25 Settembre 2023
di Interviste, Recensioni
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25 Settembre 2023

Festival di Sanremo 2024: Nell’ultimo Amadeus la rivalsa del pop?

Continua il viaggio del nostro critico musicale alla ricerca del cast "perfetto" del Festival

Sanremo 2024 Cast
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Festival di sanremo cast: il pop al maschile

Partirei così proprio da tre telefonate che il pop lo uniscono con quel mondo urban già citato, come a creare il ponte giusto fra le due categorie: Mahmood, Irama e Sangiovanni.

Per quanto riguarda i primi due è anche curiosa la sorte di rivalità creatasi nel tempo, che probabilmente non esiste nemmeno. Parlo solo del fatto che nei tre festival fatti dal due volte vincente cantautore italo/egiziano, c’era tutte e tre volte anche Irama che ne è uscito sempre battuto dal risultato finale, anche se nelle vendite degli album il risultato si è decisamente invertito.

Entrambi danno al loro pop quella verve moderna utile per piacere ai giovani, Mahmood grazie all’accezione black che ha il suo cantare, Irama grazie alla tendenza rap/elettronica con cui sa contaminarsi. Entrambi poi vantano sempre delle superproduzioni che rendono il loro suono internazionale come pochi altri in Italia.

Il terzo è la bella scommessa di un paio d’anni fa chiamato a diventare adulto. Il giovane vicentino ha già ottenuto anche lusinghieri successi in Spagna e svariate richieste di collaborazione. Non sempre come critico ho amato le sue produzioni, ma qui ribadisco, sto a consigliare Ama e Sangiovanni è uno che piace, che ha un pubblico che gli crede e questa è la cosa fondamentale nella musica.

Passerei poi a due cantautori diversi come scuola ma interessanti nelle proposte entrambi: Calcutta e Ermal Meta.

Contrapposti dal fatto che uno sarebbe un debuttante e l’altro invece più abituato, li chiamerei per la capacità estremamente scenografica della scrittura del primo e per quella invece di riuscire a raccontare storie anche serie, anche importanti, in un contesto che non sia pesante, ma possa arrivare a tutti, anche ai più giovani, l’altro.

Calcutta nelle sue canzoni ti crea dei veri e propri spaccati di vita, in cui tu non ti senti solo spettatore ma ti senti dentro a quella storia, è come se la stessi vedendo dinanzi a te. Questo anche quando scrive per altri e l’esempio di “Se Piovesse Il Tuo Nome” per Elisa è il momento più alto.

Ermal invece ha parlato al festival nell’ordine di sofferenza volutamente indotta in amore da una stronza (lo diceva lui nella canzone, eh), di emanciparsi dalle difficoltà di un’infanzia difficile contraddistinta da un padre violento, di guerra terroristica e paura (con Fabrizio Moro), e di amore maturo e consapevole poi e lo ha sempre fatto con un linguaggio testuale, ma anche musicale, fruibile facilmente ai più.
Ama secondo me due belle canzoni da questi due le potresti oserei dire quasi pretendere.

Chiamerei poi quel beffardo sorriso di Francesco Gabbani che al Festival è sempre riuscito a dare di se un’immagine completa di artista preparato ma al contempo anche deliziosamente ironico, senza cadere nella banalità. Una canzone di quelle sue può fare bene all’anima.

Poi farei una telefonatina a Matteo Bocelli. La sua carriera è in rampa di lancio da un po’ ma lui, oltre ad essere una delle giovani voci più belle, potrebbe dotare Ama di una carta mica da poco? Quella di avere uno che può incollare davanti alla tv sia nonne, che mamme, che figlie, che nipoti.

Le prime ammirate dallo stile che fin qui lo ha avvicinato molto ai crooner più famosi (esente da questo il nuovissimo singolo) , le seconde perché è il classico bravo ragazzo che le mamme idealizzerebbero perfetto per le figlie. Queste poi, le figlie, sarebbero sicuramente affascinate dalla statura importante del nostro, dal suo sorriso fresco e pulito ma che non comunica certo di essere lo scemo del quartiere (perché le ragazze un po’ maledetto il fidanzato lo gradiscono sempre), le nipoti perché nell’immagine collettiva il principe azzurro, quello che sveglia la bella addormentata sul suo cavallo bianco, è sempre moro e con gli occhi scuri.

Queste sarebbero le sette telefonate che farei Ama, le sette richieste di un nuovo brano. Anzi ti dirò, qui ti aggiungo un ottavo. Lo faccio perché oltre a stimarlo come artista, devo ammettere che lo ritengo un po’ sfortunato per una questione di tempi, questi bruttissimi ultimi tempi, che non gli hanno permesso di godere a pieno del successo arrivato: Diodato. Ecco se dovessi fare un’ottava telefonata sarebbe a lui.

Allora Ama, io mi sto facendo in quattro per te. e non ho ancora finito qui. Ho ancora due categorie da sottoporti all’attenzione e sono “i grandi ritorni” (li chiamo così perché oldies, come spesso vengono additati, è un termine che proprio non mi piace) e poi i “gli darei una possibilità” , ovvero quegli artisti che tanto hai dimostrato d’amare anche tu, ponendo su di loro attenzioni importanti che nessuno aveva mai concesso.

Hai ancora un po’ di pazienza amico mio?

 

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