Le pagelle del San marino Song Contest 2025
Seguendo l’ordine di scaletta e non di classifica ecco le pagelle del Sanmarino Song Contest 2025.
THE RUMPLED – YOU GET ME SO HIGH
De Rubles, De Rample, De Rampled, chiamateli come volete esattamente come è stato fatto nel corso di tutta la serata, i The Rumpled sono stati molto ma molto bravi. Un misto fritto tra Maneskin, Mumford & Sons e Modena City Ramblers (o Rubles, Rampler, Ramples a sto punto) perfetti di sicuro per il Primo Maggio.
Stasera sono stati tra i migliori senza ombra di dubbio, tutti erano in gran forma e ne sentiremo parlare se riusciranno a essere continui. Anche all’Eurovision avrebbero fatto la loro bellissima figura.
Voto: 8
BESA – TIKI TIKI
La versione Temu (non l’unica di stasera, ci arriveremo…) di Shakira con una canzone che ricalca quella dello scorso Eurovision di Marina Satti. Insomma, la fiera dell’originalità.
Una cosa, però, bisogna ammetterla e cioè che nel marasma del nulla che abbiamo ascoltato, almeno questa aveva una parvenza di senso per andare a Basilea.
Voto: 6
ANGY SCIACQUA – I
Voce potente e vibes altrettanto potenti alla Adele di Skyfall ma niente di più. L’esibizione scorre tranquilla tra acuti, falsetti e coreografie (le vere protagoniste di stasera) ma a un certo punto ecco il primo, timido, accenno di cringiata: strappata la gonna, Angy resta con addosso una specie di tutina glitterata e basta.
Se ne poteva fare a meno dal punto di vista dello Staging. Per quanto riguarda il canto, ripetiamo, molto brava. La canzone un po’ troppo sentita e risentita.
Voto: 6
HAYMARA – TOMAME LAS MANOS
Ecco, qui siamo di fronte al primo caso di canzone senza senso per l’Eurovision, nel senso che se fosse andata sarebbe stata fuori contesto, e che non è andata bene neanche stasera.
Una canzone che è un mix tra italiano e spagnolo perché vuole essere italiana ma anche un po’ international. Eh beh, sai, mi gioco l’Eurovision. Spoiler: all’estero apprezzano tanto le canzoni cantate nella lingua natìa dei vari partecipanti.
La ragazza ha il volto di Angunn e la fisicità da modella ma, purtroppo, c’è tanta ma tanta strada ancora da fare dal punto di vista vocale. Tra l’altro se vengono sottolineate maggiormente delle qualità estetiche rispetto quelle artistiche vuol dire che già, alla base, c’è un problema.
Non so se fosse l’emozione o se fosse proprio lei a non avere una voce adatta ma, purtroppo, siamo di fronte all’esibizione peggiore di stasera. Non sempre il bel faccino, come è stato definito sui social, può salvare un’intera esibizione.
Voto: 3
CRL – JULIET
Dopo i Take That degli anni 90 e primi 2000, ecco i CRL che simpaticamente avrebbero potuto sfruttare l’assist e chiamarsi Take This. Lo consigliamo, grande marketing ragazzi.
Il brano è una reinterpretazione in chiave moderna dei brani RnB, pop e hip hop di una ventina di anni fa ed è venuta fuori bene, supportata da bellissime voci. Il problema è che, nel frattempo, sono anche passati circa 20 anni e si potrebbe anche fare qualcosa di diverso dalle boyband.
Voto: 6 e mezzo
ELASI – LORELLA
Canzone che vuole strizzare tutti e due gli occhi al mondo LGBTQA+, dedica a tutte le donne del presente e del passato che si sono avvicinate moltissimo a questo mondo nel corso dei decenni come Raffaella Carrà, Lady Gaga e altre ancora.
Un’operazione che, però, strizza più l’occhio al trash che non al resto con un’Elasi (grande prospetto ma mal sfruttata in questa occasione) bardata con una tutina fluorescente too much.
Voto: 5 e mezzo
SILVIA SALEMI – CORALLI
Dopo averla ascoltata propongo cambio titolo in ‘I Cavalieri dello Zodiaco‘.
“In che senso?“, direte voi e ci sta ma per capirlo basta ascoltare la parola principe del testo, vale a dire quel “SEYA” che la Salemi ripete spesso, seguita anche da “MAYA” ma non penso ci siano collegamenti con la vecchia profezia del 2012.
Nessun colpo a effetto, nessun picco verso l’alto ma, a dire il vero, neanche niente di negativo quindi darle meno della sufficienza sarebbe scorretto.
La canzone non è un capolavoro, anzi, ma Silvia Salemi riesce a recuperare un po’ di terreno grazie alla tecnica.
