GOLDEN SONG
Scopri i brani migliori della new music friday del 29 agosto 2025 secondo All Music Italia.
THE ZEN CIRCUS – UN MILIONE DI ANNI
Il ponte di collegamento tra l’alternative anni 90 e l’indie anni 2000, una canzone che affonda le radici nel passato senza un minimo di modernità ma, a pensarci bene, va bene così.
Una ballatona rock che richiama i fasti di quelle ballad dei Litfiba con l’esplosione nel ritornello dei Verdena. Una specie di Hollywood dei Negrita, ecco.
Il testo merita la lode, scritto con un’intensità e un’accuratezza invidiabili dal 90% degli autori attualmente sulla cresta dell’onda (nessuno escluso), infatti non avrà successo.
Il pubblico italiano non è abituato a questo alto livello, proprio per questo ne parliamo e sottolineiamo quanto sia importante ascoltare e non solo sentire questa canzone.
Dopo un milione di anni, due che si amano profondamente si ricorderebbero ancora l’uno dell’altra? Appino parte da qui per narrare tutto il resto, tutta la storia tra cadute, risalite e riflessioni.
Lo fa con il garbo e il rispetto dovuto a sentimenti profondi e pensieri colmi di profondità. Va ascoltato e metabolizzato. Fatelo.
✰✰✰✰✰✰✰✰8
FRANCESCO GABBANI – DALLA MIA PARTE
Che bella questa canzone di Gabbani, molto bella. Una di quelle che se la presenti a Sanremo fai un figurone, è proprio sanremese in stile Gabbani.
E’ una ballad dove si parla di relazioni e dei sentimenti che si sviluppano all’interno di questa relazione e non importa sia amore o amicizia. Sentimenti d’amore si possono provare anche in un rapporto d’amicizia, se è sincero e puro.
Un rapporto dove ci si salva e ci si aiuta, ci si supporta senza il minimo dubbio e si riesce a essere l’uno dalla parte dell’altro o dell’altra e viceversa.
In questo tipo di racconti, Gabbani riesce sempre a dare il meglio se, come in questo caso, viene supportato da una base melodica all’italiana che ricorda per certi versi Viva La Vita, ma più forte.
A livello autorale non ci sono mai stati dubbi, Francesco Gabbani è uno dei migliori che abbiamo e questa canzone lo conferma.
✰✰✰✰✰✰✰✰✰9
ANDREA LASZLO DE SIMONE – QUANDO
Un nome, una garanzia e qui potremmo fermarci. Però ci sono 8 minuti di canzone da raccontare…
Andrea Laszlo De Simone ha deciso di scrivere in questo ultimo periodo alcuni dei testi più intensi e belli della musica italiana degli ultimi cinque anni, accompagnati da produzioni e melodie altrettanto uniche e belle.
Più che una canzone, sembra una colonna sonora da film di Ozpetek o da film autorale francese (riferimento non fatto a caso, dato il suo passato). Esclusa la sua voce, unica sotto ogni singolo punto di vista, la musica è palesemente composta per far parte di un film.
E’ perfetta in una scena dove Vittoria Puccini e Stefano Accorsi litigano e si urlano in faccia le peggio cose, mentre Pierfrancesco Favino arriva travestito da Ricky Memphis cercando di calmarli ma, suo malgrado, resta ferito da un piatto lanciato dallo stesso Accorsi le cui schegge finiscono dritte in volto all’amico paciere.
Guardo troppi film, avete ragione, ma questa canzone è perfetta (non scherzo) per un film del genere. Immaginate una di quelle lunghe produzioni, 8 minuti di canzone, che servono per far scorrere i titoli di coda con una parte bella corposa di strumentale senza neanche un accenno di cantato.
Eccola, è lei. E’ Quando. Che poi è Due Destini dei Tiromancino rallentata, ma questa è un’altra storia…
Parlando del testo, Laszlo De Simone analizza la propria mente ormai devastata dagli errori che cerca di aggrapparsi a giustificazioni di qualsiasi tipo pur di dire “no ma io non ho fatto nulla”. Bugia.
Ecco, questa canzone è quel momento lì, quello che segue di qualche istante la consapevolezza di star mentendo a se stessi, prima dell’assunzione di colpa.
Canzoni cantautorali di livello estremo, belle e catartiche, a cui non manca nulla per vincere a mani basse un David di Donatello. Sempre che Favino non si travesta da musicista e vinca anche quello.
✰✰✰✰✰✰✰✰✰9











