27 Agosto 2021
di Caporedattore
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27 Agosto 2021

J-Ax presenta Surreale: “Non ho paura degli haters e non sono cool… sono fan della Machete e di Laura Pausini”

j-ax surreale
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  • Ci racconti qualcosa di più di J-Axonville? Quali sono i punti di riferimento?

J-Axonville nasce tantissimi anni fa. E’ una vita che volevo fare un disco punk dove a parlare fosse un vecchio con la prostatite.
Il primo lockdown mi ha dato l’occasione di farlo.

Ogni brano è musicalmente una citazione di qualcuno che mi piace. Ramones, Queens of the Stone Age, Blink. Di tutti i miei ascolti punk, adoro il punk melodico californiano dal periodo NOFX fino ai Blink. Non sono un grande estimatore della scena inglese. Oggi ci sono le Linda Linas, Machine Gun Kelly, il cui ultimo disco è incredibile.

Se questa cultura tra 5 anni esploderà anche in Italia, io potrò fare il figo perché potrò dire che l’ho già fatto con J-Axonville.
Il mio gruppo preferito in assoluto sono i Rancid. Ho avuto la fortuna di conoscere Samantha Maloney delle Hole, di avere a che fare con questa gente!

  • C’è stato un ritorno alla musica strumentale negli ultimi tempi. In Italia ne sono una testimonianza i Måneskin. E’ vero che si stanno riprendendo in mano le chitarre?

In America secondo me questo fenomeno c’è già stato, ad esempio con i Machine Gun Kelly.
Penso che prima o poi la tendenza dovrà cambiare, ma non so se succederà come in America. Tutti lì hanno come bagaglio culturale la wave (Blink 182, Linkin Park) ed è già considerato classic rock. Loro ce l’hanno nel DNA, è molto difficile da fare senza che sembri stupida, anche se sembra semplice.

Non so se ci sarà anche in Italia dove c’è un’avversione per le chitarre elettriche, come quando si è passati dal rock dei Gun’s and Roses all’house music.
Aspetto con impazienza il momento in cui gli artisti dovranno prendere in mano una chitarra e fare quella roba lì. E mi farà ridere che i programmatori delle radio dovranno piegarsi.

Magari, se mai arriverà questa tendenza, verrà riscoperto anche J-Axonville.

  • In che modo dentro di te convivono le tue due anime, tra canzoni leggere e pezzi molto arrabbiati.

Due anime su di me sono poche, c’è l’Ax di Sansone e quello di Ostia Lido. In Salsa, invece, vengono dette anche cose che non sono leggerissime.

Io credo che dentro di me ci sia l’Ax di Sansone e l’Ax nerd, quello fan di Gaber che fa il pezzo con Enrico Ruggeri. Io sono cresciuto ascoltando cose senza cognizione di causa, ascoltavo cose di mia madre, Radio Deejay e quelle che sentivo in TV, da Iannacci a Baldambembo. Come convivono? A volte mi alzo di un umore e viene Salsa, a volte mi alzo di un altro e viene fuori Sansone.
Agisco seguendo il mio istinto della giornata.

  • Cosa pensi dei no vax?

Ho fatto 3 video dove penso di essermi già messo contro i no vax. Prima di avere il covid pensavo che con loro si dovesse parlare, ora penso che se sei no vax e sei mio amico, esci dalla mia vita, se sei mio fan, esci dai miei fan.

Dopo aver sentito sulla mia pelle il pericolo, non ho più pazienza di discutere con chi non ascolta la scienza e chi permetterà, non vaccinandosi, di mettermi in pericolo ancora.
Mi chiedono quanto mi pagano per aver fatto finta di fare il vaccino. Io mi sono vaccinato e ho fatto lo spot gratis, cosa vuoi dire a questa gente, non stiamo parlando di logica.

All’algoritmo di Facebook interessa solo che passi più tempo su Facebook, quindi se sei pro vax ti manda nel feed notizie sui vaccini che funzionano, ai no vax manderà solo le fake news.
E questo lo sappiamo tutti.

  • Hai parlato delle tue varie identità, come si ricollegano al cappello che hai dato all’album?

Quello che io ho fatto è chiamare l’album Surreale è perché Su-Reale e perché abbiamo vissuto un periodo surreale. I pezzi sono diversi uno dall’altro e quel collegamento è uscito per caso. Lo sguardo verso l’arte non è mai lo stesso, la definizione stessa del prodotto la fa chi la vede, ma non chi l’ha fatta. John Lennon odiava certe canzoni dei Beatles che per noi sono sacre.

Quindi Surreale perché è nato da un periodo surreale e i brani, messi insieme, sono completamente surreali. Io sono surreale. La mia parola d’ordine adesso è “greve”. Con la cosa che voglio fare il family friendly, non devo perdere la grevità del rap che un po’, qui in Italia, ho inventato io.

  • Come mai hai scelto di duettare con Federica Abbate?

Con Federica molte volte ci scrivo insieme. Lei fa la linea melodica, io scrivo il testo e lei fa il provino. Mi era piaciuto come era venuto e mi sono chiesto perché dovessi andare a trovare un’altra persona e a lei faceva ridere fare la ragazza con gli stivali country.

  • Cosa ci dici dei feat?

I feat non sono nati per cercare il feat. La collaborazione con Sarcina è nata perché ho fatto la prefazione per il suo libro, Ermal mi ha mandato il pezzo e mi è piaciuto. Doveva essere un disco senza feat e quelli che ci sono stati sono capitati.

 

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