26 Marzo 2021
di Interviste, Recensioni
Condividi su:
26 Marzo 2021

Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita il 26 marzo 2021

Ornella Vanoni, Mario Biondi, Amedeo Minghi e tanti artisti emergenti

Pagelle nuovi singoli
Condividi su:

Le Tendenze – Vivere leggeri

Sentori reggae in questo pezzo che “celebra” le fake news che finiscono per condizionare le nostre vite. E’ un brano all’apparenza molto leggero ma che, al fine, invita a più di un pensiero. Arrangiamento curato anche nello special con chitarra protagonista.
Sei ½


Lily – Lacrime di fuoco

Il brano poteva essere arrangiato in maniera più potente. Avrei infatti reso la batteria più corposa, così come i bassi, per bilanciare la sua voce, protesa verso le alte, tra l’altro abbastanza sottili. La proposta è degna però, si tratta solo di accorgimenti.
Sei


Francesco Luz – Respirare

Echi dal passato per questo pezzo e non solo perché somiglia a qualche cosa che conosco ma che proprio non mi viene in mente adesso, ma anche nella maniera di come è arrangiato e cantato. Buona la variazione di chitarre che mescola un po’ le carte e rompe la liturgia. Potrebbe anche piacermi per il senso di malinconia che mi effonde questo modo di cantare, ma mi ricorda davvero troppo qualche altra cosa e mi sto anche arrabbiando perché … no! Mi è venuta! Vento di passione di Pino Daniele e Giorgia.
Cinque


Maestro Pellegrini – Un’altra luna

Solo chi mente teme il giudizio degli altri“… è una massima che ha la sua pesante coltre di verità. Pellegrini canta di questo ed altro in una canzone che però non riesco a capire come la si possa concepire come singolo. E’ uno di quei pezzi adatti a chiudere un album, quando l’artista regala in genere uno dei momenti più intimi di sé. Non è un pezzo malvagio, anzi, ma è per chi ti conosce già come artista, più che per chi ti deve scoprire.
Sei


Maldimarte – Respirerò

Chitarre che profumano di tempi andati e reggono questa buona canzone a metà tra il pop e il rock, che potrebbe star bene in ciascuna casella senza far prendere vergogna all’altra. Anche la voce regge in pieno il compito, pure con le sporcature dell’impulsività che è giusta chiave per l’interpretazione di questo testo.
Sette


Manfredi, Kimberly Mangano, Paki & Simonize – Marte

Brano che mette un po’ tante cose assieme, che pure però nella confusione arriva come nuova possibilità pop che potrebbe scardinare l’airplay radiofonico. La voce della Mangano potrebbe trovare una sua strada personale perché, soprattutto nelle alte, s’affina e mostra il suo reale colore, impertinente ma non fastidioso.
Sei ½


Amedeo Minghi – Navi o marinai

Brano in perfetta linea con la carriera del compositore. Il testo è però meno ermetico di quelli che gli scriveva Panella ed il pezzo, melodicamente impeccabile come sempre, guadagna la possibilità di arrivare facilmente ad un pubblico anche meno erudito, per cui Minghi è sostanzialmente quello di Vattene Amore o poco più. A suo agio e con anche una presenza vocale più corposa.
Sei+


Mobrici – Tvb

Mi sembra come se Tricarico, un filo più intonato, avesse accettato di cantare un pezzo scritto per lui da Davide De Marinis! Non me ne voglia Mobrici, ma qui la vicinanza stilistica c’è tutta. Resta comunque un brano fresco, particolarmente adatto ai mesi verso cui propendiamo, dove, se trova chi ci crede tra i grandi network, potrebbe costituire sorpresa. Del resto per Tricarico e De Marinis così andò!
Sei


