Cristiano Malgioglio – Sucu sucu
Ahi, ahi, ahi se faccio un figlio, ahi, ahi, ahi, lo chiamo Emilio, sempre meglio di Basilio, se è una femmina non so. Ma perché?
Due
Nahaze – Certe sere
In alcune inflessioni vocali mi ricorda molto da vicino Dua Lipa, col suo sembrare distaccata da ciò che sta cantando, quasi scocciata. Nahaze fornisce una prova che suona così molto internazionale, fatta di suoni elettronici ma con quel particolare che resta impresso e con voci che sono arrangiate con vari interventi, entra ed esci in terza, che lasciano poi al colore della nostra di venire fuori. Buono.
Sette
Nesli & Raige – Terra di confine
Spesso paragonati perché entrambi prima rapper e poi avvicinatisi in maniera evidente alla musica cantata per davvero ed entrambi con un fratello famoso. Forse questo pezzo assieme è più vicino alle corde di Nesli, essendo Raige sempre più urban nelle scelte. Avrei reso più potente la batteria permettendo così alla ritmica di guadagnare potenza, conferendola poi chiaramente al pezzo tutto. Il testo è comunque pieno di sensi figurati che funzionano, che aiutano a reggere il discorso, la terra di confine come linea fra quel che è stato e quel che sarà, quando si è pronti ad un cambiamento. La fine è un po’ forzata: ci stava un piccolo proseguo musicale.
Sei
Raf – Cherie
Come accaduto con Eros un paio di settimane fa, diciamo che mi aspettavo anche dal ritorno di Raf, ad anni dall’ultimo disco d’inediti, una canzone che avesse tutto un altro peso specifico. Anche lui invece propende per la scelta easy, per il brano uptempo estivo più facile a primo ascolto ma a cui magari non avrei fatto fare da apripista al nuovo progetto. A differenza di Eros ( che vicino al 6 di era beccato un meno meno ) Raf si veste però di un’orecchiabilità più sfrontata, più irresistibile, retta da un basso di altri mondi temporali che vince il contrasto con la modernità degli effetti sulla voce. Chitarra tendente al funk a reggere l’inciso ed un “oh oh” omaggio alla mitica Self Control.
Sei +
Riki – Ferrari white
Anche Riki spinge in questo pezzo come se fosse impegnato in una corsa in cui i tempi sono dettati dalla ritmica serrata, che nell’inciso si lascia completare da un sottofondo corale che forse doveva essere amplificato, per fornire una carica energetica che il pezzo richiede. Anche perchè lui ha una voce di bel timbro, ma molto più votata alle dolcezze che ad intemperanze ritmiche. Non è certamente nulla di nuovo, ma si lascia ascoltare ed anche seguire.
Sei
Matteo Romano – Tramontana
Moti d’estate anche nel testo di questo nuovo singolo di Matteo Romano, che si propone con un pop sincero anche nell’arrangiamento e nella costruzione propria della canzone, che pur breve non trascura le singole parti, risultando al fine completa. Forse avrei eliminato il finale tronco, l’avrei fatta sfumare. Nel cantato il nostro ci lascia scoprire che possiede anche dei buoni falsetti, fornendo una possibilità interpretativa in più.
Sei +
Federico Rossi – Le mans
Un sentimento, un cuore che corre per giungere da te, come in una corsa spericolata, una corsa a Le Mans. Federico trova in questo up tempo leggero una buona similitudine per parlar d’amore, per non essere banale. Il singolo ha un buon appeal radiofonico ed è arrangiato in maniera vintage, tanto da ricordare la musica da cocktail francesi a cavallo fra le decadi 60 e 70. Il “pa pa pa” può essere il distintivo nei ricordi di chi ascolta, il lasciapassare per un nuovo successo, leggero si, ma pur sempre successo.
Sei +
Samuel – Occhiali di sole
Richiami dance anni 90 per Samuel ( Around The World degli Atc è la sensazione più vicina ndr ), forse mai così commerciale prima d’ora. Non che avesse fatto brani avulsi al mondo radio, s’intenda, però diciamo che se questo pezzo, carinissimo, da poter ballare in diversi contesti, lo avesse dato ad uno dei ragazzi usciti dagli ultimi talent, avrebbe avuto medesima credibilità anche se non lo stesso messaggio. Per Samuel infatti la verità del pezzo sta forse nella zattera che si trova in alto mare; dopo tanto navigare, dove è la terra ferma?
Sei 1/2
Paolo Vallesi & Legno – Non mi tradire
Uno dei più grandi successi di Paolo, targato 1994, torna in auge in questa nuova versione con i Legno, con alcune sonorità prese in prestito da ambientazioni dance che non sono certo di casa nella produzione del cantautore fiorentino. E certo è che anche in questa nuova veste il brano non perde smalto e nemmeno quel potenziale radiofonico ampiamente riconosciuto anche ai tempi, tempi in cui fu suonatissimo. Cover riuscita ma l’originale ha più fascino.
Senza voto
Virginio – M’incanta
E’ indubbiamente in un momento compositivo fortunato Virginio. Sembra aver trovato la quadra fra appetibilità commerciale ed una possibilità cantautorale che si basa soprattutto sull’ariosità, sulle aperture. Questo pezzo ad esempio ha un inciso che la migliore delle cantanti glielo avrebbe strappato a morsi, per spiegarci sopra la propria voce. E’ caldo, allegro, cantabile. Avrei forse, come unica piccola correzione, usato un arrangiamento che ne avesse sottolineato più questa caratteristica, con delle percussioni reali, una natura più acustica. E secondo me live Virginio così la renderà. Se lo appoggiano i network potrebbe essere una delle rivelazioni dell’estate.
Sette 1/2