PAGELLE NUOVI SINGOLI 17 ottobre 2025 – i Bocciati da AMI
TRIGNO – RAGAZZINA
Com’è possibile che trigNO riesca a stonare anche con una versione registrata in studio? Ci vuole arte, ma davvero.
Nell’opening è un continuo sbagliare le chiusure delle parole, buttate lì quasi come a volere inseguire lo stile del Blasco, ma sembra forzato e poco credibile.
A onor del vero, molto meglio questa di tante altre cose che abbiamo ascoltato durante il periodo di Amici, ma considerando che partivamo da una base molto scarsa a livello qualitativo, qui siamo sull’ordine del 5 e mai di più.
Troppo forte la sensazione di forzatura di essere Vasco, troppo presenti le storture vocali, troppo pressanti i problemi a livello vocale e no, il graffiato non è naturale e si sente lontano chilometri lo sforzo per provare a renderlo credibile, cosa che non è.
Si salva il testo, cosa su cui lui (più o meno ma molto meno che più) si è distinto dentro e fuori dalla scuola svariate volte.
Si parla di amore giovane, di sentimenti tra due ragazzini che ascoltano Celentano nelle cuffiette e che, a una certa, si separano a causa dei problemi che ha causato lui a lei. Aveva raccontato la stessa cosa in 100 Sigarette.
Tra l’altro, ascoltando le due canzoni si nota un cambio totale a livello di produzione. Il suono è completamente diverso, la sua voce è completamente diversa, peggiore qui, segno che i brani di Amici vengono caricati a pallettoni di effetti per “pulirle” quanto più possibile.
Insomma, il NO è enorme anche stavolta ma meno gigantesco del passato.
★★★★★
5
MATILDE – PAPAYA
No, non ci siamo. Siamo fermi ancora al punto di dovere spiegare che i copia e incolla di mille altre canzoni, se parliamo di emergenti, non portano da nessuna parte.
La base è reggaeton, uguale al solito reggaeton di questi ultimi cinque, sei anni, e il testo è così banale da far sembrare l’intelligenza artificiale quasi fondamentale per riuscire a creare testi più efficaci (ed è quanto dire).
“Bevimi come se fossi il tuo elisir, come due gocce di estasi. Fammi scappare poi fermami”. Ah beh, allora…
Tra l’altro c’è un ulteriore problema, cioè che questo sembra (oltre a mille altre canzoni) un brano di Aya Nakamura e se consideriamo che anche lei non è una big, forse bisognerebbe iniziare a copiare dai grandi, non da altri emergenti.
★★★
3
FEDERICA MARINARI – LIBECCIO
Il mix di questa canzone è stranissimo (e non in positivo): la voce suona più bassa della base e già questo è un problema serissimo perché uno non si può sforzare per ascoltare una canzone.
Non va bene, siamo nel 2025 e non è possibile, con gli strumenti attuali a disposizione di chiunque, che sorgano questi problemi allucinanti per l’orecchio umano.
Andando più sul pratico, l’arrangiamento è anche interessante, con queste atmosfere arabeggianti che fanno da contorno a tutto il brano ma la voce di Federica Marinari non riesce a emergere praticamente mai.
Peccato, un vero peccato perché l’idea c’è, è notevole ma se non si riescono a distinguere voce e base non va bene.
★★★★
4
GIORGIENESS – SOGNI LUCIDI
Hayley Williams con i suoi Paramore ai tempi di Twilight, in salsa italiana. Un pop rock internazionale che viene italianizzato e che funziona ma solo a tratti.
Il problema vero di questa canzone è essere stata pubblicata nel 2025, in ritardo di almeno 10/15 anni sulla tabella di marcia rispetto a quando avrebbe potuto fare grandi, enormi cose.
Questo non significa che sia brutta, per nulla, ma che risulti stantia e un po’ polverosa rispetto al sound attuale. E no, quando si parla di sound attuale non si deve scadere nel ragionamento “ah quindi devo diventare Sabrina Carpenter o Taylor Swift”, perché non c’entra.
Si parla proprio di impatto rispetto a elementi sonori che aprano al futuro e che non restino legati al passato, come in questo caso.
Giorgieness è un talento da sempre, bisogna lavorare per svecchiarsi nonostante la giovane età.
★★★★★
5
ANTO PAGA – CASA MIA
Canzone anonima, senza mordente e uguale a mille altre purtroppo.
Una ballad pop con un arrangiamento del 2005 che poteva andare bene per i primi Modà a inizio carriera ma nulla di particolare per il 2025.
Si parla d’amore in modo didascalico con frasi che si possono trovare nei Baci Perugina e senza un reale svolgimento, con strofa e ritornello che si ripetono in loop per due volte ma in maniera strana.
Quando ti aspetteresti uno special, un drop, un qualcosa che risollevi il tutto la canzone, invece, finisce. Spiace ma in questa canzone manca davvero tutto ciò che dovrebbe esserci, ma non mancheranno occasioni per rifarsi in futuro, almeno lo auguriamo a questo giovane cantautore.
★★★
3
FEDERICA ABBATE – HOOLIGAN
In questa canzone si riscontra, di nuovo, il solito problema di Federica Abbate: sembra una demo fatta per altri.
Potenzialmente lei potrebbe essere la numero uno, ma c’è l’enorme, grande problema che ciò che scrive lo abbia già scritto e fatto per decine di altri e che stia arrivando solo ora, cosa che fa pensare praticamente in ogni brano “ah ma questo sembra di…” oppure “se l’avesse cantata xyz sarebbe stata una hit”.
Federica Abbate è incastrata in questo loop da cui uscirne è diventato impossibile, almeno fin quando continuerà nella doppia veste paroliera-cantautrice.
Il problema è che i suoi pezzi sono i pezzi degli altri, cosa che ai colleghi parolieri non succede (vedasi Petrella) perché la distinzione tra il progetto Tropico e Davide Petrella risulta netta.
Lei invece fa le stesse cose sia per se stessa che per gli interpreti con cui lavora e non è un bene, non lo è da quando ha deciso di tornare a pubblicare a suo nome diversi mesi fa.
Se avesse dato questo brano a Mahmood, per esempio, sarebbe diventato una hit clamorosa. Così, invece, il primo pensiero diventa “accidenti, se questa la cantava Mahmood…”.
★★★★
4
IRAMA – TUTTO TRANNE QUESTO
Chi ha consigliato, qualche anno fa, a Irama di cambiare tecnica vocale e di cantare con la “patata in bocca” andrebbe preso e sbattuto in carcere per lesa maestà.
Un ragazzo con una voce intensa e bellissima, macchiata da un modo di cantare subentrato negli ultimi anni che rovina anche canzoni con dei testi che andrebbero quasi urlati per sfogarsi (come avrebbe fatto il “vecchio” Irama) e non cantati con il suono trattenuto tra le labbra semichiuse.
Altro problema tecnico: le frequenze e le compressioni sulla voce in fase di produzione. Sembra come se si scegliesse di caricare tantissimo di compressione la traccia vocale, cosa che schiaccia ancor di più il suono e impasta il doppio del normale le parole.
C’è poi un ulteriore problema in questo specifico brano: è Someone You Loved di Lewis Capaldi con giusto qualche cambio di nota per distinguerla quanto basta, ma l’arrangiamento è quello.
I testi di Irama, in questo caso anche di Lazza, sono sempre molto belli, quindi su quelli non si può e non si deve discutere. Si alzano le mani e si applaude da sempre e, si spera, per sempre. Il problema di questo singolo è tutta la parte tecnica che spezza totalmente l’atmosfera.
★★★★★
5
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