18 Febbraio 2022
di Interviste, Recensioni
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18 Febbraio 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdi 18 febbraio 2022

Da Gianni Fiorellino a The Andre ecco le recensioni di alcuni dei nuovi singoli di questa settimana

Pagelle nuovi singoli 18 febbraio 2022
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Leda – Insonnia

Stile completamente diverso rispetto agli esordi solisti quello che Serena Abrami, vocalist dei Leda ha intrapreso con la band. Il pezzo in questione è cantato su tonalità più eteree rispetto al passato e su un sound fatto più d’atmosfera. Il progetto potrebbe rivelarsi interessante, non troppo però nello specifico di questo brano che non ha evoluzioni, avanzando in maniera monocorde e con una ritmica che non ha mai un sobbalzo.
Quattro 1/2


Le Lune Di Giove – Saremo 1

Non sempre chiarissime le parole che cadono vittima di un’interpretazione bella nei sui cambi di potenza ed intenzione ma che, compiacendosi un po’ troppo, fa passare in secondo piano il testo. E non aiuta chiaramente il gioco d’atmosfere che enfatizzano la base. Il messaggio del pezzo è comunque chiaro nel suo insieme: ci accorgeremo mai che siamo fratelli? Anche il motivo riesce a catturare attenzione incalzando e con un finale che non è ripetizione ma una sorta di bridge che si lascia seguire.
Sei 1/2


Gabriele Mancuso – Il tempo che stiamo perdendo

Chitarra, piano, voce e poco altro in questo pezzo che è pastoso, nel senso che ha un corpo riconoscibile che rimanda ad un certo tipo di composizione cantautorale… mi verrebbe da dire emiliano/romagnola. L’artista è invece lombardo eppure i richiami a quel mondo li ci sono. Il pezzo resta sospeso a metà fra quello che poteva essere e non è; è chiaro che è stata una scelta il lasciarlo quasi come probabilmente è nato, senza orpelli, ma è altrettanto chiaro che poteva, arrangiato con qualche furbizia in subproduzione, avere qualche possibilità in più per emergere. Gradevole comunque da ascoltare.
Sei


Pago – Armstrong

Ballata che avrebbe avuto bisogno di un arrangiamento più potente, così come nel testo mischia momenti poetici, iperboli di pensieri profondi che poi s’intervallano a frasi più terrene, di vita ed esempi molto terreni. E’ li che anche la base, almeno in divenire, doveva riempirsi, accettare una maggiore spinta, una piena del fiume che invece non arriva. Questo è il correttivo, ma va detto che comunque, nell’insieme, è la migliore cosa proposta da Pago negli ultimi anni.
Sei+


Elia Pazzini – Motel

Pezzo che occhieggia ( come quasi tutto ultimamente ) agli anni 80, ma di quelli brutti ( e c’era tanto di brutto ), quelli che già all’epoca venivano dimenticati 5 minuti dopo essere stati cantati. Canzoncine riempitivo che dovevano solo ricoprire un mood per provare ad esserci sul momento ma non certo a rimanere. Anche oggi, 40 anni dopo, si può fare una canzone che certamente non ha nessun jolly da giocarsi per provare a vincere la prova del tempo.
Tre


Razzo – Lifting

Brano leggerotto, figlio del periodo musicale che viviamo, cioè con una base che è tutta effettini, per una durata effimera e “cantato” tutto in maniera diseducata, con le “e” tutte aperte. Cosa può mai restare? Il nulla.
Quattro=


The Andre – Imbroglione

La voce del nostro ha chiaramente più di un’attinenza col compianto collega da cui ha tratto ispirazione per il nome d’arte. Il testo ha più di un’intelligenza come “una cosa non basta sapere come dirla, devi pure dirla giusta e con la giusta convinzione” oppure “come ci arriva alla pensione un imbroglione, un cantautore“? Brano cantautorale centrato e per certi versi anche moderno.
Sette

 

 

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