7 Luglio 2017
di Interviste, Recensioni
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7 Luglio 2017

DA OGGI IN RADIO… 7 luglio: le pagelle dei singoli di ONEREPUBLIC & TIZIANO FERRO, JAKE SARNO, ABA e…

Nuovo appuntamento con le pagelle dei singoli in radio a partire da oggi. Si recensiscono i Rio, Jake Sarno, Guè Pequeno & El Micho e...

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Puntuali come sempre il venerdì arrivano le pagelle dei singoli in uscita in radio oggi redatte dal nostro critico musicale Fabio Fiume.
Oggi si passa dagli Onerepublic feat Tiziano Ferro al giovane Jake Sarno, da Aba a tanti artisti emergenti.

Si ricorda che i voti espressi al termine delle mini recensioni non mettono in relazione gli artisti tra loro, ma sono attribuiti al pezzo in base alla carriera di chi lo propone.

Si tratta inoltre del parere di Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia e la scala valori del nostro critico va dal due all’otto e solo raramente ha varcato questi limiti.

Aba – Never done before

Conferma anche con questo nuovo singolo l’allontanamento volontario dalla classica melodia italiana per un nuovo spaccato di funk tipicamente 70’s che è affrontato con padronanza non solo vocale ma anche d’intenzione. L’unico problema è che forse Aba non è ancora riuscita a realizzare il brano grazie al quale essere ricordata. Al momento corre un rischio che, fuori dai nostri confini, è cosa propria di un personaggio come Joss Stone… solo che lei ha fatto in tempo a farsi ricordare.
Sei +

Fabio Borghese – Identità

Interpretazione datata che fa tanto musical oppure opere pop rock anni 80/90. C’è sicuramente buona pasta, ma c’è da affinare e soprattutto contestualizzare perché così sembra di ascoltare il figlio di un Riccardo Cocciante incazzato… solo che non sono più gli anni 70.
Quattro ½

Bravo – Bla bla bla

Tematica reggae per questo brano che nel suo testo snocciola diverse questioni, dalla paura d’invecchiare, alla dipendenza dai genitori anche in età avanzata, dalle ragazzine che sognano di fare le soubrettes ai ragazzi che senza lavoro meditano di svoltare in un centro Bet e così via. Il tutto non è reso a mo’ di sermone ma colorato, paritario all’età di chi propone di cui si sottolinea una voce molto vicina quella di Samuel, anche se parecchio effettata.
Sei

Raffaele Bruno, Delirio Creativo & Claudio Gnut – Core carnale

Atmosfera e sentimento, teatro e testi che già sono sceneggiatura scritta per una piece. La valenza radiofonica è pressoché nulla, ma se si esce da questo contesto e si approda tra polverose tavole di palcoscenico, allora staccarsi dal vederne le evoluzioni ed il finale può rivelarsi colpa mortale.
Sette

Matteo Castellano – Sicily seaside

Altro tempo, altro mood, effetti sulla voce che fanno quell’effetto vinile anni 40, per una canzone che parla di Estate che in alcuni luoghi per molte persone non fa rima con vacanza ma dovrebbe invece rappresentare più lavoro. Poi ad un certo punto si passa dalla Sicilia alla Liguria… e sinceramente se c’è un perché, lo sa solo lui.
Tre

Giuseppe Citarelli – Lontano da qui

Atmosfere estive con sottofondi reggae, che ormai non sono certo una novità. E’ però una di quelle canzoni che pur non originalissima, ti fa subito immaginare una spiaggia di pomeriggio tardo, il sole calante, i piedi nell’acqua ed anche quella terribile indecisione se godersi la pace e l’ atmosfera o affrettarsi e tornare a farsi una doccia e cambiarsi per vivere un’alta serata di vacanza.
Sei ½

Empiria – Sale

L’inizio fa molto produzioni darkchild di fine anni 90, poi diventa un rockettino abbastanza solito che gioca in maniera triste sulla doppia valenza del vocabolo “sale”, inteso sia come sostantivo che come verbo, che è ancora più solita come scelta dell’arrangiamento.
Quattro

Just For Like – Buongiornissimo kaffè

Divertissement che più che una canzone sembra una sigla televisiva. Senza pretesa alcuna se non quella di far sorridere… ma non ci riesce.
Quattro

Le Camere Di Sophie – Per dirti come

Convivere non è certo facile e bisogna spesso sottostare al compromesso per far andar bene le cose; sembrano saperlo bene Le Camere Di Sophie che ne raccontano in maniera diretta eppure simpatica, trovando soprattutto nell’arrangiamento più di una soluzione originale ed oggettivamente curiosa. La voce ricorda in alcune inflessioni Daniele Silvestri.
Sei ½

Francesco Nocchi – Cambierà

E’ dentro noi la ricetta che può guarire il mondo recita l’inciso di questo brano ma il condivisibile concetto di base reso in questa maniera così poco fruibile radiofonicamente, difficilmente può fare passi fuori l’orticello del musicista e di chi già lo segue.
Cinque