Voto: 6
GIACOMO VOLI – AVE MARIA
Ho un problema, lo ammetto: faccio fatica a digerire le canzoni ‘megazord’. Se canti in inglese continua e finisci in inglese. Se canti in italiano continua e finisci in italiano. Fare tutto in inglese e aggiungere la paraculata italiana anche no.
Giacomo Voli fa esattamente questo in Ave Maria ma non esce molto bene come cosa, tra l’altro all’interno di un’esibizione gestita da enorme professionista con ottimo staging e grande vocalità. Come sempre.
Gli acuti sono puliti, i movimenti di scena sono gestiti in modo da riempire perfettamente lo spazio del palco, Giacomo Voli non è l’ultimo arrivato e si vede benissimo. il problema sta proprio nella canzone, debole di base.
Peccato, da lui ci si aspetta sempre quel qualcosa in più e se il voto, come in questo caso, è più che sufficiente ci si aspetta che possa raggiungere l’ottimo.
Voto: 7
TESLENKO – STORM
Ecco un altro prodotto Temu, questa volta di una canzone dance anni 90 (Children di Robert Miles nello specifico).
Teslenko arriva dall’Ucraina con la sua voce particolare e adatta, senza dubbio, a questo genere tanto da stupire anche i giudici che, a fine serata, lo piazzano sul gradino più basso del podio ma anche in questo caso non siamo di fronte a una canzone di altissimo rango e livello.
Sembra tutto, al di là anche di lui, di un livello non bassissimo ma neanche così tanto alto e lui ne è la prova.
Voto: 6
VINCENZO CAPUA – SEI SEMPRE TU
Un Davide De Marinis moderno che ha tentato la carta europea con il cantautorato ma dimenticando che di Lucio Corsi ne basta già uno a rappresentare l’Italia senza vincere (sì, l’ho detto e lo sottoscrivo, non vinciamo con Lucio e con questo genere).
Fare il cantautore non significa solo scrivere le proprie canzoni e basta, bensì scriverle anche con una certa qualità, con una certa parola e una certa ricerca della singola parola da usare.
Vincenzo Capua è un cantautore per status ma, almeno in questa canzone, sembra più uno che ha scritto questo testo e si è trovato a passare a sorpresa davanti al teatro del contest.
Voto: 4
MARCO CARTA – SOLO FANTASIA
Interdetto, davvero molto interdetto. Questa canzone non lascia nulla, non regala nulla, non riscrive nulla nella carriera di Marco Carta, ad eccezione del curriculum dove può aggiungere “partecipa al SanMarino Song Contest arrivando X in classifica finale”.
Da apprezzare la voglia e il desiderio di fare bene, si loda senza dubbio l’atteggiamento ma qui si vince (quando non c’è Gabry Ponte) con le canzoni e questa canzone up tempo non è e non era quella giusta per tentare questa carta.
Voto: 5
BIANCA ATZEI – TESTACODA
Emma Marr…ah no, giusto, questa è Bianca Atzei.
A parte gli scherzi, Bianca ha un grande limite che non dipende neanche da lei. Somiglia troppo, in modo eccessivo, ad Emma Marrone e questo non è un bene. Ma, come detto, non è colpa sua. Con questo timbro ci è nata, non si può far nulla.
Andando oltre questo aspetto, di certo non da poco ma su cui non c’è bisogno di soffermarsi più di così, l’interpretazione è stata molto ma molto precisa e avrebbe di certo meritato maggiori fortune.
Voto: 6 e mezzo
KING FOO – THE END OF THE WORLD
I quattro ragazzi europei arrivano a San Marino facendo ascoltare un brano cantato dalla frontman che sembra Emily Armstrong dei Linkin Park, un mantello marrone e una voce graffiata molto interessante.
Ascoltando il brano sembra di ritrovare il mondo perfetto di suoni e parole in Irlanda, in un Paese del nord europa tipo Danimarca o Norvegia.
Interpretazione interessante, il mantello aveva sicuro una sua importante spiegazione e loro, in generale, si sono comportati benissimo. Il problema è che il suono è sembrato essere molto chiuso, non c’era l’apertura e l’ariosità che ci si attenderebbe da questo tipo di brano, quasi etereo.
Voto: 5
QUESTO E QUELLO – BELLA BALLA
Alcune canzoni, semplicemente, hanno fatto il loro tempo e questa rientra nel listone. I ragazzi hanno partecipato a Sanremo Giovani 2024 con Bella Balla e bisogna fare una scelta tra il partecipare con una nuova canzone oppure stare fermi e aspettare.
