13 Gennaio 2023
di Interviste, Recensioni
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13 Gennaio 2023

Pagelle ai nuovi Singoli italiani del 13 gennaio (e qualche recupero): Deddy, Jacopo Ratini, Lo Stato Sociale,

Questa settimana Fiume assegna il riconoscimento di Golden Song addirittura a tre brani

Nuovi singoli pagelle 13 gennaio 2023
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Antonino – Comunque sia

L’artista pugliese meritava una canzone giusta per ripartire e questa scritta da Caccamo e Vizzini sembra fare proprio al caso. E’ un pezzo profondo che in crescendo permette ad Antonino di poter mostrare due facce della sua capacità interpretativa: quella profonda dove fra note basse gioca d’atmosfera e quella dell’esplosione di un inciso in cui poter ricordare quanto è bravo. Particolare è poi la costruzione del brano, che è un incalzare verso un unico inciso e poi andare nuovamente in modalità confidenziale. Il bello è che il pezzo appare completo, non ha bisogno d’altro. Buon ritorno.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Ale Basciano, Ginevra Lamborghini & Vincent Arena – I see you

Buona questa presa dance della Lamborghini Jr che prodotta da Basciano ( ex gieffino come lei ) ed Arena, trova una sua dimensione che la scosta decisamente dalle proposte della sorella e anche da una melodia italiana più prevedibile. Va invece ad occupare una casella dance/ambient capace d’infiammare sia le piste più popolari e popolose che club più esclusivi. Buono il cantato con dei falsetti naturali e potenti alternati alla voce piena e buono anche il passaggio in italiano che rende l’ambientazione ancor più intima, come questo tipo di dance auspica.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Baustelle – Contro il mondo

Dopo le varie esperienze soliste, collaborazioni e scrittura per altri, Bianconi e Bastreghi, tornano assieme e sembrano oggettivamente rimasti dove stavano. Mostrano tutta la loro sapienza melodica su un sound che mischia elettronica e aperture 60’s, un’interpretazione distaccata che ricorda il fare dandy, cosa che poi incarnano anche visivamente. Efficaci, mai modaioli, ma semplicemente Baustelle e se ti piacciono hai poco di più da chiedere, visto che il pezzo funziona, eccome se funziona!
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Fulminacci – Tutto inutile

Come sempre intelligentissimo nel testo che gira al largo rispetto alle banalità e viene proposto in salsa quasi country e come se fosse un racconto fra se e se. Ed in questo racconto Fulminacci fa l’elenco delle cose che sembra debbano migliorarci la vita ma che al fine… e no, non funzionano o peggio non sortiscono l’effetto che avrebbero dovuto avere. Mi ha fatto sorridere l’esempio del Bluetooth che, ad esempio, scusate il gioco di parole, vi ha mai funzionato davvero, subito e senza errori? O come i social dove alla fine a seguirci son più quelli che ci odiano che quelli che ci amano.

Ed il contesto musicale ed anche quello interpretativo aiutano anche molto l’artista, che qui non deve essere perfetto cantore, ma stralunato cantastoria e la cosa gli riesce appieno.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Le Vibrazioni – Ridere ancora

Quanto è importante ritrovarsi e ridere? Forse la pandemia doveva insegnarcelo, ma probabilmente non è andata proprio così. In questa ballata la band milanese lo canta con impeto e forza crescente, partendo proprio da una soluzione musicale calma, basilare, quasi essenziale, e correre verso un’esplosione rock orchestrale che ci ricorda anche quale sia il loro background di ottimi musicisti. Forse Sarcina e soci meriterebbero un po’ più di centralità nella nostra musica, ritrovarla. Con un pezzo del genere senz’altro.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Stato Sociale & Vasco Brondi – Fottuti per sempre

E’ una sorta di lettera sulla loro vita, sulla loro carriera, sull’essere stati gli alternativi e poi, semplicemente perché passati su strade che alternative non sono, diventati un po’ dei coglioni da non considerare. Musicalmente il brano è davvero valido, ma forse il testo è un po’ troppo personale e rivela una consapevolezza di qualche errore di scelta? Può essere ed è la linea sottile fra il fare musica per esigenza ed invece l’ambire al successo. Si dice che tutti lo inseguano ma forse non è proprio così. Quelli dello Lo Stato Sociale sono stati da entrambe le parti e chi meglio di loro può quindi raccontare l’annosa questione?
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Giuseppe Cucè – La mia dea

