Leikiè – La tua proposta
Incipit uguale a 50mila di Nina Zilli, ma questo è il minimo. La canzone vorrebbe probabilmente sortire un effetto simpatia ma è solo un insieme di frasi fatte per raccontare una storiella, sostituite all’occorrenza dal verso “e-o-e-a”. Lei chi è… si chiede attraverso il nome d’arte… Con un pezzo del genere, non m’interessa saperlo, rispondo con sincerità.
Due
Debora Pagano – Chi fa da sé fa per tre
Il noto modo di dire, il proverbio della nonna, Debora lo rende tema portante della sua canzone che è un’affermazione personale. “Quello che voglio lo cerco da me, se non esiste lo plasmo per me” è una profonda professione di forza, di obbiettivi e concentrazione che salvano dalle dipendenze, anche quelle per il suo lui. Tutto molto ritmico e giocato con dinamiche vocali che variano. Manca giusto quel plus rimembrabile per renderla una potenziale hit. Comunque accettabile, anche più.
Sei+
Peligro – Prima di godere
Rap scanzonato e molto pop nei suoni. Un filo sempliciotto ma positivo nelle intenzioni, riesci a comunicare la positività del provarci, di rischiare per arrivare al risultato che ci si è prefissi. Dopo lo special era necessario un ulteriore inciso per non comunicare senso d’incompletezza.
Cinque ½
Reietto – Vabbè
Comincerei col chiudere un po’ le “e” che in alcune parole sembrano delle “a”. “Calcetto” non “Calciatto” ad esempio. Il singolo viaggia comunque piacevolmente, scorrendo orecchiabile anche grazie alle chitarre tenute nell’arrangiamento che, su un sound moderno, ricordano un po’ quelle cose alla Scar Tissue dei Red Hot Chili Peppers.
Sei
Ron – Abitante di un corpo celeste
Chitarre e raggi di sole che filtrano fra i rami di alberi sempreverdi; a questo mi fa pensare questo nuovo singolo di Ron, piacevole all’ascolto, estivo e corale. Non siamo al cospetto di uno dei pezzi, diversi, memorabili che ha scritto in carriera, ma di sicuro di fronte ad un lavoro in cui l’artista è riconoscibile e credibile, senza dover per questo cedere alle mode del momento.
Sei ½
Sahara – Lunamare
Sound elettro80 che comunica leggerezza per un testo che invece tanto positivo non è. Noia, notti insonni, voglia di farsi del male non è che sono cose che annovererei fra quelle belle della vita. Lo sfondo è metropolitano, Torino è pure citata sullo sfondo di un amore che non si è in grado di chiamare tale. L’insieme funziona abbastanza.
Sei
Shampisti – Il tuo vestito migliore
E’ un rock un po’ retrò, senza andare troppo dietro però, basta fermarsi ad inizio anni 2000, a band come The Killers, Good Charlotte, che poi nel loro sound sapevano assestare anche incisi ficcanti per palati più radiofriendly. Vanno invece un po’ più dietro le chitarre che ricordano cose anni 90. Incalzante, energico ma anche cantabile. Potrebbe piacere alle radio.
Sei +
Sonhora – Arizona
Anche il duo dei Sonhora si lascia acchiappare alla voglia di sole e sangue latino per il ritorno sulle scene. Lo fa però mischiando sensazioni made in Messico e Far West, tanto che puoi immaginare dei mariachi, suonare fra la polvere di saloon con porte basculanti. Probabilmente è il brano più radiofonico che sfornano da dieci anni a questa parte, ma ci sta, anche per riacquistare porzioni di mercato perse con gli anni. Il tentativo, a mio avviso, è ben riuscito.
Sette