15 Aprile 2022
di Interviste, Recensioni
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15 Aprile 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdi 15 Aprile: Convincono Rancore, Lazza Teto D’Aprile e Madame.

Nonostante la pasqua non si arresta il flusso di uscite italiane. Ecco le nostre recensioni...

Pagelle nuovi singoli 15 aprile 2022
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Lazza con Takagi & Ketra – Panico

Lazza, una delle rivelazioni di questi ultimi anni rap/trap, è qui griffato Takagi & Ketra per un pezzo che ha sound ed anche proprio atmosfera 80, di quei pezzi pop con aperture d’inciso che tutti ricordavano per cantarci assieme nelle serate dell’indimenticato Festivalbar. Qui poi apre anche ad un cantato certamente poco tecnico, più di pancia, ma che comunque ne rafforza l’idea generale di leggerezza, quel piano di scorta che… chissà se davvero non c’è mai stato.
Sette


Madame – L’eccezione

Tematica ritmica tipica dei 60’s, cosa ancora più rinforzata dall’ingresso di chitarre e suoni orchestrali. Madame stupisce con una nuova veste di se, anche decisamente più cantata. Che abbia ascoltato tanto Nina Zilli negli ultimi mesi? Chi non penserebbe alla cantante piacentina ascoltando quest’arrangiamento? Ma il bello è che Francesca risulta credibile anche in questa veste assolutamente inedita. E l’amore nuovo quanto male mi farà? Tutti abbiamo le stesse paure all’inizio di una nuova storia.
Sette


Emma Muscat – I am what i am

Discorso positivo a sostenere questo pezzo nuovo, stavolta in inglese, per Emma Muscat, sul sentirsi a posto con se stessi e sull’accettazione degli altri. La parte musicale si fa invece un po’ più solita. Sembra un pezzo strappato dal repertorio di un’esordiente Emeli Sandè… che però ha esordito 15 anni fa. Non brutto però eh, s’intenda, solo un po’ sentito nell’insieme.
Sei


Perrelle – Epoitenevai

Viene dalla provincia di Napoli ma ha scelto di cantare con un’intenzione che ricorda più il romanesco che il napoletano. Il pezzo è proposto con fare malinconico e con un gioco interpretativo giostrato su due note due, senza mai dare nemmeno la sensazione che si possa variegare in qualche modo. Non brutta, ma troppo poco.
Cinque


Piccola Kappa – Vita deficiente

Giovanissimo e la cosa è facilmente capibile sia dalla voce che dal testo messo su per questo pezzo, che ha linguaggio e pensieri oserei dire adolescenziali, con fare al passato… non troppo lontano. Se pure aveva una credibilità, questa viene persa in automatico con il taglio di cesoia applicato ad appena un minuto e cinquantotto. Un minuto e cinquantotto??? Ebbene si! Non citerò la marca ma in questo momento sto guardando uno spot pubblicitario più lungo!
Tre


Rancore – Le rime

E’ sempre convincente Rancore, soprattutto quando il suo rap velocissimo si sposa con parti cantate dove dimostra che pur se limitato a pochi giri di note, ci sa fare risultando per altro riconoscibile. Ed è una vera e propria ricorsa di parole, oltre 500 quelle qui usate, con un unico scopo, arrivare a te, me, noi. E ci arrivano ed il bello è che lo fanno pure in maniera chiara, pulita, ben scandita.
Sette


Serrati – Imparo a cucinare

Per certi versi mi ha ricordato la prima Irene Grandi, con il suo fare rock funk che poi sapeva aprire ad incisi melodici con modulazioni vocali. Il brano non è immediatissimo, ma già ad un secondo ascolto ne capisci esattamente la divisione delle parti e ne segui l’evoluzioni e le aperture di un inciso cantabile e sensato. Speriamo per lei che anche i network ci perdano almeno un paio d’ascolti.
Sei 1/2


Sonhora – L’amore ( 2022 vers. )

Premetto che il brano mi piacque già nel 2008, quando vinse il Festival di Sanremo fra le nuove proposte. Risentendola oggi la trovo ancora una bella canzone d’amore, senza particolari prerogative se non una bella melodia, cantata bene con il giusto colore e senso delle dinamiche.

Detto questo però perché rilanciarla? Va bene festeggiarla ma non ricorrono i 10 anni, né i 15, meno che mai i vent’anni dalla sua uscita. Ok, allora ti aspetti in rifacimento, un aggiornamento. Invece ascolti una canzone che è sostanzialmente quella del 2008. Ed allora perché? Inutile
Quattro ( al rilancio, non alla canzone s’intenda )


The Kolors – Blackout

Continua la missione 80 del trio napoletano, con chitarre funk ed incisi festosi e cantabili che rimandano, assieme all’arrangiamento, a quel decennio di frivolezze meravigliose. Rispetto alle recenti proposte up tempo, forse questa appare un po’ troppo spinta sulla vocalità di Stash, che potrebbe metterlo a dura prova nel live. In alcuni punti la voce appare un po’ forzata, innaturale, alzata come si alzava la voce di Madonna e poi in live si scopriva che non cantava esattamente così. Impressioni?
Cinque 1/2

 

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