X Factor 2025 live show
Nella visione delle prime puntate (registrate) di quest’anno la prima cosa che mi porto a casa è che il meccanismo dei Bootcamp va ripensato. Lo dico da settimane: noi guardiamo loro che guardano qualcos’altro. Questo effetto “backstage del backstage” a volte funziona, a volte no. Quando si allunga troppo, annacqua il racconto e ci tocca interpretare sguardi invece di ascoltare giudizi.
E se ai Live la musica torna al centro senza montaggi, allora anche prima servirebbe più chiarezza: chi sceglie chi e perché? La formazione delle squadre è ancora un punto opaco.
Sui giudici: Gabbani è più preciso di quanto sembrasse all’inizio—gentile fino all’imbarazzo, ma lucido quando serve. Paola Iezzi mi è parsa un filo più stanca dell’anno scorso, però resta puntuale; alcuni suoi no non li condivido, ma la squadra è più centrata. Jake La Furia alterna intuizioni a momenti in cui non capisco fino in fondo la direzione—però la sua quota goliardica è parte dell’equilibrio del programma. Achille Lauro continua a cercare il consenso del pubblico: a tratti brillante, a tratti furbo; e la scelta di non tenere i Plastic Haze (mentre i Copper Jitters hanno avuto l’X Pass) ha acceso la discussione: se ci basiamo su ciò che abbiamo visto, la decisione resta controversa.
Capitolo polemiche: Sakina ha raccontato la sua versione dopo l’eliminazione e il tema è serio. Quanto può un artista deviare dal racconto che la TV si è costruita? In mezzo a tutto questo, c’è stata anche la lama sottile di Mya De Angelis.
Adesso si entra nei Live: niente più cuscinetti, niente più seconde chance di montaggio. Io, per la cronaca, ho già i miei tre nomi sul taccuino: Delia Buglisi, PierC e rob. Poi ci sono quelli che voglio vedere davvero alla prova del fuoco: Tomasi, tellynonpiangere ed eroCaddeo. Mayu resta una carta fortissima (l’X Pass giusto al momento giusto). Il resto? Lo scopriremo su quel palco, dove ogni scelta, brano, arrangiamento, regia fa la differenza.
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