26 Febbraio 2022
di Direttore Editoriale
Condividi su:
26 Febbraio 2022

Syria, il percorso mutevole di un’artista curiosa e sempre un passo avanti

Cantante, Dj, attrice teatrale... compie oggi gli anni Syria. Ripercorriamo il suo percorso musicale

Syria
Condividi su:

Oggi compie 45 anni Cecilia Syria Cipressi in arte semplicemente Syria. Tra qualche mese anche il sottoscritto la raggiungerà… Entrambi siamo nati nel 1977 (lei a febbraio, io a settembre) e il nostro percorso, a partire dal 1995, anno del suo debutto a Sanremo giovani con una cover di Sei bellissima, ha spesso viaggiato su binari paralleli.

In fondo se oggi questo sito dedicato interamente alla musica italiana in ogni sua forma e genere, senza nessuna distinzione, esiste e ha appena compiuto 8 anni è anche grazie a lei.

È grazie a Cecilia, infatti, se il me 17enne, già innamorato della musica, iniziò a sviluppare questa passione al punto da incuriosirsi anche degli aspetti che riguardano il dietro le quinte. E in fondo è stata sempre lei a insegnarmi, nel corso degli anni, ad avere estrema curiosità per quel che concerne la musica, a non precludermi nessun ascolto, a concedermi il lusso di cambiare idea, di cercare e scoprire cose nuove, spesso poco in vista, mettendoci la faccia e il cuore per sostenerle e diffonderle.

Tutte queste cose le ho imparate da Syria nelle tantissime chiacchierate e nei viaggi di lavoro condivisi in questi ormai 27 anni. Ma le ho imparate anche ascoltandola nei dischi, nei live, sentendola parlare, seguendo il suo percorso, mutevole come pochi, da ammiratore.

Syria… artista mutevole e sempre in cambiamento, come la musica del resto

Syria parte con le canzoni melodiche e Sanremo 1996, che vince tra i giovani con Non ci sto, e continua questo suo percorso l’anno successivo con Sei tu, di sicuro la sua canzone più amata e nota ancora oggi, terzo posto al Festival nel 1997. Ad accompagnare questi brani due dischi: Non ci sto e L’angelo (il secondo certificato con il disco d’oro quando ancora bisognava venderli a botte di 15/20 euro, o lire per la precisione visto che parliamo di fine anni ’90).

Le canzoni melodiche, per quanto belle e senza tempo, iniziano a star strette all’interprete, così come quell’immagine molto classifica e retrò, quasi una novella Gigliola Cinquetti, che le viene affibbiata dal suo produttore dell’epoca. Del resto non scordiamo che Syria è stata la prima ragazza a sfoggiare un tatuaggio sulle braccia sul palco dell’Ariston. Una cosa che oggi ai giovani potrà apparire normalissima, ma che nel 1995 era di forte impatto.

Tra il 1997 e il 1998, quindi, la curiosità di Cecilia la spinge a cercare nuovi modi di comunicare con la sua voce. Il primo cambiamento avviene nel 1998 con un album, Station Wagon, ancora oggi molto amato dai suoi fan. Un disco in cui l’artista dimostra che, se si ha il dono di interpretare e la sensibilità per dare il peso alle parole, il confine tra interprete e cantautrice è molto labile.

Quel disco, complice anche un Sanremo sfiorato ma non centrato con il brano Dimenticata, ottiene meno successo e Syria, sempre molto autocritica, pensa che forse è ancora presto, per lei e per il suo pubblico, per intraprendere un percorso così impegnato con la sua musica (vedi brani come Persone sole).

Così nel 2000 arriva il vero cambiamento radicale per l’artista, che decide di portare sul palco al 100% quello che è: una ragazza di 23 anni, solare, vestita di colori e capace di dettare mode, una voce pop graffiante in grado di essere anche radiofonica. Il percorso inizia insieme a Biagio Antonacci, per la prima volta nelle vesti di produttore oltre che di autore di alcuni dei brani. Nasce così il disco di maggior successo di Syria, Come una goccia d’acqua, contenente alcune delle sue canzoni più amate. Da Se t’amo o no a Fino al cielo, da Maledetto il giorno a Fantasticamente amore.

Questa Syria libera da condizionamenti non ha nessuna paura di osare e di varcare i recinti retrogradi della cantante pop italiana. E così parla di masturbazione femminile in Se t’amo o no, gira nuda il video di Fino al cielo, canta “Puxxana o finta Signora” in O sì o no.

Da Jovanotti a Tiziano Ferro… tutti scrivono per Syria

Dal 2000 in poi Syria non smette di mutare e cambiare costantemente pelle assumendosi il rischio delle sue scelte in un paese che, musicalmente parlando, non gradisce i cambiamenti drastici negli artisti… Il suo mantra, che denota un’umiltà che forse si è anche dimostrata un limite per la sua carriera, è “Amo mettermi al servizio della musica“.

