10 Dicembre 2021
di Interviste, Recensioni
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10 Dicembre 2021

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita il 10 dicembre 2021: Zucchero, Nannini & De Gregori, Tiromancino & Consoli, Margherita Vicario…

Torna dopo due settimana di break l'amata/odiata rubrica del critico musicale Fabio Fiume

Pagelle nuovi singoli
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Peppe Lana – Elogio della lentezza

Trovo questo testo molto bello, ma anche proposto in maniera “troppo lenta”. Concordo chiaramente che già dal titolo la cosa dovrebbe risultarmi piuttosto chiara; tuttavia trovo altrettanto chiaro il pensiero che un brano del genere è perfetto all’interno di un album, soprattutto se quel che fai è un cantautorato di liriche evocative e non certo di frenetici momenti di vita. Come singolo però lo sbadiglio è dietro l’angolo e la scelta piuttosto avventata. Ogni canzone ha la sua terra dove stare; la radio non è quella di questo singolo.
Senza voto


Liam – Lei Lei

Mistura di stili in questa produzione che mette nel calderone elementi rock con punte elettroniche ed un cantato irriverente, sporco, molto veloce alle contemporaneità rap, pur senza caderci con entrambi i piedi dentro. Nei momenti di maggior spinta vocale mi riporta alla mente il compianto vocalist dei Linkin Park, almeno nelle intenzioni perchè poi i fatti sono altro. Potrebbe piacere al pubblico adolescenziale che cerca, ahi noi, sempre questo filo di rabbia nei racconti, anche quando vuoi proclamare un’ossessione. Potrebbe si, staremo a vedere.
Sei


Denise Manno – Chissà

Parla di un mostro Denise, qualcosa che non è tangibile, fisico, ma pure fa i suoi danni dentro, lacera. Ne racconta per vita vissuta e non con demagogia. La ballata è costruita di mestiere e forse l’unico errore è proprio il dare il nome a quel mostro sparato nel finale. Toglie la possibilità di cercar di capire, rendendo esplicito un discorso che pur capibile si prestava all’interpretazione di chi ascoltava, stimolava l’attenzione.
Sei=


Mavì – Malinteso

Poteva essere una storia ma poi è finita con l’essere un’amicizia. Accade spesso quando si lascia passar via quell’interesse che ci porta a scegliere una persona, quel fremito che ci vorrebbe far andar oltre. Resta che poi ad uno dei due passa ed allora anche lo star bene assieme non avrà mai lo stesso fine per i due.

Buone le linee melodiche che sono sane portatrici di una malinconia che il racconto tutto sommato merita. Alla fine uno dei due sta soffrendo. Bella anche l’idea da parte di Mavì di non spingere troppo con la voce, di essere a servizio del pezzo.
Sette


Melina – Come hai detto?

Sembra un po’ un tentativo di portare il jazz sui sentieri più praticati del mainstream. Non è cattiva l’idea, però se la si riserva per situazioni live, dove far sorridere chi ti è venuto a sentire. Per il mondo radio resta qualcosa di piuttosto astruso. Troppi passaggi filorecitati ed una realtà musicale che non trova collocazione tra un pezzo e l’altro all’interno di una playlist.
Quattro ( per il mondo radio )


Gianna Nannini & Francesco De Gregori – Diamante

Lui la canzone l’ha co-scritta con Zucchero, lei l’ha sempre amata e adesso assieme, fil di voce e tenue accompagnamento di piano hanno deciso assieme d’interpretarla, di rivestirla in nuova maniera dopo 32 anni dalla sua uscita originale, datata 1989. Il pezzo ha una magia davvero rara, però… Zucchero qui era davvero imbattibile, inarrivabile per capacità di comunicare trasporto, pathos. Sembrava davvero di essere presenti in quelle domeniche lì. Adesso un po’ meno.
Senza voto


Chadia Rodriguez – Tutt* stran*

Strano trovarsi a giudicare una canzone che canta di non voler esser giudicati sostanzialmente. Chiaramente il tema non prevede fra gli accusati i critici musicali per cui… Non disquisibile dal punto di vista del testo, che professa una libertà ed un’uguaglianza che non si smetterà mai di sostenere. Il tema musicale, nonostante l’altisonante produzione, è invece piuttosto prevedibile, finanche banalotto, oserei dire. Non aiuta certo Chadia a distinguersi.
Cinque=


Rovere – Lupo

Sicuramente contemporaneo nel linguaggio, questo pezzo può avere una capacità di risultare ficcante presso il pubblico giovane. Racconta infatti della vita che a volte si accetta quasi di vivere solo per comodità, per evitare di avere problemi e percorrere vie sconosciute. Ma poi la voglia di camminare e scorgere fra i boschi il lupo diventa quasi irrefrenabile. Si chiama voglia di vivere al fine. Generazionale ma sufficiente.
Sei


Lorenzo Santangelo – L’arancio

Ah i nonni! Dovrebbero essere per sempre ed invece… la loro perdita spesso è il primo dolore che la vita ci riserva. Qui il cantautore mette su una chiacchierata fra lui e ed il suo di nonno, che gli spiega la vita, la saggezza, il tempo che scorre sulla faccia, le ossa e i dolori, mai sui desideri, i sogni e sulla voglia di vita. Ammetto di aver avuto un brivido. Vera.
Otto


Tiromancino & Carmen Consoli – L’odore del mare

Due voci che si sposano benissimo assieme, che arrivano dallo stesso periodo di partenza, dalle stesse cantine e sudici locali. Il pezzo è ricco di pathos, di vissuto, di storie da raccontare che qui difficilmente potranno impressionare i millennials, gli smanettatori dello stream. Però di sicuro chi ha qualche anno in più andrà oltre la limitata radiofonicità e farà suo il racconto con la voglia di ascoltarlo ancora ed ancora.
Sette


Ultimo – Supereroi

Il tempo che ci frega, perché infame è il suo mestiere. Passa e ci cambia gli occhi con cui vedere il mondo. Nostalgia? Disillusione? Forse entrambe. Però se riusciamo a mantenere quella voglia di essere sorpresi, allora si che siamo dei veri supereroi. Ultimo è intimo, meno carico del solito ed arriva paradossalmente più potente con questo testo che scava dentro. La riscoperta del sax di questi periodi ( anche qui ) è proprio una bella cosa.
Sette 1/2


Margherita Vicario – La meglio gioventù

La Vicario ha sempre qualcosa da dire. Forse però l’idea base di questa canzone ( che pare avesse presentata a Sanremo ) è stata un pochetto abusata; parlo dell’idea di perdere energia alla partenza dell’inciso, cosa che da “Attention” di Charlie Puth in poi, per un periodo è stata carta vincente del mondo del pop e della urban.

Di suo il pezzo non è affatto brutto comunque; ci consegna un’artista contemporanea e a suo agio con le sonorità dei tempi e con soventi cambi nelle dinamiche- Forse quel che manca è, appunto, il pizzico necessario d’originalità.
Sei+


Zucchero – The scientist

Indubbiamente le cover scelte da Zucchero son abiti perfetti per lui. Il bluesman italico qui omaggia la band probabilmente più grande degli anni ’00, con un brano che non è fra i loro successi enormi in termini di copie, ma è fra i loro brani che maggiormente cavalca il tempo. Eh si! Ha questa capacità The Scientist ed il Fornaciari la ispessisce con la sua voce più pastosa di quella di Martin, rendendola più piena, possente. Ed i ricordi camminano…
Sette 1/2

 

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