Nicol – Pupille

E niente! Gli effetti sulla voce ormai sono una moda, che poco ha a che fare col movimento trap; è qualcosa che viene messa ovunque. Nicol, ne fa la sua bandiera per dare movimento ad un’espressività piuttosto statica. Il pezzo è chiaramente in linea con tutto ciò che gira tra le nuove generazioni, ma non rivela nessun motivo che fa di Nicol, per il momento, qualcuno che esce fuori dal gruppo.
Cinque=


PopLuc – Mi manca

Il testo ha una sua dignità, raccontando delle difficoltà di una crescita, che può presentare il conto in diversi modi, finendo spesso col far rinchiudere in se stessi. Butto l’arrangiamento però, con tutti questi echi sulla voce negli incisi e nello special, lasciandogli perdere potenza.
Cinque


Ricchi & Poveri & Josè Feliciano – Che sarà

Si ricostituisce quest’accoppiata tutta sanremese, che già negli anni 70 entrò nel cuore degli italiani. Non so dire sinceramente se il pezzo sia stato reinciso o se si sia utilizzato qualche escamotage di studio; dico ciò perché le ultime apparizione live del ritrovato quartetto non mi avevano impressionato, con Angelo ed Angela, in particolare, non così brillanti e squillanti come negli anni d’oro. Ci sta, per l’amor del cielo, però qui queste difficoltà non si evincono certo. La canzone resta un capolavoro certo, ma anche ingiudicabile ai fini di un contesto radiofonico attuale.
Senza Voto


Claudia Sacco – Emma

Si racconta dell’infelicità di una persona, che si sente fuori posto. Il contesto però è piuttosto elementare dal punto di vista musicale e cade in dei già sentiti pericolosi. L’interpretazione è poi molto infantile.
Quattro


Serena Sartini – L’universo in mezzo a noi

Dalle prime note ho pensato subito a Lisa, che credo la nostra Serena abbia ascoltato non poco. Il pezzo si muove in quel range li, quello delle belle voci ma anche molto classiche, alla Barbra Streisand o Celine Dion su tutte. Il pezzo è il canto del riconoscersi a prima vista e non è nemmeno brutto. Solo un po’ vuoto nell’arrangiamento, chiaramente più povero rispetto agli esempi citati ed al loro periodo di voga discografica, indubbiamente di altri portafogli.
Sei


Sosia – Non ci credo più

Presa di grinta dopo una cosiddetta “tranvata” sentimentale. Particolare la voce che dà l’impressione di poter giocare anche di maggior potenza, ma viene invece usata con qualche manierismo che però rende più particolare il racconto, senza cadere in facili scelte stilistiche dove l’incazzatura è quella più probabile. Unico appunto è che avrei alzato l’ultimo inciso di un tono.
Sei +


Ornella Vanoni – Isole viaggianti

Riesce ad essere assolutamente ancora giovanile nelle scelte la Ornellona nazionale, che qui gode di un pezzo che gioca col ritmo ed una strumentazione piena, quasi rappando, nelle strofe ed un inciso invece di note aperte, melodico, su cui allargare le braccia, tra fiati, cori. Insomma una festa che spesso nemmeno artiste di 40 e 50 anni più giovani sanno scegliere per un disco.
Sette ½


Simone Zanelli – Cambiare

Presa di coscienza di se stesso, ma con qualche frase fatta di troppo. Il pezzo in sé è scorrevole, un po’ tirato sulle note lunghe che è cosa consigliabile se la voce che quelle note le prende è particolarmente virtuosa. Non siamo in questa situazione perché il nostro ha una voce sua indubbiamente, ma anche particolarmente acerba e poco educata.
Cinque ½


Zoostat – Cancellature

Progetto elettronico che è puro musicalmente, senza alcuna intromissione strumentale. L’effetto che vuole raggiungere è quello ipnotico ed anche la scelta di interpretare tutto il pezzo in doppia linea vocale, maschile e femminile, ti porta automaticamente a perderti rimbalzando tra le due voci. Per il testo si può far meglio.
Sei =

 

Precedente