13 Gennaio 2023
di Interviste, Recensioni
Condividi su:
13 Gennaio 2023

Pagelle ai nuovi Singoli italiani del 13 gennaio (e qualche recupero): Deddy, Jacopo Ratini, Lo Stato Sociale,

Questa settimana Fiume assegna il riconoscimento di Golden Song addirittura a tre brani

Nuovi singoli pagelle 13 gennaio 2023
Condividi su:

Pagelle nuovi singoli del 13 gennaio 2023

Giò Montana – L’ultima volta

Fastidiosissimi gli effetti sulla voce, talvolta metallici, altre tipicamente trap, pur non essendo il brano un pezzo di genere. La base è una semplificazione di uno dei brani di The Weeknd di cui però non ha ne la bellezza vocale, ne il carisma generale, ne tanto meno la riuscita d’insieme così piena e completa. Finale tronco ed inspiegabile.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Fabio Rovazzi – Niente è per sempre

E ⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨ cantò! Dopo averci girato attorno per qualche anno, il momento arrivò. Il pezzo con cui l’artista cerca di affrancarsi dal rap ( cosa che per davvero non ha mai fatto ) è molto più debole di quasi tutto il suo repertorio. Per scorrere, scorre, ma manca di quel gancio che te la fa ricordare e che lo fa riconoscere subito. E da uno che su un semplice loop, quello delle spallucce di Andiamo a comandare , ci ha costruito una carriera è davvero un errore grave. Modestina.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Cannella – Stadio

Un po’ banalotta nella costruzione ed esasperata negli echi della base, questa canzone ha il suo punto migliore nello special, che abbassa il ritmo e spezza questa atmosfera da coro che, pur se giusta per il testo descritto, è appunto traducibile come qualcosa di parecchio scontato. Nel testo non manca qualche buon passaggio che rivela come l’artista abbia possibilità migliori di un brano come questo che può risultare ficcante per un paio d’ascolti, ma poi subito stancare.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐

thasup & Tiziano Ferro – R()t()nda

E’ un Tiziano molto vicino ad alcune sue cose del primo periodo, nonostante abbia trovato collaborazione con uno degli artisti più moderni del momento. Tuttavia se per thasup è comunque una bella mostra di sé, del suo saper creare un sound sempre nuovo, per Tiziano è un allontanarsi ancor di più dalle magie che ci ha regalato negli anni.

Come un po’ quasi tutto il suo ultimo lavoro che, amandolo come artista ho evitato di recensire, è una ricerca, la sua, verso un aggiornamento che non gli giova, che lo fa apparire fuori contesto. A me il nuovo Tiziano, che gioca a “slangare” piace molto meno e su questo non c’è dubbio; un brano del genere è solo un piacevole disimpegno sonoro, ma lascia davvero nulla dopo averlo ascoltato e, di sicuro, non vince la prova del tempo come quasi tutta la sua discografia. Ci pensi.
Cinque ( sei a thasup, quattro a Tzn )
⭐⭐⭐⭐⭐

Danu – E’ stato bello

Questo brano è un po’ qualcosa di già sentito. Non arriva brutto ad orecchio, ma proprio perché lo percepisci come familiare, come qualcosa che sembra un po’ strappato qui, un po’ la. Arrangiamento vocale che profuma ad esempio di Coez, anche se molto meno maturo e con voce alquanto impersonale ed anche dal punto di vista musicale, non c’è niente che sia originale, niente che ti faccia pensare immediatamente a questa canzone.

Proprio quell’orecchiabilità però, quella familiarità, non me la fa bocciare in maniera grave e anzi, mi fa pensare che potrebbe avere un buon presente nelle radio della cosiddetta generazione zeta.
Cinque 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐✨

Asma – Lato b

In molti passaggi il testo è quasi incomprensibile. Eppure la beatificazione di un lato b di cui solo un’ora di vista fa passare il lunedì è un gancio che può essere fortissimo per il mondo adolescenziale a cui tutto sommato Asma si rivolge prevalentemente. Nella costruzione è premiabile che a dispetto di lavori che oggi prediligono totalmente il computer, ci sia una vera chitarra a disegnare la linea melodica portante, su cui è costruito praticamente tutto il brano. Per tanto, pur se lontanissimo da chi vi scrive, sicuramente sufficiente.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Drast – Lontanissima

Il giovane Drast monta su una canzone efficace, moderna nel linguaggio ed anche nel modo biascicato di cantare, senza rinunciare ad una linea melodica e ad un’apertura d’inciso che rende il tutto anche cantabile o per lo meno seguibile. Forse un arrangiamento strumentale meno enfatizzato e soprattutto più reale, fatto di strumenti veri, avrebbe però dato più potenza al tutto. Accettabile comunque.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Erminio Sinni & Leo D’Angelo – Canta cu ‘mme

Brano melodico riuscito che canta dell’amicizia vera, non senza qualche manierismo di troppo e una tendenza al classico più classico possibile. Sinni in napoletano è uno spettacolo perché ha la giusta inclinazione così come il contrasto fra le voci, più roca quella di D’Angelo, e più pulita quella di Sinni, che crea un bell’amalgama. La sensazione però è che potevano fare di più, potevano far meglio.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Deddy – Casa gigante

