15 Settembre 2021
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15 Settembre 2021

Mannarino, il nuovo album, “V”, raccontato canzone per canzone

Tredici canzoni per un un disco che è un primordiale e futuristico al tempo stesso

Mannarino nuovo album V
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BANCA DE NEW YORK

Registrata tra Roma e Città del Messico, frutto della collaborazione con “MEXICAN INSTITUTE OF SOUND” la “BANCA DE NEW YORK” è un esperimento ironico e allucinato.
Unire il registro più romanesco e radicale con un mondo sonoro acido e “trippy”, ispirato al Mississippi e ai campi di cotone.

Uno zoom-in ci avvicina a una piccola esistenza ai margini dell’impero, e si canta di drammi e tragedie e grandi felicità personali che mai nessuno saprà.
I diamanti del povero sono i denti con cui sorride e in una doppia chiave di lettura l’autore parla della ricerca della vera ricchezza.

VAGABUNDA

Man mano che il disco scorre si percepiscono vari sottotesti, si sente serpeggiare la crisi di un uomo e simultaneamente apparire l’immagine di donna, Dea, giungla rigogliosa e ipnotica.

Qui in Vagabunda questa immagine esce fuori in maniera potente.
C’è un uomo che cerca rifugio e salvezza dalle sbarre della ragione in una femmina di giungla.
C’è un filo invisibile che lega il disco, un energia erotica e femminile che ti tiene in piedi in questo mondo di suoni e parole.

Se in Fiume Nero la batteria urbana di Joey Waronker dialogava con il brasilian funk, qui il samba si mischia con la dub-reggae, e ancora una volta suoni di giungla e voci indigene si intrecciano ai suoni elettronici del moog e alle programmazioni.

È una giungla carnosa e ipnotica dove la salvezza passa per il corpo e la sensualità viene dalla ribellione.

BALLABYLONIA

Il viaggio continua con la storia di una ragazza che dalla giungla viene attirata dalle luci della grande città, del villaggio globale.
È una Iracema contemporanea e futura, che a suo modo affronta il grande serpente, viene avvolta dalle sue spire in una danza frenetica ed elettrica.
E così l’euforia al neon maschera pericoli e fregature, è un altro tipo di giungla, ma molto più pericolosa.

Così quello che sembrava un amore si rivela uno sfruttatore, e Miss Lova Lova diventa Miss Loca Loca, una “garota de Ipanema” sotto ad una doccia ghiacciata, con tante lingue diverse nella testa che non dicono niente, e il suono più comprensibile e significante ad un tratto sembra quello del tamburo lontano della sua tribù.

BANDIDA

Ancora una donna, un’altra, o la stessa poco importa, perchè ormai a questo punto del disco è chiaro che l’immagine di donna che ci sta guidando è un’immagine universale, un’icona come quella della copertina.

Iconica è anche la nostra “Bandida”, la fotografia della ribellione al sistema patriarcale, in spagnolo perchè oggi è dall’America Latina che arriva il grido di battaglia ed è da Paesi come Cile e Colombia che arrivano anticorpi nuovi. Una cumbia elettronica, un suono di favela, l’incursione del “Colectivo Las tesis”. È ancora una volta la voce di una donna nel chorus. A questo punto del disco siamo lontani. Abbiamo perso il controllo e c’è una donna al comando. Una Bandida perchè è di questo che abbiamo bisogno.

¿Educar a una chica? Desarmar a una mujer” (Educare una bambina? Disarmare una donna)

Quando l’apparato statale e religioso di uno Stato diventa il vero stupratore, quando la legge discrimina, quando la cultura dominante relega la donna al ruolo di subalterna, di Maria Vergine, di madre, la ribellione e il rifiuto diventano l’unica vera salvezza.

Questa immagine di donna indigena, ancestrale, futura, guerriera per natura, e ribelle per cultura, forte e risoluta è l’immagine umana del disco.
Immagine umana che trova la sua corrispondenza più intima nel mistero della giungla, nel caos delle stelle, nel tuono celeste. Sono crollati i monoteismi, resta l’insaputo, il mistero, l’animismo, e la spinta vitale che ci porta tutti avanti. In testa, a guidare questa folla, c’è lei, colorata e furiosa, Bandida!

LEI

Questo è l’epilogo ideale del disco. L’immagine della donna diventa l’immagine di tutte le donne, e si sublima in una forza eterna, creatrice, distruttiva, creativa.

La crisi di un uomo di fronte all’immagine della donna rappresenta una crisi storica e sociale, e la lotta di lei diventa un messaggio alle generazioni future. LEI: Bandida, Agua, Vagabunda, Ultima Principessa, Voce di Amante, Suono di Foresta.

Lei lasciò solo una scritta sul muro, pagheranno caro pagheranno tutto, voi picchiate duro, aprite una breccia, e vedrete il futuro”.

LUNA

Lei è sparita. Il disco concettualmente è chiuso. Restano i titoli di coda, LUNA.
Una ballata struggente sulla separazione, sulla solitudine. C’è un uomo solo davanti alla luna. Questa canzone, e l’ultima del disco “Paura”, rappresentano il ritorno alla realtà, la presa di coscienza. È come se alla fine del viaggio si aprissero gli occhi, per vedere, per agire, per portare il sogno nella realtà.

PAURA

E adesso… “non avere paura alcuna”.

 

 

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