COEZ & FRAH QUINTALE – Terra Bruciata
Brano sulla confusione personale, quella che non ti mette in condizione di star bene con il mondo attorno, finendo col farti terra bruciata. Il tutto è arrangiato a mo’ di sottofondo però e la cosa non aiuta due voci già piuttosto monocromatiche. Diciamo che per certi aspetti e situazioni il brano può addirittura essere perfetto, però per quel che riguarda la decisione di farne un singolo, forse avrei scelto altro, al loro posto.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
COR VELENO & COLLE DER FORMENTO – Fuoco Sacro
Due nomi della storia del rap italiano che tornano con un brano assieme, che parla della rabbia della periferia raccontata dal nuovo mondo rap e stesso loro sottolineano come parlino solo di “money, money, money”. Ora, anche se non amo lo stile e non comprerei mai un disco del genere, non posso non riconoscere che raccontano qualcosa che è giusto ci sia, proprio per chi ama questo tipo di sound, questa “scontrosità” di approccio, questa ansia fornita da basi al limite fra la colonna sonora di un film di spionaggio ed un noir metropolitano.
Fanno il loro lavoro, raccontano qualcosa che hanno vissuto e non si mettono la maschera dei disagiati per sembrare più fighi. Pur sperando per loro che sia passata, perché ormai ad occhio e croce, non dovrebbero essere certo di primo pelo.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
I DESIDERI & CHIARA GALIAZZO – Istanti
Di sicuro trovo i Desideri cresciuti; meno piacioni di alcune cose del passato, maggiormente dentro ad una urban che s’instrada verso il pop con convinzione, rinunciando ad un po’ di effettistica e lasciando venire fuori meglio le loro voci. Chiara, di suo, ha sempre una voce ottima, quelle pieghe malinconiche che la rendono riconoscibile e, anche qui, la trovo pienamente connessa al brano che sta cantando, persino in qualche passaggio in napoletano. Certo il pezzo non è “Salsedine” la sua recente e bellissima collaborazione con Guazzone, ma il volo pindarico da Marco ai Desideri alla fine è riuscito senza nessun tonfo, natiche a terra.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
ANGELICA TROVO’ – Salvi Da Noi
“Patetici ma salvi da noi” recita questa canzone che è delicatissima e ben interpretata, senza scimmiottare nessuna collega più famosa, Angelica cerca e trova una sua chiave interpretativa. Se devo trovare un neo, forse ci trovo la breve durata che cozza proprio con lo stile scelto; non a caso trovo che il brano avrebbe avuto bisogno di un passaggio in più, una ripetizione d’inciso, uno spazio musicale che desse un senso d’apertura che invece finisce col mancare. Ai nastri di partenza è comunque messa bene e con attenzione può solo migliorare.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
DOLCEDORMIRE – Dimora Perfetta
Prosegue la ricerca del proprio percorso musicale del nostro, che qui racconta proprio come ognuno sia la dimora perfetta di se stesso. Buona l’idea di giocare cantando il pezzo in due tonalità diverse, le strofe tenute volutamente su un registro più grave e confondendo le parti cantate con quelle parlate, lasciando poi all’inciso l’interpretazione più acuta, dove la voce sembra addirittura fanciullesca, immatura. Non è per tutti, però può cominciare a consolidare il proprio pubblico, perché comunque c’è personalità.
Sei+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
MICHELE BRAVI – Per Me Sei Importante
Chissà se è questo il pezzo che Bravi aveva presentato a Sanremo e che Amadeus non ha preso in gara. Michele continua a giocare con queste note basse che risultano persuasive perché si spezzano, lasciano sempre apparire il racconto claudicante dal punto di vista della precisione ed invece poi arriva sempre a meta. La melodia è rarefatta, in alcuni passaggi persino un po’ troppo vuota.
Questo potrebbe essere stato un elemento per decidere di non prenderlo in gara (ammesso che sia questa la canzone), ma l’altro, inoppugnabile, sarebbe il termine di paragone con “Inverno Dei Fiori” che è proprio stata scelta di Ama con cui, per quanto discreta, questa canzone non regge il confronto.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
MATTEO ROMANO – Assurdo
Più forte, più compiuta nelle strofe che nell’inciso, che gioca un po’ sempre con quel “tratteggio” vocale a cui Matteo ci ha abituati dal suo unico Sanremo in poi, alternandolo a delle note lunghe un po’ trascinate, un po’ noiosette. Tuttavia è un racconto che sa di personale, curato nella forma canzone, quasi alla vecchia maniera, pur senza rinunciare ad un fraseggio molto moderno, qualche accento ahimè invertito, ed una buona linea melodica che si può ricordare. La strada imboccata potrebbe essere giusta.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
AARON – Urlare
Come stile diciamo che finalmente Aaron ha trovato quello che gli si addice particolarmente. E’ questo quello che gli permette di venire fuori alla grande con la sua voce che è di buona pasta ed ha delle grinze naturali potenti e particolari. Come particolare è l’idea di lasciare proprio ai suoi vocalizzi la parte dell’inciso, che diventa pura evocazione, suggestione di foreste del nord America, dove ci si scalda al fuoco mentre ci si accampa in tenda.
