PAGELLE NUOVI SINGOLI 27 GIUGNO 2025 – i Bocciati da AMI
HOLY FRANCISCO FEAT PLANT – 2CUP
Capisco che Plant debba riposizionarsi sul mercato e che bisogna spingerlo come solista dopo il percorso con i La Sad ma non è un po’ too much, chiedo, fargli pubblicare un brano (solista o in feat) con un ritmo di quasi uno ogni due settimane?
Cioè anche basta con questa sovraesposizione forzata, non c’è nessuna necessità. Non c’è il tempo di memorizzare un brano precedente che subito arriva il successivo.
Per quanto riguarda Holy Francisco è davvero dura, molto dura. Capire cosa voglia fare, che direzione voglia prendere, che musica voglia far ascoltare non si capisce.
In questo caso è hyperpop, vedremo se continuerà su questa direzione ma ne dubito. Magari il prossimo singolo sarà neomelodico, ormai mi aspetto di tutto da questo ragazzo.
Altra nota negativa di questo brano, anzi due: troppo autotune su Holy Francisco, ma davvero troppo a livelli fastidiosi, e poi il cantato in corsivoe. Ma sul serio va ancora di moda cantare in questo modo? Non ci si è ancora stancati di non capire cosa dicano i cantanti nelle proprie canzoni?
Io ho capito poco, e vale per entrambi, quindi non so dirvi cosa vogliano trasmettere in questa canzone a livello testuale. Musicalmente la canzone sarebbe anche carina, la prod è fatta benissimo, ma ci si perde troppo tra i meandri di mille errori ed è un peccato.
Vi prego fate riposare Plant.
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HOLDEN – BABY DRIVE
“Veeero che ti amo ancora veeeeero. Faaaalso che ti ho tradita faaaalso”. No, non è follia bensì la nuova canzone di Holden, vale a dire Vero Falso di Paolo Meneguzzi.
Era il 2007 e il buon Pablo era in vetta alle classifiche, dominava in lungo e in largo insieme a Luca Dirisio e tutto andava bene. Pensate, lo dico ai più giovani, che ai tempi Meneguzzi veniva considerato quasi come lo scarto della musica italiana e, invece, nel 2025 lo rimpiangiamo tanto che Holden ha deciso di creare una canzone riprendendo palesemente una delle sue più grandi hit.
Ma cosa avete capito, no Baby Drive non è una cover. Baby Drive è praticamente la fotocopia con parole diverse di Vero Falso. Vuol dire che è brutta? No, l’assioma non è calzante. La canzone non è brutta per nulla, anzi è carino riascoltare per un 33enne cresciuto a pane e hip hop anni 2000 una cosa che riprende quello stile ancora oggi.
Semplicemente è quella, ergo non c’è niente di nuovo. Passiamo oltre.
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ELODIE FEAT SFERA EBBASTA – YAKUZA
Chi segue le pagelle da qualche tempo lo sa bene che chi scrive è legato principalmente a tre fattori nelle proprie valutazioni: mix/mastering, impatto possibile sul mercato e, ultimo ma non ultimo, la lingua italiana.
Se l’impatto sul mercato, che include varie e svariate cose, non dovesse esserci a primo impatto chissenefrega verrebbe da dire, si va avanti lo stesso. Se, però, a essere sbagliate sono le altre due cose o solo una delle due allora la situazione è grave.
In questo caso trovo davvero inconcepibile, oltre che inaccettabile, che otto persone (esatto, otto persone accreditate tra gli autori) abbiano scelto consapevolmente di cambiare gli accenti delle parole per riuscire a chiudere le rime. Cosa che accade subito, nei primi 30 secondi di canzone.
Come può venirti in mente di inserire, tra tutte le parole possibili, la parola ‘sciagura’ il cui accento si trova sulla U e modificarla per chiudere al meglio la quartina con ‘sciàgura’ con l’accento sulla A.
No, non è licenza poetica, no non è accettabile, no non è italiano e no, non è giustificabile con “vabbè abbiamo sentito molto di peggio e nessuno ha detto niente” oppure “ma dai è una canzone estiva che pretendi”.
Sugli errori grammaticali non si transige, è importantissimo non soprassedere su queste cose, e per quanto mi riguarda il brano è bocciato senza appello già così.
Ma poi, scusate, chi l’ha detto che siccome stiamo parlando di canzoni estive allora debba andare bene la qualsiasi? Ma perché dobbiamo accettare sto livellamento verso il baratro?
La canzone è come mille altre che punta più sui nomi coinvolti che non sull’effettiva qualità del brano. Un brano che cerca di unire afrobeat e reggaeton, quindi all’apparenza una cosa potenzialmente fighissima, ma che non fa altro che specchiarsi in se stessa senza costrutto.
Vorrei cercare qualcosa da cui poter partire per riuscire a dare dei giudizi positivi ma non c’è nulla. Questa canzone è una di quelle che faranno successo, perché ovviamente farà successo e non c’è bisogno del genio della lampada per saperlo, ma su cui ci ritroveremo a dire tra qualche tempo “ma perchè? Ma st’allucinazione collettiva perchè?”.
Elodie, Alessandro La Cava, Gionata Boschetti (Sfera Ebbasta), Andrea Arrigoni (Shiva), Davide Longhi, Maximilian Agostini, Federica Abbate (e figurati se poteva mancare anche qui), Tarik Johnston. I nomi di chi ha fatto questo brano sono questi, nero su bianco. Ora ditemi voi se è mai possibile che otto persone, OTTO, non riescano a partorire una canzone diversa da mille altre già fatte in passato.
No, evidentemente non è possibile perchè sanno che il pubblico non dirà niente. La canzone verrà ascoltata, farà successo e tutti grideranno al miracolo quando, musicalmente, di miracolo non ce n’è neanche l’ombra.
Bravi tutti, complimenti. Un nuovo tassello messo dentro un vaso già colmo di cose che non sono necessarie a nessuno.
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DEDDE’ – D’ESTATE
Sono in difficoltà, lo ammetto. Ormai mi ero abituato a considerare Deddè come la matrioska di Petit che, a sua volta, è la matrioska scheggiata di Geolier.
Deddè ma che combini? Inizi a cantare in italiano senza avvisare? Guarda che così uno ci resta male, devi avvertire quando fai ste cose perché io già avevo un’idea e ora devo cambiarla completamente.
No, scherzo, tranquilli che anche se Deddè canta in italiano le cose non sono cambiate: la canzone è come tante altre e non ha un solo elemento, che sia uno, che può farla spiccare sulle altre.
Anche in questo caso siamo di fronte all’ennesimo copia e incolla pop-dance dove la parola ‘ricerca’ o ‘evoluzione’ non viene minimamente messa in conto. Il problema è che se lo fa un Sangiovanni di turno è un conto, può reggere l’urto, ma se lo fa Deddè che è nato artisticamente ieri e ancora deve emettere il primo vagito diventa problematico.
Ragazzi, lo dico per lui ma vale per tutti: basta fare quello che fanno tutti, è diventato un clichè che non piace più a nessuno. La parola d’ordine deve essere una: IDENTITA’.
Qui, mi dispiace, non c’è.
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