Videointervista a Nitro che ci presenta Incubi, il suo nuovo album che lo vede tornare sulle scene dopo un periodo intenso a microfono spento e tanto tempo senza pubblicare un nuovo progetto così composito.
Sono passati due anni da Outsider, il precedente lavoro discografico, ma oggi si volta pagina ed è il turno di Incubi che, forse, è l’album più personale della carriera del rapper veneto.
Ne ha parlato ai nostri microfoni spaziando dal ricordo del periodo in cui ha lavorato alle singole canzoni per passare dalle collaborazioni presenti, fino alla critica socio politica molto aspra e dura come una vera e propria lotta senza quartiere.
NITRO PARLA DI INCUBI, il nuovo disco
Nitro è tornato con musica carica e pregna di significato ma adesso, finito il lavoro in studio e iniziato quello della fase successiva di pubblicazione e promozione come ci si sente?
“Sto bene, sono contento. Sto facendo tante cose che mi riempiono l’anima e sono contento del disco perché c’ho messo anima e cuore.
E’ strano per uno come me, non abituato a essere felice, dirlo e non capisco. sono in una situazione di smarrimento però sto sentendo tanto amore da parte delle persone che ascoltano e mi ricordano perché tengo duro e provo a fare sempre meglio.
E’ difficile per un artista capire, perché quando chiudi il disco la parte più grande d’impegno l’hai già messa e tu pensi che sia finita. In realtà è il momento in cui inizia tutto quindi è strano però sono molto contento di quello che sto facendo”
C’è stato un momento che ti ha fatto capire di avere raggiunto questa felicità?
“La prima volta che ho ascoltato il disco tutto di seguito e mi sono detto che in 13 anni non ho mai pensato che un album fosse bello. Per adesso è il miglior album della mia carriera”
Entrando nel dettaglio, l’ascolto si apre con una canzone manifesto della tua vita che è Storia di un artista. Hai messo davvero tutto o qualcosa è rimasto fuori?
“Inevitabilmente. Ho riassunto 13 anni in 3 minuti quindi qualcosa per forza rimane fuori ma, di base, queste sono state tutte le fasi salienti e importanti di quei periodi ma ovvio che c’è tanto di non detto, sia bello che brutto.
Una roba che avrei voluto mettere è il mio rapporto con Nerone. Dietro quel ‘giro con Nerone’ c’è un’infinità di stima e amicizia. Ogni artista presente nell’album ha fatto il suo e ho visto del serio impegno da parte di tutti nel non fare la strofa-compitino. Fare una strofa che da soli non farebbero, prendere delle parti e ricantarle per trovarsi meglio nella canzone”
LA POLITICA DI “VIPERE”
E’ un album pieno di amore ma ci sono tantissimi temi diversi. In Vipere fai un dissing a tutta la classe politica e a Vannacci:
“Se tu scomponi quella strofa trovi una barra contro la sinistra e una contro la destra, Nitro non risparmia nessuno. Non temo un confronto intellettuale con Vannacci, con tutto il bene…
Mi piacerebbe che si aprisse un’opportunità di dialogo ma non è il mio lavoro. Se un politico si occupa di quello che dice un artista vuol dire che c’ha poco da fare.
Dico solo una cosa, vorrei fare sapere che io sono il prodotto di ciò che sono e non sono solo Nicola, sono la voce di tante persone che la pensano come e quindi si occupassero di tutti non di me che canto”
Parlando di sonorità, c’è un po’ di tutto quindi qual è il mondo nel quale ti trovi meglio e su cui vorresti mettere l’accento in futuro?
“Mi piace il mondo underground, nu-metal, trip-hop, mi piace tutta la roba che ha gusto e che non vuole per forza piacere. Roba di carattere”
I fan cosa pensi che diranno ascoltando l’album?
“Spero che dicano quello che pensano e non quello che pensano che gli altri vogliano sentire. Spero che gli piaccia perché l’ho fatto con l’intento di dire quello che sono con l’intento di migliorarmi ancora. Avrei potuto fare 18 volte Pleasentville e non l’ho mai fatto, a costo di tagliarmi le gambe.”