Nell’insieme il brano mi arriva carino con il suo crescendo verso l’inciso aperto e cantabile. Lo avrei però preferito più pulito nell’arrangiamento. Un discorso pop predilige la pulizia di suono invece l’arrangiamento dell’inciso è un po’ troppo caotico dal punto di vista musicale, tra echi ed un effetto sonoro che invece avrebbe dovuto essere tirato più in primo piano e non confuso nel mezzo. Trovo comunque che Deddy stia crescendo. Il finale tronco non sta bene su questa canzone, ci voleva una piccola conclusione musicale oppure addirittura un discorso a sfumare tipico degli anni 80 mentre ripeteva l’inciso.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Ethan – Luna piena

Originale per il nostro mercato, s’ispira a soluzioni dance invece molto diffuse altrove. L’unico d’errore è nell’inciso, in cui in entrambi i giri di tempo, vengono ripetute le stesse 4 frasi. Avrei scritto qualche riga in più, qualche riga diversa. Bella anche l’interpretazione bassa che fa subito confidenziale, subito serata con finale già scritto, nonostante però poi il testo sia più di disaccordo che di conquista.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Wepro – Come mi vuoi

Rock bello massiccio a metà fra un qualcosa che fu e qualcosa che potrebbe essere. Tutto sommato quel che nel momento propone Wepro, in questo modo, lo fa solo lui, quindi si è riuscito a ritagliare uno spazio. Il pezzo tira e nonostante sia bello pomposo, non si allontana da una possibilità radiofonica che potrebbe aprirgli spazi nelle playlist. Il suono a tratti non appare pulitissimo nonostante si percepiscano interventi elettronici da studio, ma è proprio qui che si manifesta ciò che dicevo in incipit di recensione. Gradevole nell’insieme.
Sei +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Miele – Vergogna d’infanzia

Sicuramente particolare e sicuramente con un suo mondo da raccontare che qui viene reso in maniera volutamente strampalata, fra strofe che hanno un fare quasi teatrale e poi trovano un inciso invece cantato e di note sottili e lunghe, che vengono rese più corpose con l’aggiunta di una linea maschile, un’ottava più bassa ed in sottofondo. E’ un pezzo che probabilmente acquisisce maggior potenza con un’esecuzione live, con la bellezza che può aggiungere una giusta presenza scenica. Buono il bridge prima del secondo inciso.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Napoleone – Appuntamento al lungomare

Chitarre funkeggianti a sottolineare un sound allegro, che fa tanto sole estivo anche durante i più freddi mesi che stiamo attraversando. Napoleone rinnova anche la sua scelta di cantare sia in italiano senza rinunciare però anche all’uso del napoletano che fruisce velocemente, quasi come se fosse inglese ed è melodicissimo. E il lungomare diventa il luogo di speranza che accada qualcosa, così romantico, così da cartolina che… se non succede niente, che mi ci hai portato a fare? Simpatica e come già detto, calda.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Planet Funk – The world’s end

E di tanto in tanto tornano, magari con una voce nuova. I Planet Funk provano a scardinare le radio con un singolo che ha tanto delle produzioni anni 90, soprattutto quelle che viaggiavano fra il pop elettronico e la dance. Penso ad esempio a produzioni tipo The Beloved come sound e anche i Vacuum, dal punto di vista invece vocale, così distaccata, seriosa, forse algida. Bello il finale del pezzo, lasciato ad una parte musicale che non snatura, in favore della moda, l’essenza della band ed il suo motivo per esserci ancora.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Shade – Pendolari

Sarà che sono passati un paio d’anni dall’ultima produzione ma Shade appare qui finalmente cresciuto. Non parlo di contenuto del suo pezzo, che comunque ha sempre un linguaggio piuttosto adolescenziale, ma parlo proprio della canzone nel suo insieme. Si tratta infatti di una ballad romantica che non lo vede buttarla in caciara ma gestire una melodia in maniera piuttosto appropriata ed anche canticchiare senza usi di artifici da studio. Il brano è gradevole, orecchiabile ed anche se si tronca all’improvviso appare tutto sommato completo. Certo uno specila magari pure solo musicale ce lo avrei inserito, ma fa nulla, mi prendo il passo avanti fatto dall’artista e me lo faccio bastare… per il momento.
Sei 1/2

Simonetta Spiri – Elegante

Canzone con un significato importante, che si schiera a favore delle minoranze, di chi è diverso per mille motivi e che viene accerchiato dai gruppi, da chi fa branco per deridere, isolare, giudicare. Non è la prima volta che l’artista sarda tratta temi socialmente importanti e bisogna dire che nel farlo riesce sempre a trovare una chiave orecchiabile, che non renda tedioso il discorso ed anzi lo riesca a portare anche a quelli più distratti e catturati dal bel motivetto. Trovo sempre che la sua voce stia meglio su ritmiche più imponenti e reali di questi echi ed effetti da studio, che anzi, trovo ne penalizzino molto il colore vocale.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Clicca in basso su continua per la seconda e ultima parte delle pagelle ai nuovi singoli del 13 gennaio.

Precedente
Continua