13 Dicembre 2020
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13 Dicembre 2020

Scena Unita: ecco le istruzioni per l’Uso

I lavoratori dello spettacolo spesso non conoscono tutte le opportunità riservate al loro settore. Proviamo a capire quali sono le criticità.

Scena unita
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Parliamo di Scena unita, una piccola premessa… I lavoratori dello spettacolo spesso non sono a conoscenza di quelle che sono tutte le opportunità riservate al loro settore.

La serie di brevi interventi previsti in questo spazio dedicato, sebbene non possano risultare esaurienti visto la complessità dell’argomento trattato, sono stati pensati come una possibilità d’informazione e un’ occasione di approfondimento al fine di attivare un dialogo tra le varie parti coinvolte.

Oggi analizziamo alcuni aspetti di Scena Unita (avevamo parlato dell’istituzione del fondo qui)

Scena Unita

Non è una notizia che Scena Unita abbia raccolto oltre due milioni di euro grazie alle donazione di artisti e aziende private, istituendo un fondo per i lavoratori della musica e dello spettacolo.

Il progetto ha tra i vari il patrocinio del MiBACT e su invito del ministro Dario Franceschini, l’associazione siede al tavolo permanente per lo spettacolo e per il cinema.

La presa in considerazione di quelle che sono le problematiche dei lavoratori dello spettacolo è per noi già un primo passo e per questo abbiamo con curiosità in primis studiato la proposta del Fondo, attraverso l’analisi dei contenuti disponibili sul loro sito (qui)

Sono state individuate tre macro aree di intervento:

• sostegno immediato alle figure professionali individuate attraverso la conferma di una serie di requisiti definiti nel bando relativo ai lavoratori.
• promozione di attività formative che verranno ritenute utili e risponderanno ai criteri del bando relativi alla formazione. Particolare preoccupazione desta la perdita di conoscenze materiali e immateriali specifiche: molti tecnici altamente specializzati infatti stanno cambiando lavoro ed è prevedibile un possibile abbassamento della qualità del settore complessivamente.
• supporto a progetti per realtà profit e no profit che possano incentivare nuove occasioni di lavoro.

Ad oggi la destinazione del fondo è così determinata:

• Prima Emergenza 50%
• Formazione 25%
• Progettualità 25%

Le nostre riflessioni

Per ciò che riguarda la Prima Emergenza è chiaro che andrà a sostenere tutte quelle figure  professionali che sono ferme da mesi e non riescono a trovare un impiego. Si tratta spesso di lavoratori che non hanno contratti a tempo indeterminato ma lavorano “a chiamata”. Questi contratti non tutelano il lavoratore in caso di cessata attività. Per questo motivo ci chiediamo se i principi di sussidio proposti saranno uguali a quelli delle domande che attualmente si richiedono all’INPS.

Le altre due sezioni, FormazioneProgettualità, sono molto interessanti poiché andrebbero ad incrementare un bacino di fondi per tutte quelle realtà che al momento non sono sostenute dal FUS (Fondo Unico Spettacolo). A tal proposito sarebbe da capire chi siano i beneficiari e soprattutto, dato il nostro interesse per gli artisti emergenti, se siano quest’ultimi compresi.

L’istituzione di un CTS (Comitato Tecnico Scientifico) da rilievo al progetto e in particolare ci piacerebbe capirne le funzioni e il suo ruolo all’interno del Fondo. Valuterà le candidature? Scriverà i bandi per l’assegnazione dei fondi?

Infine ci piacerebbe condividere alcune proposte:
• finanziare le piccole strutture per garantire spazio e visibilità a giovani artisti;
• diversificare il sostegno concesso in base all’operato negli anni delle realtà coinvolte.