One Republic & Tiziano Ferro –No vacancy

Pezzo decisamente modaiolo per suoni ed arrangiamento, anche carino di suo, ma che snatura entrambi i sensi artistici, maggiormente quello dei One Republic in genere sempre più suonanti di così, perché il buon Tiziano di tanto in tanto ama riesplorare questi mondi molto vicini ai suoi esordi, come ultimo disco dimostra.
Voto 6=

Guè Pequeno & El Micha – Milionario

Momenti finanche caraibici in questo nuovo singolo di quello che è uno dei signori del rap, che spesso dimentica di esserlo per prodursi in brani che ne sviliscono una maturità che dovrebbe essere acquisita. Qui si parla di come non ci si arricchisca più con la musica ma non è esattamente così; non ci si arricchisce dalla vendita dei dischi, ma oggi il successo in musica è tutt’altro che limitabile a questo.
Sei

Alberto Remondini & Giovanni Angelucci – Ladies

Andiamo a comandare, o almeno quei suoni di tendenza lì, sposa in cerimonia laica “Vogue” di Madonna, che di Rovazzi potrebbe essere la mamma tranquillamente. Un’operazione triste che non ha nemmeno il merito di provare a lanciare una nuova voce.
Tre

Emilio Rez – Sento l’amore

Musica clubbing di matrice europea più che italiana condita dalla più che valida linea melodica della violinsta H.E.R. Abbastanza trascurabile invece la parte cantata che proprio per timbro sembra qualcosa di esterno al pezzo, un viaggio su due binari separati.
Quattro

Rio – Clorofilla

Leggerezza estiva, pochissimi riferimenti al loro passato musicale e cessione all’elettronica scanzonata da parte della loro abdicante ma piuttosto solita strumentazione. Il passaggio ha prodotto comunque un brano gradevole, poi se il cambiamento ai fans della prima ora piaccia, è da vedere.
Sei

Ambra Santarelli – Ci siamo detti

Brano molto, molto vecchio, come quei cappotti della nonna che è mancata anni fa ma che per qualche motivo si tengono conservati nel guardaroba con tanto di cellophane e naftalina nelle tasche. E’ un problema di arrangiamento perché di suo non sarebbe nemmeno male come linea melodica e poi la voce è molto bella e piena. Peccato.
Quattro ½

Jack Sarno – Red dancer

La nuova veste artistica di Jack Sarno, già Jacopo per chi ha buona memoria musicale, è decisamente poco italica e persa magicamente in soffusi che fanno molto motown style, con accompagnamento essenziale ed arricchimenti singolari ora dati da un sax, ora da un raddoppio vocale. E l’atmosfera si riscalda.
Sette +

Simon – Tequila e ananas

Tutto quello che non dovrebbe esserci in una canzone c’è qui! Una base che è poco più di un midi, una bella voce sprecata in inutili virtuosismi che servono solo per mettersi in vetrina ma poco funzionali ad abbellire qualcosa che non potrà mai risultare nemmeno vagamente accettabile; ed ancora, il passaggio a frasi in spagnolo perché dovrebbero fare figo ed estate e persino una frase da mettere nei noti cioccolatini che recita: “il tempo che non ci sei è un’ossessione al limite, è una tortura all’inguine”. Sarebbe da torturare davvero… Tafazzi è affittabile?
Due

Paolo Vallesi – Un filo senza fine

Un monito alla violenza, all’uso indiscriminato delle armi non solo per fini bellici ma anche personali. Più forti le strofe giocate in tonalità brune e più volte raddoppiate vocalmente, rispetto ad un inciso che fa più anni 90 come arrangiamento e di cui però Vallesi è portatore sano e che ha l’ingenuità di un’idea base che viene da uno Zero che auspicava di andare “Più su”!
Cinque +

Mario Venuti – Tutto questo mare

Momento di grazia per Venuti anche se, a dire il vero, non è un artista quasi mai trascurabile. C’è saggezza nella sua scrittura, il non risultare banale nemmeno quando è più leggero, ma qui trova una forza che sà di suadade brasiliana, che è solita fare capolino di tanto in tanto nelle sue composizioni, rendendole calde.
Sette ½

Vegas Jones – Yankee candle

Sfugge dalle scene trap che tanto sono di moda adesso nell’universo hip hop, per confezionare un prodotto più tipicamente rap. Qualche effetto sulla parte cantata per sfuggire all’uso di vocalist per un pezzo che sembra essere, per testo, parte di un mondo più ampio da raccontare.
Sei +

Yato – Electro hardcore

Musicalmente molto valida, ma testo confuso, anzi proprio sconclusionato. L’arrangiamento ha momenti vocali che fanno molto band rock dell’Europa continentale. Forse qualche parola in meno ma un filo logico avrebbe giovato.
Cinque

Francesca Zaccarelli – 123456

Brano reggaeton proposto in originale su altri mercati dall’italo/americana Concetta Costanzo e che la Zeccarelli sceglie e traduce personalmente per proporlo sulle nostre spiagge. E diciamo che non se ne sentiva affatto la mancanza di sentire frasi come: “non mi fa male se m’ignori, tanto so quello che provi” oppure di come lei si faccia palesemente cornificare e dica testualmente : “non mi fa male, se vi vedo perché tu sei mio ,se vuoi giocare andiamo a giocare ”. Contenta tu!
Quattro