevra ma fioccano i due e i tre

Questa settimana a colpire il nostro critico sono più i brani meno riusciti che quelli che si fanno apprezzare

pagelle nuovi singoli 31 marzo 2023
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Pagelle nuovi singoli 31 marzo 2023

Boro Boro & Elettra Lamborghini – Delincuente

E’ l’uomo tigre che si batte con furore, combatte solo per la libertààààà. Ho detto tutto, anche perché dopo questo resta davvero il nulla.
Due
⭐⭐

Giovanni Truppi – Mondroone

L’ho amato particolarmente nella sua parentesi sanremese dell’anno scorso, ma ammetto di non capire affatto una canzone come questa. All’inciso preferirei una randellata nei suddetti alla Tafazzi e le strofe… se devo sentirmi la letterina letta, l’insieme dei pensieri dell’artista vado da uno qualsiasi dei miei nipoti e mi faccio leggere tutta la collezione di letterine scolastiche che partono dalla festa dei nonni e terminano con la Pasqua. Soffrirei di meno! Perdona il sarcasmo Giovanni, ma qui non si tratta di capire o non capire il senso di tale composizione! Si tratta di capire la scelta di lanciarla in radio, come singolo! E non capisco, perdonami.
Due
⭐⭐

Chadia Rodriguez – Criminale

Ma essere moderni, contemporanei, significa per forza esser brutti, anti musicali? Cosa mi deve restare di un brano come questo? Il ritmo è qualcosa che abbiamo sentito in decine e decine di altri brani e non si è sprecato certo nessuno a suonarlo. Parliamo poi della voce, tutta lavorata, modificata, sempre più vicina all’intelligenza artificiale ( poco ci manca ) e più lontana dal calore umano. E devo sentire questa cosa? Dovete sentire questa cosa? Ma perché?
Tre
⭐⭐⭐

Fred De Palma – Adrenalina

Quando m’aspetto che De Palma faccia quel passo avanti nella sua proposta, provi per lo meno a crescere “scafonandosi”, lui torna più cafone di prima. Per l’amor del cielo, ha indubbiamente ragione lui visti i dischi di platino che gli vengono tributati, ma io lo trovo davvero più impegnato nel cercare il suono, la produzione più ad effetto, che nel cercare di scrivere un pezzo che valichi il tempo, che vinca la moda del momento, per cui valga la pena di ricordare che esiste un artista che si chiama Fred De Palma.
Quattro =
⭐⭐⭐⭐=

Lazza – Zonda

Lontano anni luce da Cenere, il brano più venduto dell’ultimo Festival di Sanremo che aveva avuto il merito di comunicare al grande pubblico la capacità dell’artista di riuscire a comporre delle hit di ampio respiro, senza tradire la sua storia ed il mondo musicale di cui aveva conquistato un posto in prima linea. Però questo pezzo è soltanto un esercizio di stile, che poco ha a che fare con la forma canzone e che ancor meno lascia da ricordare, anche melodicamente, visto che lo stesso giro musicale è ripetuto per tutta la durata del pezzo, senza variazioni. E se anche la produzione è di grandissimo livello, la scelta dei suoni, ammetto d’esser un po’ deluso; pensavo fosse andato molto oltre tutto questo.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Neja & Luca Guadagnini Band – Questione di fortuna

Suona un po’ tutto plasticoso! Sarà che la band si lascia un po’ ingabbiare dalla tematica dance in cui nonostante Neja sia abituata a primeggiare, qui viene poco fuori. Colpa forse di un brano che non ha il tiro potente delle sue hit del passato. Il testo in italiano è di una banalità quasi urticante.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Novanta & Gioia Podestà – Forever

Brano troppo enfatizzato, sia nell’arrangiamento della base che in quello della voce. Resta tutto troppo etereo, da sembrare idoneo come colonna sonora di film o fiction, di quelle che però girano fra una scena ed un altra, quelle non parlate, dove magari il protagonista cammina alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Troppo poco per un approccio radio promozionale.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Wako – Panico

M’infastidiscono non poco gli effetti sulla voce; non ti permettono di capire quale sia il vero colore della stessa e, per un artista, sarebbe piuttosto necessario farsi riconoscere prima di ogni cosa. Il pezzo non è che un innocuo up tempo che vorrebbe spiegare come si vive male il caos, ma alla fine l’unica cosa che lascia è la frase conclusiva dell’inciso: mi sparo in testa. E siamo sinceri, non è proprio il massimo delle frasi da ricordare.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Aleandro Baldi – Non mi serve niente

