19 Settembre 2021
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19 Settembre 2021

Amara, Davide Simonetta, Alessandra Flora… ecco tutti i co-autori e le canzoni di “Parola”, nuovo album di Giovanni Caccamo

La scommessa del cantautore è stata quella di raccogliere delle testimonianze silenti e riconvertirle in una forma letteraria diversa

Giovanni Caccamo Parola
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Giovanni caccamo Parola

  1. “Aurora” – introdotto da Willem Dafoe su testo “I’m That” di Franco Battiato e Manlio Sgalambro
    (di G. Barbera, Giovanni Caccamo, Leonardo Milani)

Il testo di Franco Battiato e Manlio Sgalambro parla di buio e luce, rivelando la natura cosmica delle stelle come origine dell’uomo; metafisica tradotta in canzone. Da questo testo nasce “Aurora”, il risvolto del buio: ogni ombra esiste perché una luce la crea.

Ho immaginato un’anima antica affacciata, al sorgere del sole, al balcone della propria esistenza. Osservando il passaggio dalla notte al giorno, contempla la città che dorme ripensando alle esperienze vissute in passato e alle prospettive future. Al di là di ciò che pensiamo di fare, dei gesti che possiamo compiere, delle scelte che possiamo perseguire, c’è un ciclo di buio e luce che prescinde da noi, da cui dipendiamo.

Per interpretare il testo di Franco e Sgalambro ho subito pensato a Willem Dafoe, amico di Battiato e profondo cultore dell’anima. La canzone è accompagnata da un cortometraggio, diretto da Enea Colombi, prodotto da MUS.E e girato a Palazzo Vecchio.

2.  “Il cambiamento” – introdotto da Patti Smith e Jesse Paris Smith su testo “Our world” di Jesse Paris Smith
(Di Amara – Giovanni Caccamo – Leonardo Milani)

Ho scritto Il cambiamento con Amara: abbiamo cercato di raccontare il rapporto tra uomo e natura partendo dalle emozioni che ho vissuto durante la mia partecipazione a Pathway to Paris, il festival organizzato da Jesse Paris Smith e Rebecca Foon con Johnny Depp, Patti Smith, Flea, Michael Stipe e tanti altri artisti da ogni parte del mondo.

Il motore del festival, in musica, era come le azioni dell’uomo condizionino il benessere della Terra. Il cambiamento è una riflessione: dove siamo rimasti, cosa abbiamo perduto nella fretta del tempo, nel potere del nulla? In questo vortice inarrestabile di materia e consumo, possiamo ancora trovare un contatto con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda?

Possiamo instaurare un dialogo armonico con la natura, con la nostra “madre terra”. La straordinaria introduzione di Patti Smith e Jesse Paris Smith, è un dialogo tra una madre e la figlia, metafora del dialogo tra “madre natura” e le sue creature.

Il ricavato dell’introduzione Our World andrà a sostegno dell’associazione Pathway to Paris, organizzazione no profit dedicata alla lotta ai cambiamenti climatici (vedi qui).

3. “Canta” – introdotto da Aleida Guevara su testo “Lettera ai figli” di Ernesto Che Guevara
(Di Alessandra Flora – Gianni Pollex – Cheope – Giovanni Caccamo)

Canta è ispirata alla Lettera ai figli di Ernesto Guevara in Bolivia. Una lettera molto evocativa ed emozionante in cui il rivoluzionario scrive ai suoi figli scusandosi di essere stato un padre poco presente e lasciando loro una sorta di testamento di valori, quasi un manuale dell’emotività.

La voce della figlia, Aleida, era l’unica in grado di dare il giusto peso a queste straordinarie parole. La rivoluzione oggi risiede in piccoli gesti quotidiani di accoglienza e supporto delle persone più deboli e fragili, nell’accettazione dell’altro e delle diversità, nella convivenza pacifica.

4. “Le parole hanno un peso” – introdotto da Andrea Camilleri su testo “Pallottole” di Andrea Camilleri
(Di Giovanni Caccamo – Manuel Finotti)

Ci tenevo molto a inserire il discorso di Andrea Camilleri, origine dell’idea di questo disco e ringrazio vivamente la famiglia per avermelo concesso. Subisco da sempre il fascino di quest’uomo di straordinaria autenticità, cultura e profondità d’animo. Un uomo di speranza e luce.