Niente, a volte ci sono cose più grandi di noi e la scelta di fermarsi e aspettare momenti e tempi migliori non credo sia mai stata presa in considerazione. Non c’è altro da dire, abbiamo già parlato nel tempo di questa canzone.
Voto: 4
PIERDAVIDE CARONE – MI VUOI SPOSARE?
Ecco il vincitore del premio della critica, nonché artista con il testo migliore in assoluto in gara. Pierdavide ha presento un brano che io avrei lasciato nel cassetto in attesa del prossimo Sanremo se non fosse che è già edito e parte del suo ultimo disco.
Stiamo parlando di un cantautore che non deluderebbe nessuno nemmeno se lo volesse e che, comunque, non riuscirebbe neanche sotto mentite spoglie.
Questa canzone è così dolce, così intensa, così piena di vita che avrebbe meritato almeno i piedi del podio però d’accordissimo con la scelta di non farlo vincere per andare in un luogo che non sarebbe stato ‘il suo’.
Voto: 9
GABRY PONTE – TUTTA L’ITALIA
Il problema di Gabry Ponte è la spocchia e l’eccessiva sicumera con cui si presenta ai “comuni mortali”.
Sai che stai andando lì a vincere? Sì, lo sapeva anche il tizio al bar sotto casa che neanche guarda il programma. Sai che stai andando lì senza nessuna pretesa di giocare con e come tutti gli altri? Sì. E allora perché salire sul palco in quel modo, quasi annoiato dal sapere di essere più forte.
L’essere umili, però, è una cosa diversa e Gabry Ponte non l’ha dimostrato. Non ha dimostrato nulla a nessuno stasera ed eccoci qui, con noi già pieni rasi e che fino a maggio dovremo ascoltare a palla questo brano.
Gabry Ponte in mezzo all’incredibile mondo festaiolo ed elettronico di Eurovision ci sta benissimo ma vedremo cosa vorrà fare per rendere l’esibizione quantomeno interessante.
Voto: 4
LUISA CORNA – IL GIORNO GIUSTO
Luisa Corna in versione ballad di ‘Forte, Tosta e Indipendente‘ ma con parole diverse. Mancava dai grandi palchi da diverso tempo e questo le serviva proprio per riconquistare quel pubblico.
Ci sarà riuscita? Ne dubito ma vedremo il tempo che storia scriverà e racconterà.
Voto: 5
BOOSTA – BTW
Ha ragione lui. La musica suonata in acustico, senza il cantato, è la cosa che merita di più di stare su quel palco perché poi, alla fine dello spettacolino, a rimanere in testa è sempre la melodia.
Le parole le inventi, la melodia la canticchi.
Boosta si estrania dai Subsonica per andare lì con un piano a coda e degli ebow, vale a dire degli archetti elettronici che ha piazzato sulle corde e che hanno catturato il suono pizzicato.
Questo suono, poi, è stato registrato e riprodotto dalla loop station che aveva lì. Il resto lo hanno fatto le sue mani sulla tastiera.
Cosa aggiungere se non: signori ecco cos’è, come si fa e come si pensa la musica.
Voto: 8
PACO – UNTIL THE END
Caro Paco, quando sei salito sul palco ho provato quasi un istinto di protezione nei tuoi confronti. Ecco, rispetto Gabry Ponte che era lì, già sicuro di andare all’Eurovision ma obbligato dagli eventi a gestire questa formalità, tu sei salito sul palco con la gioia nel cuore e negli occhi.
Ti brillava lo sguardo, proprio felicione di cantare questa tua canzone e quindi grande stima e lodi per te.
Detto ciò, la canzone non è che sia propriamente brutta, sarebbe il termine sbagliato. E’ una canzone che vuole essere un mix tra qualcosa dei Gemelli Diversi e una qualsiasi canzone simil-hiphop degli anni Duemila.
Ecco, è una canzone fuori dal tempo e nel 2025, forse, sarebbe meglio presentarsi a eventi come questo con ben altre melodie.
Voto: 5 e mezzo
TAOMA – NPC
Anche qui vale lo stesso discorso di Paco. La canzone non sarebbe corretto definirla solo brutta. Piuttosto è una canzone fuoriluogo.
Una specie di misto fritto tra dubstep, elettronica e pop dance con un testo, mi consentirà il suo autore, che appare un po’ anacronistico per quanto lodevole nelle proprie intenzioni.
Giusto, sacrosanto parlare di identità umana in un mondo e una società che ci vorrebbe disumanizzare fino a farci diventare degli NPC (Non-playable Character) ma, come sempre, nelle cose è importante anche il modo e questo urlarlo, sforzarsi attraverso melodie non proprio azzeccatissime forse è sembrata una scelta azzardata.
Il modo è importante tanto quanto il resto.
Voto: 4