E così diventa prima musa di Jovanotti, che la rende portatrice di un messaggio di leggerezza e di gioia nei confronti della vita (L’amore è), poi si concede un disco dove in primo piano sono gli autori, da Tiziano Ferro a Mario Venuti, da Francesco Sarcina a Giorgia. In quel disco, diverso tempo prima del successo mainstream che arriverà per la band successivamente, tra Festivalbar e brani scritti per Irene Grandi, c’è il contributo di Francesco Bianconi dei Baustelle, che porta un po’ di indie duettando nella cover, da lui riadattata, di Bonnie e Clyde di Serge Gainsbourg.

E proprio questo duetto sarà la scintilla di un nuovo cambiamento che avverrà nel 2008. Syria ama il mondo indie italiano e lo diffonde tramite un blog di successo. Questo la porta a decidere di incidere il primo disco di cover della sua carriera, Un’altra me, un album che è un vero e proprio omaggio alla scena indie italiana di cui abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo di Fabio Fiume.

In Un’altra me Syria omaggia e reinterpreta, grazie alla produzione di Cesare Malfatti dei La Crus, brani dei Mambassa, Blume, Perturbazione, Atleticodefina, Non voglio che Clara, Filippo Gatti, Deasonika, Marta sui tubi, Marcilo Agro e Valentina dorme.

All’interno anche un brano inedito con testo di Sergio Endrigo (donatole dalla figlia) e musicato da MalfattiSyria avrebbe voluto presentare questa canzone, Momenti, al Festival per omaggiare il cantautore. Ma Pippo Baudo quell’anno scelse altri brani…

Con questo album la cantante abbandona le grandi piazze e si butta in un mondo live fatto di club fumosi, nel frattempo collaborando con tante realtà diverse… dai Matmatà a Mauro Ermanno Giovanardi, da Atleticodefina a Il Disordine delle cose.

E proprio quando l’indie la accoglie a braccia aperte nel proprio mondo, ecco che Syria cambia ancora, capovolge se stessa e diventa Airys per sfogare il suo amore per il mondo delle discoteche (che ne frattempo ha animato con dei Dj Set) e per l’elettronica: così pubblica l’elettro EP Vivo, amo esco, dimostrando ancora una volta di essere sempre un passo avanti rispetto alle tendenze, talmente avanti che la cover di Rettore contenuta nel disco, Io ho te, viene incisa con i Club Dogo, in un momento storico in cui il rap italiano è una realtà molto distante da quella dei cantanti pop.

Il pubblico è destabilizzato da questi continui cambiamenti ed è molto probabilmente questo essere mutevole e sempre un passo avanti nelle mode, svincolato da barriere musicali, a penalizzare Syria nel suo percorso artistico.

Lei non ci fa caso e unisce le sue due anime, pop ed elettronica, in Syria 10 e ancora in ordine casuale…

  • Pubblica un album live con orchestra (10 +10) per i vent’anni di carriera.
  • Recita a teatro con Paolo Rossi girando i teatri di tutta Italia.
  • Presenta al Festival di Sanremo, da cui manca dal 2003, diversi brani che non vengono presi, a volte incomprensibilmente.
  • Diventa direttrice artistica di un Festival musicale a Salina.
  • Incide con e senza Ambra una cover dell’iconica Io, te, Francesca e Davide.
  • Dà vita a Bellissime, uno spettacolo teatrale musicale dedicato alle grandi donne della musica italiana
  • Duetta a Sanremo con Anna Tatangelo nella serata delle cover e fa impazzire Twitter con la sua interpretazione
  • Con Pino Strabioli e grazie alla collaborazione del figlio dell’artista, mette in piedi lo spettacolo teatrale Perché non canti più, interamente dedicato a Gabriella Ferri.
  • Partecipa, con il desiderio di omaggiare il suo mito di sempre, Loredana Berté, a The star in the star su Canale 5, dove vince colpendo tutti per le le qualità delle sue esibizioni, e, appena finito il programma, si eclissa nuovamente dai media

Ed ora? C’è chi si chiede che fine ha fatto Syria. L’artista romana ha già preparato un nuovo spettacolo teatrale, la sua “nuova” passione, dedicato alla musica brasiliana, che prende il via dall’album di Ornella Vanoni La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria.

Sanremo? Ci tornerebbe ma è consapevole di essere fuori da certi meccanismi e che oggi come oggi c’è troppa fila, ci sono troppi artisti e non è facile. Per ora non pensa a nuove canzoni e nuovi dischi a meno che non arrivino delle cose che le facciano girare la testa, emozionare. E allora speriamo che quella canzone, quella giusta, quella che ti fa venire la voglia di rimetterti in gioco, arrivi presto.

Intanto, il sottoscritto continua a fantasticare sul ritorno di Ayris, su una versione by Syria di Streaking, primo disco di Loredana Berté uscito a metà anni ’70 e assolutamente all’avanguardia. E ancora su un nuovo disco da interprete con grandi autori e anche su una seconda parte di Un’altra me.

Del resto sognare non costa nulla, anzi, “Siamo liberi solo nei sogni…” come cantava Cecilia in Fino al cielo.

 

Ps. E comunque All Music Italia aspetta sempre una rubrica di Syria in cui, come solo lei sa fare, intercetti i nuovi artisti da tenere d’occhio e ascoltare!