In molti hanno raccontato del rapporto con la madre ma il siciliano Cucè ha trovato una maniera insolita con una nenia dalle atmosfere vocali bossa, senza essere una bossa, nelle strofe ed un inciso che invece velocizza trascinando su un ritmica pop più classica. Ed è un brano che ha anche proprio nel suo mood generale già la scenografia scritta per un video, con la parte musicale lasciata agli archi animata da una bella danza di lui e la madre. E tutti vorremmo che lei, la madre, la mia, la tua, la sua, vivesse in eterno.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Santoianni – Calpestare

Nella vita il segreto è non fare schifo… non impegnarsi veramente ma farlo sembrare, queste frasi fra le liriche iniziali del brano sembrano celebrare la mediocrità, il galleggiare. Invece Santoianni alza ancora l’asticella nella sagacia dei suoi testi, nell’ironia dei controsensi, nella descrizione di una vita che credi debba andare in una direzione e poi invece… in chiesa impari a predicare per poi comportarti sempre male. Il mondo dell’artista è sempre più a fuoco e personalmente continuo a segnalarlo come cantautore interessante a cui andrebbero aperte porte importanti. Meditate gente, meditate.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Gio Evan – Fontana

Poi ascolti un brano come questo, ( o semplicemente leggi cosa scrive Evan sulle sue pagine social ) e ti chiedi: ma perché a Sanremo andò con quel pezzo insulso che nessuno capì, ne critica e ne pubblico? Era un’occasione importante per uscire dalla nicchia ( magari non viole chissà ) ed invece è stata sprecata. Fontana è invece un bel grido di sentimento, con liriche vere e taglienti; Amami come un padre che torna per cena e che tu aspettavi dalla finestra oppure ancor più forte Amami come chi resta perchè ci vuole grande forza e grande sentimento per restare, ci vuole amore. Davvero centrata, davvero Gio Evan!
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

E la Golden song? Questa settimana sono addirittura tre…

Jacopo Ratini – Non sono più io

Ha cambiato non poco nella sua scrittura Ratini che torna dopo qualche anno d’assenza con un brano che si basa su un arpeggio di chitarra piacevole, evocativo. Ed anche la sua voce stavolta sceglie quella piega, una saggia malinconia evocativa, per un racconto di se stesso, un io che è cambiato, cresciuto e riconosce di esserlo. E pur se non è facile si tiene in piedi, con una certezza, vivere come gli conviene. M’insegni Jacopo? Riuscitissima. Le radio se ne accorgeranno?
Otto
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Leo Pari – Roma Est

Ballata struggente, o forse che strugge solo me, perché tocca un argomento che in questo momento della mia vita mi colpisce non poco. Ma non credo! E’ impossibile restare indifferenti ad un testo di questa profondità che raramente riesce a sposarsi con l’immediatezza. Sicuramente maturato in maniera esponenziale dal punto di vista artistico, qui ha messo a segno un brano che sembra strappato dalla sua pelle, dove c’è la verità non sempre piacevole che ci circonda, eppure in lontananza quelle luci che chissà, saranno luci o astronavi? Speranze…
Otto
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Grazia Di Michele – Dall’altra parte

Canzone piena di pathos, piena dell’artisticità della cantautrice che, mai banale, descrive qui tutta la voglia di sapere come si sta dall’altra parte. E l’altra parte sono tutte le parti, tutti i muri, tutti i mari, tutti i monti, i fiumi, tutti i luoghi che fisicamente separano anime, separano l’umanità. E chi c’è di la, chi la pensa in maniera diversa non risponde e siamo noi a dover chiedere, a dover fare il passo perché prima o poi ci si incontri, perché prima o poi io so che dovrò arrivare. Il sax inserito negli incisi dona profondità al suono sensibile delle parole e dell’interpretazione tenue dell’artista.
Otto
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

 

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