25 Febbraio 2022
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25 Febbraio 2022

Dardust con “Forget To Be” e “Inno (Prologo)” mette in musica il Flag Handover dei giochi olimpici 2026. Fuori nell’EP “#002 Hymns”

Dardust by Antonio De Masi
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Dardust lancia oggi, venerdì 25 febbraio, #002 Hymns, il nuovo EP che contiene i due brani che fanno parte della colonna sonora dei Giochi Olimpici di Beijing 2022.

Esce oggi per Sony Music Masterworks e Artist First, #002 Hymns, il nuovo EP di Dardust. L’artista svela così un nuovo tassello del suo prossimo album attraverso questi due brani: Forget To Be e Inno (Prologo).

Questi due sono i brani che hanno segnato il momento del Flag Handover, il passaggio della bandiera nelle mani dei primi cittadini di Milano e Cortina all’interno della Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici di Beijing 2022. L’evento è stato trasmesso domenica scorsa in mondovisione.

L’Italia, nazione che ospiterà le prossime Olimpiadi Invernali (MilanoCortina 2026) e nel corso della Cerimonia si è presentata con un iconico show di otto minuti ideato da Balich Wonder Studio, di cui Dardust ha composto la colonna sonora.

#002 Hymns Dardust

#002 Hymns è la seconda tappa del viaggio musicale che Dardust ha intrapreso nel 2022, dopo la pubblicazione dell’EP #001 Coordinate, che include i singoli Parallel 43 e Dono per un addio (ne abbiamo parlato qui).

dardust racconta i due singoli

Forget To Be rappresenta l’emisfero elettronico di Dardust, che descrive con queste parole il brano:


In un fluido le particelle non hanno posizioni reciproche fisse e si muovono più o meno liberamente le une rispetto alle altre. Forget To Be nasce da questa idea: le note dell’oscillatore si muovono come in un continuo mutamento di stati quantici, posizioni e direzioni. Non esistono più note solo bianche o solo nere: perché nasca la musica, i tasti si devono sporcare al contatto di infinite mani. Dirt and clean, forget to be.


Il secondo brano, invece, Inno (Prologo) è in piano solo e fa parte della dimensione acustica dell’artista, che racconta:


È nata da qualcosa di fluido, come la bellezza, la doppiezza di prosa e poesia, la solitudine dell’esistenza e la ricerca dell’identità in cui il pianoforte è l’unico compagno di viaggio che non giudica ma ascolta e si fa ascoltare. La musica non ha sesso. Queste canzoni sono un viaggio senza meta. Quando mi chiedono che genere di musica io faccia, rispondo sempre che non lo so ancora. Perché il genere è anche una conquista.


Dardust continua il percorso che sconfina i generi e che mette le sue due anime nei diversi EP e di conseguenza nel prossimo album. L’artista dice:


Il concept della Dualità, che le due città come Milano e Cortina portano con sé, era perfetto per la ricerca sonora percorsa nel nuovo album. Da una parte, la città che si spinge verso il Futuro con nuove geometrie, traiettorie e prospettive, perfettamente rappresentata dall’elettronica. Dall’altra parte, l’organicità della natura nella sua bellezza fluida che viene dal passato, rappresentata dalla morbidezza del pianoforte. Ho cercato di esprimere l’incontro di queste due anime, il contrasto, la lotta e infine la conquista di un nuovo equilibrio. Alla ricerca di un suono che sintetizza tutto, dal rumore bianco del ghiaccio a quello colorato della competizione. Con un grande obiettivo: rispettare la terra e restituirla cambiata, magari in meglio, probabilmente diversa, alle persone che la abitano.


Foto di Antonio De Masi.