PAGELLE NUOVI SINGOLI 7 novembre 2025 – i Bocciati da AMI
NIKO PANDETTA – NATO COLPEVOLE
In questa canzone Niko Pandetta dice di essere innocente, nonostante tutti sostengano il contrario.
Ricordiamo che il trapper è stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione ed è tornato in libertà pochi giorni fa dopo avere scontato la sua pena.
Quale potrebbe essere il modo migliore per un trapper di tornare in libertà, se non quello di fare una rappata raccontando che ha vissuto in isolamento al gabbio, che un infame ha bevuto dal suo calice e che fa ancora più soldi, dicendo che adesso i suoi colleghi devono avere più paura di lui, che è tornato il più ‘real’.
Ah, ci fa sapere che ha anche 2 milioni in contanti e che può morire sereno.
Idea buona, esecuzione meno ma apprezziamo lo sforzo di redimersi mostrando gli attributi.
★★★★★
5
AMALIA – OCCHI LUCIDI
C’è qualcosa, in generale, che non funziona in questo brano. Partiamo dalla poca amalgama tra voce e base, sembrano due elementi scollegati tra loro come se la base andasse in una direzione e la voce in un’altra.
A proposito della base, è praticamente Superstar di Darin quasi copiata e incollata, cambiando ovviamente tonalità e qualcosina di sparso qua e là. Questa è la seconda cosa fastidiosa all’ascolto, forse la più importante a conti fatti se analizziamo punto per punto ogni aspetto.
Il testo, anche lì, non trasmette niente di particolare con frasi che sembrano scritte dall’AI. Non sto dicendo che sia così ma, sinceramente, sembra proprio così perché sono frasi molto banali e scontate nella loro costruzione.
Nello special, altro problema, sembra che Amalia stia cantando in una tonalità completamente diversa rispetto quella della base. Magari la scelta è voluta, per carità, ma resta comunque un elemento fastidioso all’ascolto.
Purtroppo questo singolo non funziona quasi in nulla e i motivi sono tutti qui, magari all’interno dell’album la storia è diversa quindi consigliamo l’ascolto.
★★★
3
BRUGNANO FEAT CARL BRAVE – CAMPIONI DI DRAMMI
Faccio coming out: non riesco più a sopportare l’autotune marcato. Sono anni che lo sentiamo, anche basta. Mi spiace che questa confessione avvenga con Brugnano ma non è più possibile sentire una canzone che si apre con sto software così tanto ma tanto potente applicato alla voce.
Posso capirne l’uso come strumento per dare un colore ma così, proprio in apertura di brano, cadono davvero le braccia e si perde anche la voglia di ascoltare tutto il resto.
Continuando l’ascolto, tra l’altro, sembra una traccia scartata da Carl Brave, presente come feat, e non si riesce a distinguere chi sia l’uno e chi l’altro.
Le voci sono praticamente identiche in tutto, incluso l’incedere romanesco di Carlo Coraggio che viene copiato e incollato da Brugnano.
Per quanto riguarda la parte testuale, molte parole si perdono tra doppie voci che schiacciano tutto o mumbling che non le fa capire del tutto e, anche qui, non è più sopportabile dovere sforzarsi di ascoltare un brano per capirne le parole.
Basta, vi prego. Un punto in più lo prende la base che è carina, in perfetto stile Carl Brave. Nulla contro Brugnano, ci mancherebbe, ma è proprio un malessere profondo quello che provo quando non riesco a capire cosa si dice e quando non riesco a cogliere le sfumature di una voce.
★★★★
4
KAUFMAN – CRASH BANDICOOT
Questa canzone non è brutta, è blanda e banale nella sua costruzione. Partiamo dal fatto che sembra una canzone dei Legno, band indie attivissima ma che qualche anno fa aveva ottenuto un gran bel successo in quel particolare settore.
E’ una canzone pop con riferimenti a un mondo anni 90 (tequila bumbum, crash bandicoot) che appare davvero tanto ma tanto distante ma passi per l’operazione nostalgia.
Il problema è proprio il brano nella sua interezza, annoia dopo poco perché è un loop continuo tra strofe e ritornelli senza un minimo di variazione che può rendere tutto più catchy, invitante.
Kaufman, sapete fare meglio di così e lo avete già ampiamente dimostrato in passato. Questa canzone, purtroppo, non ha elementi sufficienti per arrivare a un voto positivo.
★★★★★
5
LACRIM E BABY GANG – ROCK
Insegnate a sti ragazzi che non basta mettere un giro di chitarra elettrica per definire una canzone rock, perché forse non lo sanno.
Fosse questo, però, il problema saremmo a cavallo. Il problema di questa canzone è che esiste, considerando che non serve e non aggiunge assolutamente nulla alla musica italiana.
L’unica cosa interessante è la parte in francese di Lacrim, il timbro di questo trapper sta perfettamente su questa base. Baby Gang è, come al solito, inconsistente nei suoi temi e nello sviluppo degli stessi.
Droga, vita di strada, soliti temi. Insomma, già sappiamo.
★★★★
4
MORENO FEAT TISH – COLPA DEL DESTINO
Questa canzone è uguale a mille altre che già esistono, sia per testo che per musica. Poco più di 2 minuti di brano che ti fanno pensare, al termine dell’ascolto, solo ed esclusivamente “ok, e quindi?”.
Moreno e Tish si impegnano, senza dubbio, ma con questo incrocio di anime si poteva fare molto ma molto di più rispetto al giocare facile con una canzone che sembra una di quelle vecchie di Fedez con la Michielin o con Noemi.
Ecco, sembra L’Amore Eternit per impostazione generale del componimento. Nulla di nuovo o interessante.
★★★★★
5
RENATO ZERO – SE T’INNAMORERAI
Lesa maestà, lo sappiamo. Non si può bocciare Renato Zero ma c’è un motivo semplice, anzi due che posso spiegare facilmente sperando di non ritrovarmi i sorcini davanti casa con i forconi.
La canzone non è brutta, ha però dei problemi tecnici evidenti sulla voce che non è stata lavorata bene e viene scavalcata spesso dalla base.
Ora, non so come sia stato registrato il brano in studio ma sembra che Renato Zero abbia fatto una presa diretta in una grande sala poco insonorizzata e che nel microfono rientrino tutti i rumori di fondo. Anche il lavoro sulla doppia voce nel pre-ritornello non è stato fatto in modo efficace per non far risultare il suono quasi abbozzato.
La seconda problematica è sulla base, sulla produzione. Importante, orchestrale e va bene tutto ma è molto old, poggia le radici negli anni 90 e, per carità, non sarebbe un male (ho dato 9 a Claudio Baglioni di recente con il suo ultimo singolo che era pressoché uguale) ma se lo si vuole fare bisogna lavorare bene tutti i singoli suoni perché sembra più di assistere a uno spettacolo dal vivo con un suono non propriamente adatto, come tutti gli spettacoli dal vivo, rispetto a un singolo.
Sul testo alzo le mani, non si discute, ma sui problemi di lavorazione tecnica non riesco per deformazione a soprassedere.
★★★★★
5
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