Pagelle terza serata sanremo 2025
Shablo & co.: 6
Sì, bello il ritmo, spezza con tutto il resto, però i gemelli diversi li abbiamo già avuti agli inizi del nuovo millennio. Fuori dal festival questo brano avrà una bella vita ma in gara stanca un po’ troppo. Guè sembra fuori contesto, Tormento un pesce fuor d’acqua. Firmiamo una petizione per avere Joshua da solista in gara.
Noemi: 7
Portamento, eleganza, bravura, una voce unica e probabilmente irripetibile. Noemi a Sanremo è sempre una garanzia di successo ed emozioni a fior di pelle.
Olly: 7
Devastante. È arrivata la standing ovation dell’Ariston e va bene, è arrivata la standing ovation anche nelle case degli italiani e va bene, però quest’aura da bad boy alla Vasco Rossi, un po’ anche cane bastonato, che si porta dietro alla lunga stanca. Stasera è andata così e sicuramente tutto il festival andrà molto bene. La riflessione è più sulla lunga gittata.
ComaCose: 7 e mezzo
Non arrivano all’8 solo perché i vestiti Valentino (non il santo del 14 febbraio) non valorizzano bene California. Per il resto, hit clamorosa la loro cuoricini e loro la cantano perfettamente. I cuoricini sono usciti dallo schermo e hanno inondato tutti in previsione di San Valentino.
Modà: 7
Un voto in più per la tenacia e caparbietà di Kekko Silvestre che, come sappiamo, è infortunato dalla prima sera. Detto ciò, la canzone è una qualsiasi loro canzone del 2009. No, neanche stasera.
Tony Effe: 6
Riuscire a stonare anche con l’autotune non è impresa di tutti i giorni ma Tony ci riesce e anche agevolmente.
Meglio della prima serata, senza dubbio, però il palco di Sanremo non è la sua tazza di tè ed è evidente.
Irama: 5 e mezzo
Tutto sbagliato, o quasi, stasera per il buon Irama. Talento straordinario che, però, dimostra di essere mortale e di camminare tra gli uomini. Piccole imprecisioni, una parte del testo dimenticata e, ahi noi, questa incessante e pressante presenza di Blanco che aleggia nella struttura tecnica del brano, soprattutto all’inizio e alla fine.
Questa sera proprio no, nonostante poi i voti lo abbiano premiato con la Top5, ma Irama è pur sempre Irama, ha la capacità di potere fare molto ma molto meglio già a partire dalla serata cover.
Francesco Gabbani: 6 e mezzo
La canzone cantata dal vivo rende tantissimo e lui la valorizza tantissimo rispetto alla versione registrata in studio. Il problema è che sembra un po’ un coro da chiesa, un inno alla vita al termine dell’omelia.
Gaia: 7 e mezzo
Perde mezzo punto per il vestito simil Elodie della prima serata che, gusto personale, non è il massimo della vita. Escluso questo, però, è stata perfetta sia nel canto sia nel ballo. Ci voleva come l’aria fresca nell’asfissia di una serata (di nuovo) piatta.
Settembre e Alex Wyse: 10 e lode
Poche storie, entrambi hanno meritato la finale ed entrambi avrebbero meritato ben altro orario e trattamento da parte del direttore artistico e dalla Rai (vedi qui). Loro due, e solo loro due, meritano il massimo dei voti al di là del premio finale che, giusto per la cronaca, ha portato a casa Settembre con Vertebre sul filo di lana, segno di quanto sia stata equilibrata questa sfida.