Neo grave è però la conclusione affrettata del brano, questo dazio pagato alla moda del momento; il brano avrebbe necessitato dell’ultimo “finto inciso”, magari persino più prolungato, più giocato, dove Aaron avrebbe potuto mostrarsi ancor di più. Buono comunque.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
NIVEO – Non E’ Abbastanza
Finalmente Niveo si libera di tutti gli orpelli inutili ed anche di quell’approccio interpretativo un po’ fanciullesco. Certo c’è tanto da fare per crescere ancora, potenziare, senza dare quel senso che l’errore sia sempre dietro l’angolo. La strada intrapresa però è giusta, come è giusta la ballata che risulta molto potente, sincera, ficcante, con un testo intimo che, per paradosso, trova proprio nell’essere proposto con forza ed irruenza la sua quadra. Arriva senza mezzi termini, preciso. Avrei giusto apportato come correttivo, nella parte finale, un muscolo, una batteria reale, più potente, proprio per suggellare il crescendo.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
RAF – La Mia Casa
Quanto sa essere intimo Raf? Come lui davvero pochi. Sua è la capacità che quando l’ascolti la prima volta lo trovi sempre semplicissimo, sia negli arrangiamenti che proprio nel mood delle canzoni. Poi ascolti, riascolti e ti accorgi di come le sue canzoni sappiano entrare sottotraccia, come sappiano dire cose che ognuno può far proprie. Ed il suo racconto, su leggero tappeto elettronico, sottolineato da suoni synth, si fa sempre volano di quelle frasi che vorresti saper dire ma che non dici. Non importa, ti aiuta lui… da oltre quarant’anni ormai.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
BIAGIO ANTONACCI – A Cena Con Gli Dei
Qualche settimana fa lui precisò che non aveva intenzione di andare a Sanremo, a dispetto di quanto i ben informati continuavano ad affermare e cioè che ci sarebbe stato. Certo è che con questo pezzo Biagio davvero avrebbe potuto andarci, avendo ritrovato una forma canzone in cui finalmente torna a comunicare qualcosa di se, lasciando da parte corrive proposte che non aggiungevano e toglievano nulla alla sua brillante carriera.
Qui non siamo di fronte ad un capolavoro, ma al cospetto di una buona canzone, che ha diversi passaggi indovinati nel testo e che pesca musicalmente un po’ dal mondo pop britannico di gente tipo i Coldplay, soprattutto per quel piano che qui e li arriva. E soprattutto siamo al cospetto di una canzone che non tradisce le aspettative di un cospicuo numero di fans pur senza rinunciare alla possibilità di piacere a generazioni più giovani e senza doversi svendere a generi che poco gli appartengono. Peccato Biagio, quest’anno ci potevi davvero andare! E avresti fatto bella figura!
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
E veniamo alle Golden Song, due brani molto diversi tra loro…
GIUSEPPE CUCE’ – Ventuno
Spesso in una storia arriva il giorno dopo il Carnevale, il giorno in cui la festa è finita e comincia la privazione. E spesso è il senso di colpa che fa andare avanti situazioni che non ci fanno più stare bene. Ma a volte bisogna barattare le proprie gambe per un paio d’ali, per spiccare il volo. Molto bello il testo pienamente sposato con l’arrangiamento scelto, volutamente appannaggio della sezione ritmica e realizzato in maniera essenziale. Anche la voce del siculo Giuseppe si veste di capacità interpretativa, andando in sottrazione rispetto alla canzone e al suo divenire, non prevaricandola mai. Molto buona.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
GIANNA NANNINI – Silenzio
Che bella Gianna! Come sono felice di sentire una canzone nuova così bella, così diversa da tante cose fatte, che per un periodo tendevano un po’ a ripetersi. E il silenzio, come spesso accade, può essere una cura, lo spazio che dobbiamo prenderci in cui ci sono quelli a cui teniamo, c’è chi non vogliamo lasciare andare via. I ben informati la volevano al Festival come “debuttante” dopo ben oltre 40 anni di carriera. Penso che questo pezzo era giusto. Peccato.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨











