8 Settembre 2021
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8 Settembre 2021

Intervista a Comete: “Sui live servono certezze, siamo tutti molto disorientati. Il talent? Ti danneggia solo se non sai chi sei…”

Il 18 settembre Eugenio Campagna, in arte Comete, si esibirà a Torino al SoFarm Festival

Comete
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SoFarm Festival 2021. A partire da oggi iniziamo a intervistare alcuni degli artisti che saranno il 18 e 19 settembre sul palco del Festival della musica Indipendente di Torino organizzato da Sofa So Good (trovate qui info e prevendite). Si comincia con Comete

Eugenio Campagna, in arte Comete, è nato a Roma nel 1991.

Appassionato di musica fin da bambino, ha iniziato da ragazzo a scrivere canzoni e poi ad esibirsi come artista di strada e nei locali della sua città. Il suo nome d’arte è la sua poetica: “Come te”, è l’esigenza di scrivere le sue storie che poi sono le storie di tutti.

Per questo Eugenio definisce il suo genere “Real pop”, parlare del reale, di quel Cornflakes che racconta una storia d’amore. Ed è proprio Cornflakes il suo primo singolo, uscito durante la sua partecipazione come concorrente ad X-Factor 13.

Ad aprile 2020 esce la sua cover di En e Xanax, storico brano di Samuele Bersani che ottiene nuova luce e gran successo.Nel 2021 è la volta del primo album, Solo cose belle, e di un tour estivo.

Ma andiamo a parlarne direttamente con Eugenio.

SOFARM FESTIVAL presenta: intervista a Comete

Ciao Eugenio, partiamo dal tuo disco, “Solo cose belle” uscito a inizio giugno. Sono passati quasi tre mesi come sono stati questi mesi, come lo accolto chi ti seguiva e chi ha iniziato seguirti dopo X Factor? 

Ciao ! Si sono quasi tre mesi di Solo cose belle e devo dire che sono stati mesi di cose bellissime.

Era un album che da troppo tempo scalpitava per uscire, ed io con lui. Con questi nuovi pezzi volevo continuare a raccontare le mie storie, iniziate con Glovo, poi Cornflakes, Ma tu

Ho avuto l’impressione di aver fatto uscire un album coerente con quello che la gente aveva già ascoltato, ho ripreso il discorso iniziato nel letto solo con le buste di Glovo, raccontandomi senza troppi giri di parole cercando di trovare le parole giuste per far rivedere la gente in ciò che viviamo alla fine un po’ tutti.

Comete, hai dichiarato che l’album è nato nel tuo periodo da Busker. Quanto e come l’esperienza da artista di strada lo ha influenzato? 

Si La maggior parte delle canzoni sono nate per strada, quello che è stato il mio posto di lavoro per 4/5 anni, l’arte di strada, il Busker.

Ciò che fai influenza sempre ciò che scrivi, suonare per strada mi ha fatto capire l’importanza di catturare l’attenzione dei passanti e di comunicare cose vere, concetti semplici.

In quel periodo ho cercato di semplificare molto la mia scrittura, andare dritto al punto, emozionarmi e provare ad emozionare. Tirando su ogni giorno un po di monetine ho capito solo dopo che la strada mi aveva regalato un tesoro molto più grande.

I brani sono tutti autobiografici o ti capita di scrivere iscrivendoti alle storie degli altri? 

Io scrivo sempre quello che vivo, e’ quella la scintilla che fa nascere un nuovo pezzo. Spesso nella fase successiva, quando la canzone ha già preso una forma, mi capita di ritrovarmi a pensare ad un amico, una donna, una cosa che mi è stata detta da uno sconosciuto e unisco alle mie storie le storie degli altri.

Parentesi talent. Da sempre dividono. Nel tuo caso cosa aggiungono e cosa tolgono ad un artista. Quali sono i rischi? 

Il rischio del talent e’ quello di partecipare senza conoscersi artisticamente. Se non sai chi sei qualcuno ci penserà al posto tuo e magari poi non ti riconosci.

Io sono andato con le idee chiare e la voglia di farmi conoscere, e’ un occasione incredibile, l’esperienza e’ unica, un palco difficile e meraviglioso che ti forma, una squadra di professionisti che lavorano come dei matti per tirare su un grande show.

Quest’estate sei stato in tour, una serie di date che si concluderanno proprio al SoFarm Festival di Torino, ma la musica è davvero ripartita? 

Ho avuto la fortuna di non andare in vacanza e passare l’estate a suonare. Era tutto ciò che volevo e cosi e’ stato e di questi tempi per chi suona e’ un lusso.

La musica è live, le canzoni si devono cantare insieme, sono nate per quello. E’ sicuramente una ripartenza difficile ma almeno una ripartenza.

Non hai l’impressione che in realtà i live siano ripartita perlopiù per i nomi noti ma che ci sia completamente dimenticati, da parte delle istituzioni, degli emergenti e dei piccoli live club (che stanno chiudendo a causa della pandemia)? 

Come rispondevo alla domanda precedente, non è una ripartenza vera e propria ma almeno un inizio. Il green pass, I distanziamenti, le capienze ridotte non aiutano nessuno, né gli artisti ne’ i club, ma ad ora e’ l’unico modo.

La chiusura di tanti posti mi fa male, come del resto mi addolora il musicista che deve inventarsi mille cose per sbarcare il lunario.

Sarebbe bello avere delle certezze, navigare a vista da un anno e mezzo non e’ facile, dietro un concerto c’è tanto lavoro e tanta gente e siamo tutti molto disorientati. Speriamo bene e’ la frase che chiude ogni discorso. Speriamo davvero.

Che brani presenterai sul palco di SoFarm Festival? 

Sul palco di Sofarm faremo una bella festa !

Ovviamente ci cantiamo tutto l’album a squarciagola, poi qualche cover, qualche pianto con En e Xanax, una bella scorpacciata di Corn flakes e poi chiamiamo pure un Glovo !

Amo Torino, non vedo l’ora !

Grazie mille a Comete per il tempo consessoci.