24 Marzo 2023
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24 Marzo 2023

Diodato: guida all’ascolto del nuovo album, “Così speciale”, canzone per canzone

Dal 24 marzo il cantautore è partito con un Instore tour in cui incontrerà i fan

Diodato Così speciale
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Diodato Così speciale

Dieci attimi di vita, dieci sguardi sul mondo e dieci tuffi negli abissi
interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita

“Ci vorrebbe un miracolo”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

L’inizio di questo viaggio si apre con una folla che scalpita, dialoghi rubati e suoni difficili da focalizzare che fin da subito rendono tangibile il caos, posto al centro del brano; risuona festosa una banda che annuncia l’inizio di questo disco.

Ci vorrebbe un miracolo per colmare lo strazio di questi tempi caotici, impossibili da capire, urlanti d’imperante populismo, indifferenti, ma in cui ognuno sente di dover dire la sua. In una situazione del genere viene a mancare l’ossigeno e ci troviamo costretti ad una condizione di apnea, mentre timidamente cerchiamo un nostro simile, un complice con cui scambiarti ossigeno e
aspettare la normalità.

“Così speciale”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Primo brano estratto dall’omonimo album, “Così speciale” ha svelato in parte ciò che la quarta fatica discografica di Diodato contiene: autenticità, emotività, cura e passione. Questo brano è una ballad, un pianoforte che vibra in una stanza e una voce che vibra con esso, con la sola esigenza di raccontare.

Diodato canta in un crescendo strumentale ed emotivo l’importanza della capacità di sapere riconoscere quali siano davvero le cose speciali, anche quelle ormai lontane, perdute in questi tempi strani, in cui tutto sembra sfuggire dalle mani. La consapevolezza di questi attimi è un dono speciale e la loro condivisione è catarsi.

“Ormai non c’eri che tu”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Accade a volte che qualcuno ci prenda per mano e che a quel qualcuno si decida di affidarsi, lasciandosi condurre in un altrove sino ad allora inesplorato, lasciandolo diventare pian piano il nostro tutto, il cuore pulsante di ogni questione che ci riguarda, fino a non vedere altro, non avere altro. E cosa accade quando questo tutto pian piano si sgretola, fino a sparire fisicamente dalla nostra vita? Accade che, se si ha il coraggio di ammetterlo, resta qualcosa che, nonostante tutto, fiorisce silenziosamente dentro di
noi.

“Che casino”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Il caos esistenziale citato in “Ci vorrebbe un miracolo” striscia silenziosamente nella mente dell’insofferente che si muove tra la matassa che si aggroviglia nella sua testa e quella del mondo che lo
circonda, alla ricerca di nuove emozioni e stimoli, assetato di vita, desideroso di mischiarsi con gli altri pur sapendo che sarà davvero un bel casino. La certezza di andare ad infilarsi in questo caos non spaventa però chi vuole buttarsi a capofitto in un’esperienza che trabocca di vita.

“Occhiali da sole”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

In “Occhiali da sole”, Diodato racconta l’inevitabile clash tra le diverse aspettative di una vita, le nostre proiezioni e quelle delle persone che ci amano e ci osservano nel tentativo di proteggerci. “Occhiali da sole” rappresenta tutte quelle domande a cui forse non darai mai una risposta e le scelte che sembrano andare sempre in direzione opposta. Se il sole delle sfavillanti vite altrui sembra splendere tanto forte da poter far male, un paio di occhiali da sole possono tornare utili.

“Buco nero”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

A volte alcune esperienze della nostra vita scavano voragini, buchi neri capaci di annientare ogni volontà e dal cui fondo sembra che nulla possa tornare, nessuno spiraglio di luce, nessuna vibrazione. E pur conoscendone la pericolosità, l’intensità di quel nero continua ad attrarci.

“Ci dobbiamo incontrare”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Due persone che danno vita ad un insieme e a tutto ciò che questo può contenere: promesse, parole e confidenze, l’intimità di un legame profondo di cui solo le persone coinvolte conoscono la realtà. Fuori dall’insieme, le parole di chi non sa, di chi pensa di saperne di più e di chi si arroga il diritto di parlare e di dire la sua su una storia che non conosce e che non ha vissuto. Solo i protagonisti di una storia sanno tutte le declinazioni che hanno dato ai loro nomi, l’importanza di quel che hanno vissuto, solo loro
sanno dov’è quel posto in cui devono incontrarsi.

“Se mi vuoi”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva
Diodato scrive questo brano per la colonna sonora del film “DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO!” diretto dai Manetti Bros. e torna a comporre e interpretare un inedito legato a un progetto cinematografico, consolidando ulteriormente il rapporto già stretto tra il cantautore e il mondo del cinema.

Diodato si mette in gioco immergendosi nelle atmosfere e nella storicizzazione cinematografica del fumetto italiano più famoso dagli anni ‘60. Con questo brano, l’artista affonda le mani nella mutevole materia del desiderio per provare a tracciarne i chiaroscuri, a delineare i sussulti di una fiamma che brucia. Diodato partecipa inoltre alle riprese del film, realizzando uno speciale cameo.

“Lasciati andare”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Un dialogo tra testa e cuore, un capovolgimento di ruoli in cui per una volta è la cinica testa a invitare il cuore a lasciarsi andare, per dargli il coraggio per cimentarsi in una nuova storia d’amore, nonostante le bastonate collezionate nel tempo.

“Vieni a ridere di me”
Testi, musica, arrangiamenti e direzione artistica di Diodato, prodotto da Tommaso Colliva

Il tempo fermo di una giornata assolata nel cuore di Roma, un campanile che ribadisce un tempo fermo e un’anima che immersa in questa stasi rimbalza in una routine fatta di serie televisive, cibo e piccoli gesti quotidiani che vorrebbe condividere con chi, fino a poco fa, aveva voluto dimenticare. “Vieni a ridere di me” è un’inversione di rotta, un sincero manifesto della nostra umanità, dei nostri limiti e delle nostre contraddizioni, una bandiera bianca che sventola nel primo caldo sole primaverile.

 

 

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