7 Maggio 2024
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7 Maggio 2024

Albe chiude la trilogia dei “quando” con “quando ci siamo abituati”

Il cantautore è stato tra gli opening del Concerto del Primo Maggio Roma

Albe quando ci siamo abituati testo significato
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Albe quando ci siamo abituati testo e significato. Dopo essersi esibito al Circo Massimo tra gli opening del Concerto del Primo Maggio Roma, il giovane cantautore torna con nuova musica portando avanti la sua trilogia dei “quando“.

Questo nuovo percorso artistico di Albe è partito con “quando realizzi che non ti aveva capito” e “quando ti svolta la giornata” e giunge ora al sui punto di svolta in attesa del nuovo album in uscita in autunno.

Albe quando ci siamo abituati significato del brano

Fuori per Warner Music Italy da venerdì 10 maggio, il nuovo brano è il singolo che Albe regala al suo pubblico per l’estate 2024.

Il mood è fresco e coinvolgente: nonostante la chitarra malinconica in apertura, infatti, il brano è attraversato da un sound che cresce con un ritmo costante, sfociando in un ritornello carico ed esplosivo. Le parole del testo sono spontanee e descrivono cambiamenti, nuove abitudini, persone, luoghi, oggetti e canzoni.

La voglia di sentirsi a casa è il focus di “quando ci siamo abituati”, che diventa quasi una metafora: il concetto di “casa”, infatti, passa dal livello concreto a quello astratto, andando a coincidere sempre di più con una persona piuttosto che con un luogo fisico. A volte, casa è semplicemente una persona.

La produzione è affidata anche stavolta ad Alessandro Gemelli, che continua a far parte della direzione artistica del progetto.

Con l’artwork del pezzo continua anche il viaggio della statua di marmo, protagonista delle cover dei precedenti singoli, prima tra gli spalti di uno stadio, poi sotto la pioggia rivolta verso il basso, a seguire in un prato di montagna ad osservare il tramonto e, ora, all’interno di un ascensore affollato.

albe quando ci siamo abituati testo

Ti ho vista sopra una pubblicità di un tram in corsa
Sotto alle metro nel posto dell’estate scorsa
Io se lo faccio è per davvero
Tu se lo fai apposta
Ma senza dare l’okay perché sei nata pronta
Io invece metto a repentaglio quando non mi serve
Come i Greenday voglio svegliarmi che non è settembre
Ma è già la fine che se vai in giro è pieno di influencer
Io sarò cenere nel vento che però si perde
E come un ascensore
Qui c’è chi sale e chi non scende manco per errore
A noi ci va bene lo stesso
Na-na-na-na-na-na
La nostra canzone non so come fa
L’ho lasciata a metà

Perché ho la testa sulle stelle
E occhi che si chiudono da tapparelle
E non abbiamo detto tutto, fatto sempre
Per dire non ho fatto niente
Oggi ancora no, non siamo abituati
E ‘Vida Loca’ ce lo siamo tatuati
A dire ciò che abbiamo fatto un po’ da sempre
Sembrava di aver fatto niente
E siamo ancora qua
E siamo ancora

Fermi
Come dita sugli schermi
E Milano sembra Sherwood
Io so cosa rubare per te
Perché un proiettile a volte può proteggere se
Non te l’aspetti
Non esistiamo, siamo spettri
E una chitarra che risuona mi fa sentire a casa
E me la canto lo stesso
Qualsiasi cosa accada io
Mi sento un ascensore
Qui c’è chi sale e chi non scende manco per errore
A noi ci va bene lo stesso
Na-na-na-na-na-na
La nostra canzone non so come fa
L’ho lasciata a metà

Perché ho la testa sulle stelle
E occhi che si chiudono da tapparelle
E non abbiamo detto tutto, fatto sempre
Per dire non ho fatto niente
Oggi ancora no, non siamo abituati
E ‘Vida Loca’ ce lo siamo tatuati
A dire ciò che abbiamo fatto un po’ da sempre
Sembrava di aver fatto niente
E siamo ancora qua
Ora ci siamo abituati
Ora ci siamo abituati
Ci siamo abituati
E ‘Vida Loca’ ce lo siamo tatuati
A dire ciò che abbiamo fatto un po’ da sempre
Sembrava di aver fatto niente
Invece siamo ancora qua