19 Maggio 2018
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19 Maggio 2018

Intervista a Margareth Beltini e Davide Zubani, ideatori del Progetto Gabbiano’s Band

Il 20 maggio al Memo Restaurant di Milano si svolgerà il concerto della Gabbiano's Band. Ecco l'intervista ai coordinatori del progetto.

Gabbiano's band
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Il 20 maggio al Memo Music Restaurant di Milano si svolgerà una serata unica. Sul prestigioso palco di Via Monte Ortigara salirà la Gabbiano’s Band, gruppo musicale composto da ragazzi diversamente abili.

Quello che andrà in scena domani sarà sicuramente un momento di condivisione all’insegna della musica e dell’inclusione sociale, per dimostrare che la disabilità non è un difetto come vi abbiamo raccontato QUI.

All Music Italia ci ha tenuto particolarmente a incontrare Margareth Beltini e Davide Zubani, coordinatori del progetto, che hanno risposto all’unanimità alle nostre domande.

INTERVISTA A MARGARETH BELTINI E DAVIDE ZUBANI

Come è nata la Gabbiano’s Band?

La Gabbiano’s Band è nata dalla collaborazione tra il CDD, il punto diurno disabili, il Gabbiano e il Laboratorio musicale Si Può Fare che Davide Zubani ha proposto a noi come centro.
Noi abbiamo sempre cercato di promuovere nuovi canali comunicativi per fare conoscere la disabilità all’esterno e uno di questi canali è stato anche quello della musica e Davide attraverso il suo laboratorio è riuscito davvero a insegnare ai ragazzi a comunicare loro stessi e le loro emozioni attraverso la musica e, cosa non da poco, a insegnare loro anche a suonare.
Vedendo il grande impegno e l’entusiasmo dei ragazzi, è nato il progetto di costituire una vera e propria band per far sentire anche all’esterno quello che loro sanno fare.
Volevamo promuovere una cultura differente perchè questo è l’obiettivo che come centro ci proponiamo. Vogliamo entrare in contatto con la gente e far conoscere la disabilità, le persone coe i loro diritti, le loro capacità e le loro possibilità.

Gabbiano's band

Come sono stati scelti i ragazzi?

In passato il CCD aveva già utilizzato la musica, ma in forma più terapeutica. Ma in questo caso non era ciò che volevamo fare. Quando Davide ha proposto il suo laboratorio musicale e i suoi obiettivi formativi, abbiamo scelto alcune persone che avevano già dimostrato un’attitudine e una predisposizione alla musica, ma anche un piacere personale nel suonare, nel cantare e nell’ascoltare musica.
Quindi inizialmente sono stati scelti proprio su questa base: piacere, attitudine e abilità. Davide è stato bravo a creare il gruppo.
La musica non è semplice. E’ complicata, così come non è scontato creare un gruppo. I ragazzi che frequentano il centro già si conoscevano, ma creare e far funzionare un gruppo musicale è ben altra cosa. Lavorare in gruppo non è facile, ma è necessario, anche nella vita di tutti i giorni.
La prima difficolta è stata quella di mettere insieme le abilità che già avevano e far apprendere loro nuove competenze per riuscire a creare un vero e proprio gruppo.

Ma quindi quali sono state le difficoltà?

Innanzitutto non è stato facile trovare canali comunicativi differenti da quelli canonici. Per esempio non per tutti il canale verbale è stato efficace. Di conseguenza ho dovuto trovare delle strategie diverse per insegnare loro il timing delle canzoni e il groove, ma anche gli stacchi.
Si è trattato di formare un gruppo fatto di persone che si sono conosciute individualmente, anche attraverso il loro modo di essere e il loro modo di comunicare. Si è trovato un punto di insieme attraverso il linguaggio musicale che ha permesso di creare una band. Diciamo che la parola che mi piace di più a livello musicale è interazione. Quella che si crea tra musicisti attraverso l’attenzione condivisa. Questa è stata senz’altro una delle caratteristiche con la quale ho avuto piu’ difficoltà a stabilire un contatto ma che ha creato più autonomia in ognuno di loro.
Abbiamo lavorato con ragazzi che hanno capito subito la bellezza di un progetto come questo. Ciò ci ha permesso di partire su un piano privilegiato e i risultati che abbiamo ottenuto sono uno stimolo per far capire che disabilità e musica possono convivere.

Come è stato scelto il repertorio musicale?

Il repertorio è stato creato da una scelta condivisa. Il punto focale è stata la passione dei ragazzi. Per esempio Alessandra ha un amore sfrenato per il raggae, Matteo è, invece, innamorato delle canzoni di Ben King. Abbiamo scelto insieme i vari brani e poi io, Davide, mi sono occupato dell’arrangiamento.

Un punto di svolta nel progetto è sicuramente scaturito dalla pubblicazione di un cd. Quali sono stati i riscontri, anche sociali, che avete avuto da tutto questo?

I riscontri sono stati molto positivi in quanto il disco è stato stampato in 500 copie e nell’arco di un anno sono state vendute tutte. La partecipazione ai concerti è sempre stata molto alta quindi l’obiettivo di visibilità sociale e’ stato raggiunto.

Qual è l’obiettivo di questa tappa milanese?

L’obiettivo è quello di riuscire attraverso la musica a far fare esperienza ai ragazzi, a costruire una cultura di inclusione. Sicuramente è un’opportunità notevole perchè il Memo è un locale molto conosciuto.
Il nostro obiettivo è sempre quello di far arrivare alla gente un messaggio.
Milano ci espone un po’ di più, ma questo ci permetterà di giocare fuori casa e confrontarci con un pubblico che non è quello che siamo abituati ad affrontare.

Gabbiano's Band

I ragazzi come vivono l’attesa del live?

I ragazzi sono sempre emozionatissimi! Il BPM è aumentato di almeno di dieci punti! Sono molto emozionati, sono gasati, sono nella parte!