21 Aprile 2023
di Interviste, Recensioni
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21 Aprile 2023

Pagelle Nuovi Singoli in Uscita Venerdì 21 aprile: ottimi ritorni per Aisha e Gigi D’Alessio, non convince Paolillo. La sorpresa è Wepro

Si fanno sentire con buone proposte le donne questa settimana. Spiccano Kimono, Aisha e Federica Carta

Pagelle nuovi singoli 21 aprile 2023
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Aisha – Milano

Brano furbo e piacevole al contempo. Cita la celebre Killing Me Softly e la richiama anche nelle cadenze, evitando però di riprenderla completamente dal punto di vista melodico. Una pezzo del genere è comunque la dimostrazione che si può ancora produrre qualcosa di commerciale, che potrebbe, se sostenuto mediaticamente, piacere alle masse, senza dover per forza cadere in arrangiamenti cafoni o talmente triti e ritriti da far venire prurito appena senti le prime note. Altra intelligenza è la bella voce della nostra, tenuta però in sottrazione, senza strafare. Ci sono brani che oggettivamente non ne hanno bisogno.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Sergio Cammariere – Una sola giornata

Melodia ariosa e strumentazione elegante, come elegante e misurata è sempre l’interpretazione del musicista Cammariere, che torna ora dopo qualche anno d’assenza. Se ci si aspetta il pezzo che strizza l’occhio al grande pubblico allora c’è subito da specificare che si sta percorrendo la stessa via. La parte da leone qui la fa sempre la melodia, ma stavolta è lasciata alla musica su cui l’artista intona un testo pieno di parole, che mi arriva come una dedica ad un amico che non c’è più, in cui racconta la serietà della vita, della storia che spesso uccide i sogni, portandoseli via e lasciando le cicatrici che come strappi sono impossibili da ricucire. Da ascoltare non distrattamente.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Eman – Distratto

La vita di speranze, di leggerezze che a volte, quando incontri l’amore, vorresti vivere a pieno. Ma poi c’è la quotidianità dove non possono bastare 25 metri quadri di un monolocale ed un letto che a volte può volare come un’astronave. I sogni si scontrano con la realtà insomma e l’immagine bucolica del futuro fa i conti con la madre di lei che non ti vede di buon occhio e il capoufficio che aspetta il progetto consegnato. Però lei, che ha i piedi ben saldi a terra, poi sorride quando le dici che la porti al mare e tutto cambia. Intelligente e simpatica anche nella costruzione.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Kimono – Tempesta

Forse ad oggi è questa la miglior canzone di Sofia Tornambene, adesso in arte Kimono. Si tratta di un brano ispirato, di una ballata che mischia un a base elettronica su cui però s’inserisce robusta una ritmica reale ed una chitarra base che lascia intuire come il pezzo sia nato. Lei interpreta in maniera raffinata, con falsetti delicati alternati alla voce piena. Peccato il finale che arriva come uan cesoia su un brano che era palesemente non finito. Malattia di questi anni!
Sette ( ma avrei dato di più )
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Gigi D’Alessio – Si te sapesse dicere

Torna alla ballata classica napoletana Gigi e lo fa scegliendo di mettere da parte il suo storico compagno, il pianoforte, in genere sempre principe delle sue composizioni, per farsi fare compagnia da un arrangiamento giocato più d’atmosfere synth e orchestrazioni ad arricchire i crescendi. Intima e posata, non tronfia nel sentimento raccontato; arriva pulita, lineare, leggera nonostante il carico di un amore importante ma saputo porgere con delicatezza.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Piero Pelù & Alborosie – Musica libera

Quanto fa strano sentire Piero su questi temi musicali! Però devo dire che dopo il primissimo straniamento, se ci si dimentica la matrice rock del nostro, che pure con gli anni si è andata spesso contaminando d’altro, questo abito reggae non gli sta affatto stretto. Alborosie è chiaramente nel suo, ma qui anche lui ci acquista con questo gioco a due voci, questo palleggio che chiama la libertà che la musica può donare, facendoci sentire equilibristi della vita.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Ed ecco la Golden song della settimana…

Wepro – Il senso delle piccole cose che sono grandi

Ballata rock di buona intensità con prima il piano e poi la ritmica a discutere con un testo di sentimento, per strappare attenzione. In realtà poi vince il brano nella sua totalità, compresa la voce di Wepro, adattissima a questa tipologia di forma canzone, con le sue pieghe che sanno alternare rabbia e delicatezza. Poi arrivano chitarre potenti e distorte, un po’ in stile band metal anni 80, ma nemmeno questo sposta il risultato del pezzo che arriva compiuto, con anche il sufficiente spazio da lasciare alla musica, cosa che le nuove generazioni scordano troppo facilmente.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

 

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