Il senso melodico di Baldi è invariato, così come la capacità di scrivere canzoni che hanno giuste evoluzioni. Il problema è che non è cambiata di una virgola nemmeno la maniera di arrangiare i brani, tanto che questo potrebbe tranquillamente avere nel retrocopertina la scritta 1993, nessuno si stupirebbe. E a poco serve il tentativo di rap ad un certo punto così come un effetto quasi fastidioso che compare nel momento corale dell’inciso, che stranisce sia all’ingresso, dell’effetto appunto, che alla fine, quando poi fuoriesce solo la voce pulita di Baldi.
Quattro 1/2
⭐⭐⭐⭐✨

Api – Gretel

Se fosse stata usata con una sfumatura più funk, la chitarra iniziale avrebbe potuto riecheggiare il mondo dei Red Hot Chili Peppers. Hanno una loro originalità che però non è messa a frutto benissimo in questa canzone che è un po’ confusionaria, troppo piena di idee che non fai in tempo a farne una tua, che già ne arriva un’altra facendoti dimenticare dove si stava. Tutto molto suonato però, e bene, e oggi non è così facile accada. La canzone però potrebbe lasciare molto ma finisce col lasciar poco.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐

Pinguini Tattici Nucleari – Coca Zero

Canzone che parla di cambiamenti e della capacità di adattarsi o meno a tali cambiamenti per chi non è più freschissimo negli anni. Di certo il mondo non ti aspetta, come dice un passaggio recitato. Il testo è sicuramente intelligente, però è un po’ confuso in mezzo a suoni che l’opprimono, non gli permettono di arrivare dritto, pulito. Il problema è che se dico che questa modalità d’arrangiamento non mi piace, corro il rischio di passare come la signora del testo. Però me ne sbatto e confermo che non mi piace, o, per lo meno, non quanto avrebbe potuto piacermi.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐

Punkreas – Tempi distorti

Tornano i Punkreas e sembra sinceramente che per farlo abbiano scongelato un pezzo dei primissimi anni 90, anni dei loro primi lavori. E’ proprio l’arrangiamento, il tipo di suono scelto che è figlio di quel periodo, quando ci si ribellava anche al pop plasticoso ed imperante di fine anni 80, per fare spazio ad un sound chitarristico su cui cantare con questa parvenza d’incazzatura perché fa più figo, perché contrasta i bei faccini del periodo antecedente. Il brano non è affatto brutto, solo che è anacronistico.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐

Luigi Strangis – Adamo ed Eva

Strangis continua a cercare il compromesso fra la matrice rock che vorrebbe seguire e quella più pop verso cui è più facile cercare di guadagnare credibilità. Non sempre ci riesce però qui probabilmente, grazie soprattutto al tam taratam taratà dell’inciso che si lascia ricordare, probabilmente ha fatto un passetto avanti in quella direzione. Resta sempre un attimo più difficile concentrare il tutto in poco più di due minuti e mezzo e forse, per il suo discorso, quando imparerà a venirne fuori, sarà ancor più convincente. Per il momento almeno adesso è sufficiente o quasi.
Sei =
⭐⭐⭐⭐⭐⭐=

Aiello – Aspettiamo mattina

L’artista calabrese qui canta di tante cose che sta aspettando. Io aspettavo da un po’ una nuova canzone buona, che mi ricordasse quanto mi piaceva quando è venuto fuori. Poi si è un po’ perso nel periodo della fama importante. Questo ritorno però, seppur non mi faccia gridare al miracolo, mi fa ben sperare che si sia ritrovato. E’ un discorso d’essenzialità, di canzoni che sanno raccontare una storia e non cercare sensazionalismi in cui lui è più volte inciampato e non gli hanno fatto certo bene. Il brano del suo unico Sanremo ad oggi resta l’emblema. Diciamo che da qui si riparte. Su, su Aiello, su!
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

UnFauno – Che cazzo ci faccio qui

Brano che ha una discontinuità di base. Le strofe sono un rap vecchia maniera, quelli intrapresi molto lentamente ma al contempo chiarissimi nel testo. L’inciso ha invece, a parte la parolaccia di uso comune ad effetto, ha una struttura più canzonata dove il nostro, in divenire, fa anche delle variazioni su tema con contrappunti indovinati però per dare un garbo al tutto. Non adattissima ad essere un singolo apripista, avrebbe forse avuto uno spazio più giusto come traccia non promozionata di un album.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Vipra – Guardami – Mango

Parto dal presupposto che non debba pensare a Mango, brano a cui il pezzo è dedicato e non capisco il perché. sennò gli metto due per direttissima, vista l’enorme genialità dello scomparso cantautore. Vipra presenta un punk elettrico di buona pressione, inteso che sa tenere teso l’ascoltatore aspettando le sue evoluzioni. La parte migliore è però quella dello special, dove tutto rallenta e sembra quasi di finire in un altro mondo artistico, un’altra possibilità d’esposizione. Potrebbe camminare.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Annalisa – Mon amour