Ho trascorso diverse serate ipnotizzato di fronte ai suoi discorsi, alla sua proprietà di linguaggio e capacità di rapire lo spettatore, coinvolgendolo in viaggi, sempre nuovi, interessanti e avvincenti. La sua fiducia nei giovani è motore della mia creatività, vento di libertà per i giorni nuvolosi che, ogni tanto, oscurano il sole.

5. “Evoluzione” – introdotto da Michele Placido su testo “Risarcimento” di Gesualdo Bufalino
(Di Davide Simonetta – Giovanni Caccamo – Leonardo Milani)

Bufalino è un mio conterraneo e i suoi scritti custodiscono un alito di Sicilia ed eleganza. Questa poesia “Risarcimento”, sintetizza i contrasti della vita, dolore e presenza, pienezza e vuoto. La pienezza è il frutto di un cammino, di un percorso, necessita di fiducia, fede.

Evoluzione esprime l’idea che l’essenza del “tutto”, cioè l’evoluzione, la forza del divenire, del tempo, sia inarrestabile e più potente di ogni altra cosa. Più forte di ogni malattia, di ogni gioia, di ogni dolore, c’è l’evoluzione. La voce perfetta per queste parole, non poteva che essere quella dell’amico Michele Placido, che Bufalino stimava e frequentava.

6. “Prede e predatori” – introdotto da Liliana Segre su testo “Madre” di Liliana Segre
(Giovanni Caccamo – Leonardo Milani)

Prede e predatori nasce da uno degli incontri umani più preziosi di questo disco. L’ho scritta dopo aver letto il libro di Liliana Segre, Scolpitelo nel vostro cuore e dopo aver ascoltato almeno una trentina di suoi preziosi discorsi e simposi.

È una canzone frutto di silenzio e impotenza, ad ispirarmi è stato il rapporto di Liliana con suo padre, figura cardine della sua vita. Ho perso papà quando ero molto piccolo e il loro rapporto mi ha molto colpito: l’attaccamento di una figlia al suo eroe, vittima poi della follia dell’uomo.

Perdonami per averti messo al mondo” disse Alberto Segre alla piccola Liliana al carcere di San Vittore. Liliana racconta di aver deciso di testimoniare, dopo anni di silenzio e rimozione, per dar senso a tutte le anime che, come quella di suo padre, erano volate via, strappate alla vita con orrore.

L’ho incontrata al parco, una preziosa mattina di Maggio, abbiamo fatto una passeggiata e parlato a lungo. Poche ore dopo ha letto il libro Dialogo con mia madre che ho scritto qualche anno fa, un carteggio epistolare tra me e mia madre.

Da quella lettura e dall’ascolto di Prede e predatori penso abbia compreso la reale natura di questo progetto, che per me, altro non è che un manifesto culturale e artistico, decidendo così di scrivere un suo pensiero inespresso a introduzione del brano: come i campi di concentramento, la morte del padre, lo strazio di quei mesi infernali abbiano trovato un germoglio di “vita” dal sua latte materno».

7. “Perditi con me” – introdotto da Beppe Fiorello su testo “Senza di te tornavo” di Pier Paolo Pasolini
(Di Giovanni Caccamo – S. Privitera)

Ho scritto questa canzone ispirandomi alla poetica di Pasolini, connubio perfetto tra ruvidità, contemporaneità e solidità, ti cattura in una rete linguistica, poetica, quasi ipnotica. Questa poesia, come d’altra parte anche la sua vita, è un’altalena tra ciò che è bene e ciò che è male.

Perditi con me ha un testo rarefatto, come una pulsazione vitale: “Canti di madre”, “Muse”, “Trame del tempo”.

Parola è la testimonianza della ricerca di un giovane di trentenne, che si lascia illuminare e trascinare dalla creatività e dalle parole altrui. I due ingredienti principali per ogni artista sono, a mio avviso, la curiosità e l’umiltà alla conoscenza.

 

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