11 Novembre 2025
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11 Novembre 2025

Intervista Anna And Vulkan “musica e arte in generale sono il richiamo alle proprie origini”

"rivisitare il passato ha un potenziale creativo molto forte, crea un legame importante proprio a livello culturale tra il presente e quello che c’è stato"

intervista a Anna And Vulkan
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Anna And Vulkan intervista

Ciao Anna, benvenuta ad AllMusicItalia. Siamo felici di intervistarti e cercheremo di farti conoscere meglio ai nostri lettori.

Partiamo subito con una domanda molto personale, ci puoi spiegare il perchè di un nome d’arte così particolare?

Ciao!
Mi piaceva l’idea di avere un nome che implicasse una sorta di dualità quasi identitaria. E volevo richiamasse le mie origini, da qui il vulcano, che è il Vesuvio. Vulkan è una parola tedesca, perché il progetto è nato mentre vivevo a Vienna.

Passiamo, invece, al tuo album Nuovo amore passato – pt.1. In tutti i brani si percepiscono contaminazioni che nascono da collaborazioni e dagli studi. Ce ne vuoi parlare?

L’album è stato realizzato nell’arco di un anno e mezzo e i brani hanno subito quasi una sorta di percorso, non solo creativo ma anche fisico. Sono stati sviluppati in luoghi diversi, hanno viaggiato un po’ insieme a me. Ho iniziato a scrivere la maggior parte a Vienna, a casa mia, nel mio studietto, dove ho creato le prime demo. Poi li ho lavorati insieme a Damiano (DamianK), molto spesso a casa sua a Milano, prima di portarli in studio. Abbiamo passato una settimana a Bologna in cui abbiamo registrato le batterie negli studi dell’Antoniano con i cori dei bambini dello zecchino d’oro fuori. A Bologna, negli studi di Vulcano di Marco Caldera, che ha curato i mix,
abbiamo registrato i synth analogici in molti pezzi, come ad esempio l’outro di “Sul ‘na notte”.

In tutta la tracklist sound e testi ricercati si supportano per un risultato molto originale. Nello scrivere i brani hai cercato più qualcosa di personale o che potesse essere un racconto a fasi?

Tutti i brani che scrivo sono personali. Magari descrivono un momento, o un evento del passato, un pensiero, però sono legati a qualcosa che ha fatto parte di me. Il racconto non è per forza narrativo ma sta anche nella descrizione di un determinato evento o sentimento da diversi punti di vista.

L’influenza e l’ispirazione da grandi nomi della musica italiana come Lucio Dalla e Pino Daniele sono ben chiari nella scrittura e soprattutto nella melodia. Ci puoi spiegare questo legame con due nomi del passato, ed anche del presente, con una giovane cantautrice come te?

Lucio Dalla e Pino Daniele fanno parte della mia infanzia, sono tra gli artisti più ascoltati (ancora oggi) dai miei genitori. Mi ricordo chiaramente che mio padre, che è musicista, quando ero piccola mi faceva notare delle cose delle loro canzoni, magari qualcosa che aveva a che fare con un suono o con parte dell’arrangiamento. All’epoca non capivo troppo bene, crescendo poi mi sono
resa conto di quanto originali e sorprendenti fossero sia nella scrittura dei testi che nelle scelte musicali, e di quanto i loro brani fossero capaci di emozionare. Credo che siano inarrivabili, ma ciò che spero di raggiungere facendo musica è esattamente questo: creare una cosa che non suoni banale e trasmettere un’emozione.

I brani hanno dei richiami ad autori e brani noti. Su tutti la citazione di Maruzzella in “Nu veleno amaro”, un semplice omaggio o il desiderio di far conoscere ai più giovani perle del passato?
Perché proprio questa scelta?

Una cosa che mi piace tanto della musica e dell’arte in generale è il richiamo alle proprie origini. E credo che rivisitare il passato abbia un potenziale creativo molto forte, crea un legame importante proprio a livello culturale tra il presente e quello che c’è stato. La frase di Maruzzella è una frase iconica, tanto semplice quanto potente, e fa parte di un brano conosciutissimo della musica classica napoletana. Il testo è molto tormentato, passionale, e anche “‘Nu veleno amaro” esprime quel tipo di sentimento. Questo accostamento mi ha fatto quindi pensare a quella frase e mi è sembrata la giusta occasione per omaggiare Carosone.

Tra i brani dell’album ci ha colpito “Na manera” che si differenzia dagli altri brani per un sound più raffinato ed essenziale. Si tratta di una prova di stile o voglia di raccontarsi in modo sincero?

I brani chitarra e voce creano momenti speciali all’interno di un lavoro di più brani. Volevo che “Na manera o n’ata” creasse un attimo più intimo. La scelta stilistica va a braccetto con il tipo di emozione che si cerca di trasmettere. Piccola chicca, questa canzone è stata registrata a 432 hz!

Con chi ti piacerebbe collaborare? E perché?

Parlando di chitarra e voce mi viene in mente Maro, è un’artista portoghese che mi piace moltissimo. È molto delicata e scrive sia in inglese che portoghese. L’ho vista live a Milano lo scorso anno in trio acustico ed è stato bellissimo.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Adesso ho un tour invernale nei club di cui sono molto felice. E poi con calma lavorerò ai brani della seconda parte del disco, non vedo l’ora di tornare in studio.

Ringraziamo Anna And Vulkan per la sua disponibilità e voglia di raccontarsi.

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