Dopo il successo, pur prevedibile ma non in queste proporzioni, di Bellissima, la bella per davvero Annalisa sembra averci provato gusto nell’animare il dancefloor. Di sicuro su questi ritmi serrati la sua voce viene sfruttata diversamente. Se i virtuosismi sono infatti ridotti all’osso, ci pensa il tempo, lo starci su, a provare la voce, con poco spazio per riprender fiato ed il mantenere sempre tesa la dinamica, senza cali d’intensità. Il brano avrà il suo spazio ma è comunque più debole del predecessore; è infatti meno memorizzabile, meno ipnotico, oserei dire, più difficile da canticchiare, che è stato probabilmente il valore aggiunto di Bellissima.
Sei+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Rocco Hunt – Non litighiamo più

Non si fa pace con i missili è la frase che potrebbe diventare un nuovo mantra da utilizzare in diversi contesti. Hunt si muove fra la sua capacità urban ed una chitarra guida che un po’ Colapesce & Dimartino, dando alla proposta quel sapore vintage sanamente evocativo. Avrei giusto aggiunto qualche altro colore vocale, una coralità in entrata negli incisi a venire, dopo il primo, giusto per creare quel movimento che una voce non voce, come quella di Rocco, da sola non può dare.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Drast – Gran finale

L’ex “Psicologo” trova una strada più strumentale per esprimersi e la sua voce, un “sussurrato pieno”, guadagna colore con il supporto reale. Il brano è scritto bene, rispetta le possibilità canore dell’artista, non altissime, e le sfrutta al meglio, giocando col corpo della voce appunto, e dove ci vorrebbe più forza arriva la doppia linea vocale a riempire. Non credo che il percorso degli Psicologi avesse esaurito il suo potenziale, però va detto che Drast se la cava piuttosto bene anche da solo.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Lorenzo Fragola & Mameli – Happy

Continuano questo percorso a due che sta riuscendo a dare forza ad entrambi. Anche questo nuovo singolo è carinissimo nel suo essere disimpegnato, pieno di atmosfere sonore, echi musicali su cui i due si rincorrono lasciando però intatte le loro prerogative stilistiche e vocali. Non è il brano della vita, ma lo si ascolta con piacere e leggerezza.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Andrea Sannino & Gigi Finizio – Nu raggio ‘e sole

Continuano i duetti potenti per Andrea Sannino che, dopo Franco Ricciardi, approda nelle atmosfere melodicamente soul di Gigi Finizio, la cui voce è sana portatrice. Il pezzo è cantato in maniera impeccabile e cresce con potenza senza tradire mai il sentimento. In alcuni passaggi mi ha ricordato un po’ Ancora Ancora Ancora di Mina, ma si parla di sensazione, di mood, e non di richiamo preciso di note. Molto da palco live per catturare applausi, meno da singolo radiofonico. Buona comunque.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

LeDeva – Fiori su Marte

Rimaste in tre Le Deva lanciano in radio il brano con cui hanno gareggiato a Una Voce Per San Marino. E’ una ballata ben cantata, che mette in luce tutte e tre le protagoniste. Ed è proprio il loro gioco vocale, il modo d’interpretare che rende il brano attuale, senza farlo scivolare in una classicità da cui, per linee guida, poteva finirci dentro con tutti e due i piedi. Probabilmente ci hanno guadagnato dall’esser rimaste in tre, e non per Laura Bono di certo, ma perché dividere i pezzi forse adesso è più facile.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Maria Antonietta & Layla Al Abash – Per le ragazze come me

Sonorità a cavallo fra gli 80 e 90 ed interpretazione sognante per celebrare la forza della mente delle donne, rivendicarla. Sembra sempre non ce ne sia bisogno più ed invece poi ci si scontra ancora con situazioni aberranti che ci riportano indietro di decenni. La forza del pezzo sta proprio però nel non essere tedioso, nel trovare una chiave scanzonata e leggera per arrivare al dunque del messaggio.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Ron & Leo Gassmann – Questo vento

Duetto riuscito perché bel confronto generazionale che si spende non soltanto nelle età dei due ma anche fra le parole del testo. C’è una sapienza pop che è propria della scrittura di Santoianni, co-autore del brano, e c’è quel tocco di modernità che Leo ha saputo infonderci, con la sua interpretazione più stanca, come si è soliti fare oggi, che sembra quasi semplicemente passassi di là, eppure alla fine sai mettere a segno il colpo: Succede quando le parole sono importanti e sai come porgerle. Sinceramente piaciuta.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Svegliaginevra – Stare con te

Moderna nella scrittura, senza trascurare linee melodiche che possono restare impresse, farsi ricordare. In questo brano la contrapposizione fra modernità e possibilità melodiche si differenziano in maniera netta fra strofe ed incisi. Bello lo special aperto da una chitarra chiamata a dominare il gioco di echi che prevalgono nella base, fra battiti del tempo enfatizzati e la voce che cade morbida nel falsetto. Buona, molto buona.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

 

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